LECCE – Nel Salento (ma non solo qui…) in molti ricordano con affetto e simpatia Generoso Rossi, per tutti Gegè, ex portiere di Lecce (2002/’03) e Gallipoli (2008/’09) che ha sempre rappresentato un personaggio sui generis. Un napoletano col cuore grande, che torna alla ribalta delle cronache per le sue provocazioni rivolte a quel mondo del calcio che lo ha estromesso alcuni anni fa per presunte responsabilità nello scandalo del calcioscommesse, ma che accoglie e tollera personaggi senza la necessaria preparazione per allenare i bambini.

Come riportato da anteprima24.it Rossi, che oggi fa l’istruttore di futuri portieri, da qualche tempo ha iniziato una campagna di informazione e goliardica protesta, postando immagini che lo ritraggono nei panni di pizzaiolo, pescivendolo, gommista, benzinaio, barbiere e via dicendo. Un modo originale per lanciare un messaggio chiaro e forte a chi si improvvisa “esperto” senza avere le basi e le credenziali giuste per avere a che fare con i calciatori in erba.

E così, alla domanda sul perché lo faccia, il simpatico Gegè ha risposto: “L’idea è che il fruttivendolo deve fare il fruttivendolo, il gommista deve fare il gommista e così via. A ognuno il suo. Trasportato il concetto nel mondo del calcio, significa che ognuno deve fare il suo. Con questo non sto dicendo che un fruttivendolo non può allenare, ma servono studio e giuste qualifiche. Ben vengano anche quei ragazzi che, senza alcuna qualifica, si cimentano in questo sport, ma hanno un limite oltre il quale non possono andare. Poi serve altro. Io mi concentro sulla questione portieri perché quello ho fatto. Ho visto far fare esercizi a bambini tra gradoni o salti a ostacoli, che creano solo danni fisici. Ma la colpa non è neanche di questi tecnici improvvisati, semmai di chi concede patentini in maniera troppo semplice. C’è bisogno che qualcuno vada sui campi per vedere che tipo di lavoro fanno questi preparatori e a chi hanno dato il patentino.

L’ex portiere prosegue: “Servirebbero corsi rigidi per arrivare ad avere a che fare coi ragazzini ed essere stati professionisti non è certo la garanzia giusta. Servono modi perché ogni bambino ha la sua storia e va stimolato in maniera diversa. Se il fruttivendolo sbaglia, viene licenziato e lo stesso vale per qualsiasi altro mestiere. Se il preparatore dei portieri sbaglia, invece, non succede nulla”.

Il suo è un messaggio chiaro, non destinato a restare inascoltato: “Avere a che fare coi bambini è una cosa stupenda, ma non è per tutti. Chi ha giocato a calcio ha capito cosa c’era dietro la mia iniziativa. Ho avuto tanti confronti con ex compagni e avversari. Ci dobbiamo coalizzare perché c’è gente che fa danni. Ci sono istruttori che si aggiornano su Google, hanno grande fantasia, ma non fanno vedere ai bambini come cadere o come mettere le mani”.

Gegè Rossi perciò andrà avanti: “Sinceramente ho tante richieste e non so che mestiere farò alla prossima. Vedo qualcosa, mi viene l’ispirazione e mi travesto. La cosa importante è che non voglio essere mai volgare, magari strappare una risata ma, soprattutto, far riflettere”.

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