LECCE – Solo ora che si è sentito pronto, Marco Mancosu ha annunciato ai compagni di squadra ed a tutti di lottare contro un tumore. L’operazione del 26 marzo scorso non era una semplice appendicectomia, ma un intervento ben più serio il cui motivo il capitano del Lecce ha saputo tenere riservato grazie anche all’aiuto della società salentina che ha fatto sì che la sua privacy fosse salvaguardata. Oggi, l’amatissimo calciatore della formazione giallorossa ha voluto rendere nota la lotta che sta sostenendo contro la malattia a cui si dedicherà subito dopo la fine di questa stagione, perché Marco Mancosu, fieramente sardo nei suoi principi e Uomo di grande caratura morale, ha una missione da compiere: restare accanto ai suoi affetti più cari, giocare a calcio e finire il campionato. Poi si dedicherà alla prossima battaglia. Intanto, ecco le sue toccanti parole con cui ha reso noto attraverso Instagram il suo stato e che hanno ricevuto una valanga di cuoricini e di messaggi tra cui spiccano quelli di tanti suoi compagni di squadra attuali (Vigorito, Zuta, Gallo, Pisacane, Adjapong, Rodriguez, Majer e Calderoni) passati (Donati, Tabanelli, Babacar, Farias, Deiola, Saponara, Lapadula, Arrigoni, Fiordilino, Contessa), ma anche di tanti tifosi ed avversari sul campo che gli fanno l’in bocca al lupo e lo esaltano come esempio di forza interiore, serietà e determinazione:

Ho visto un mondo che non avrei mai pensato di conoscere, ho visto il terrore negli occhi delle persone che amo, ho visto il terrore e la preoccupazione di mia moglie che per lo stesso motivo ha perso il padre quest’estate, ho avuto la paura di non poter crescere mia figlia, ho fatto esami nei migliori centri italiani, con affianco gente che ad oggi non so nemmeno se sia viva, se sia riuscita a superare la propria malattia. Là, in quella sala d’aspetto non ci sono ragioni sociali, non conta se sei un avvocato, un calciatore, un presidente o un normalissimo impiegato, là siamo tutti uguali, tutti alle prese con qualcosa che non possiamo controllare.
I medici mi hanno detto che la mia stagione era finita e che dovevo pensare all’anno prossimo, dopo due settimane ero in campo a correre. Dopo un mese sarei dovuto tornare a Milano per sapere se dovessi fare la chemio o meno, non ci sono ancora andato perché voglio fare la cosa che amo di più al mondo, giocare a calcio, poi si vedrà a fine campionato. Io ho già vinto.
La vita può non essere sempre giusta perché non penso che né io né nessun altro a questo mondo meriti di avere un tumore ma penso anche che non debba mai mancare il coraggio, il coraggio di affrontare ogni tipo di avversità che la vita ci mette davanti, il coraggio di prendersi responsabilità, il coraggio di mostrarsi deboli ed essere più forti di quanto si creda. Questo per me significa essere UOMO e sinceramente, credetemi, di tutti gli errori che faccio, di un rigore alto o di un errore davanti al portiere, di queste cose non me ne frega un cazzo perché sono cose che succedono solo a chi si prende la responsabilità di fare, di avere coraggio, di provare, di sbagliare e riprovare ancora.
Ho deciso di parlarne solo ora perché prima non mi sentivo pronto, avevo bisogno di viverla in riservatezza con le persone che amo e per questo mi voglio scusare con chi ho mentito per nascondere il reale motivo del mio problema.
Mi sono operato il 26 Marzo e da quel giorno sono ancora più orgoglioso di me stesso e di chi ho affianco“.

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