LECCE (di Gavino Coradduzza) – Il Lecce quasi perfetto per almeno sessanta minuti ha colto una gran bella vittoria in quello che era stato definito “scontro diretto” con il Chievo Verona. Fantasticamente squadra fino al 4-1 ha poi, nel finale di gara, mollato la presa accordando ai veneti un paio di occasionissime dagli stessi sprecate. La giornata segnala parecchi capitomboli in zona altissima di classifica, per cui vane risultano le consuete esortazioni a non guardarla…

La partita: pronti, via: vediamo chi siete voi veronesi, vediamo chi siamo noi con la divisa degli anniversari importanti. Chi siamo noi è già impresso, all’8°, nei numeri della partita quando Maggio scavalca la linea d’area e con movimento esemplare suggerisce che lui è lì pronto a fiondare in porta. Detto, fatto: servizio puntuale e preciso di tacco di Henderson e per il portiere Semper non resta che raccogliere palla in fondo al sacco: 1-0…

Il Chievo fa vedere di che pasta è fatto una diecina di minuti più tardi quando Meccariello viene anticipato dal dirompente Obi che, di testa, insacca e fa 1-1

Ma Coda è sempre in agguato; forse il pareggio non gli va giù, aspetta e cerca la occasione favorevole per riportare il punteggio nel giusto alveo: inventa così un destro che punta e coglie il “sette” in alto alla destra del portiere clivense di nuovo innocente perché, per la seconda volta, vede la palla quando è già dentro la rete…

Prima dell’intervallo sono due i giallorossi che timbrano indelebilmente questa partita contro il Chievo ancora incredulo, forse, di fronte ad una prestazione davvero sontuosa dei padroni di casa: Hjulmand è un fulmine nell’anticipare Obi; gli ruba palla a centrocampo, quattro falcate e servizio per Coda: il gioco è fatto ed il 3-1 anche…

Il Lecce gioca con sostanza, precisione e qualità. Non si sa bene se Pettinari (42°) sia già in volo quando, da destra, Maggio gli scodella un pallone millimetrico; però si sa bene che il numero 20 giallorosso, in volo, raccoglie di testa e scaglia palla in fondo al sacco: 4-1. Niente sembra vietato a questa quadra quando gioca in questa maniera, quando tutti gli ingranaggi girano con puntualità e precisione: Lecce imponente!

La ripresa inizia con un Chievo per niente rinunciatario; riesce ad imbastire qualcosa di buono, è vivo e non ha alzato bandiera bianca; il monologo giallorosso del primo tempo non è più monologo perché i giallorossi allentano un po’ la presa e i veronesi si organizzano; conquistano un calcio di rigore che però Leverbe spedisce sulle gradinate…

Questo rigore dovrebbe suonare, per i giallorossi, come un campanello d’allarme; un’esortazione a chiudere i corridoi sempre più frequentati dai gialloblu in crescente rotta verso la porta di Gabriel: il Lecce offre troppi spazi…

Al 68°, infatti, quando mancano ancora più di venti minuti al termine, De Luca anticipa e supera Meccariello e punta dritto verso la porta leccese: fa tutto per bene tranne la conclusione che segue il destino del calcio di rigore: in Curva Sud. È il secondo grave rischio cui il Lecce è andato incontro; è il secondo campanello d’allarme. Tra le file giallorosse è necessario più ordine e più consapevolezza; occorre un Lecce che riproponga in gran parte il “se stesso” del primo tempo. Allora, dentro Mancosu al posto di Henderson per riordinare le idee. Partita chiusa, vittoria conquistata. Ora si va a Venezia e ci si crede…

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