LECCE (di Pierpaolo Sergio) – È il 62° minuto di Lecce-Benevento. I padroni di casa stanno premendo per trovare il meritato gol del vantaggio, ma gli avversari fino ad allora sono sempre riusciti a non capitolare. I ragazzi della banda-Liverani si inventano così una giocata in verticale che porta Marco Mancosu a tu per tu col portiere ospite Montipò. Il numero 8 leccese prende la mira e manda la sfera a baciare la faccia interna del palo prima di rotolare in fondo alla rete.
Il “Via del Mare” esplode di gioia, ma quella che prova l’autore del gol va oltre. La sua esultanza è corsa liberatoria; si sfila la maglia e la sventola come farebbe un tifoso con la sciarpa. I compagni lo sommergono di abbracci e dagli spalti si levano applausi e cori.
Ma nella testa di Marco, capitano coraggioso di questo Lecce, le emozioni, la rabbia e la voglia di dimostrare quanto ci tenga a quella maglietta sono un tutt’uno. Le voci di mercato che lo riguardano da tempo hanno evidentemente lasciato il segno ed hanno pesato come macigni anche sul rendimento nelle gare prima della sosta che ne ha, in qualche modo, risentito.
Poi il bacio mandato verso tribuna, dove la sua famiglia segue ogni partita. Sono la moglie e la figlioletta il punto di riferimento per Marco Mancosu da Cagliari; sono la sua stella polare per non smarrire la strada e la concentrazione.
L’ammonizione per essersi sfilata la casacca è solo un dolce dazio da pagare. Peccato che quel gol non sia coinciso con un’altra vittoria, ma una cosa è certa: Mancosu è tornato per continuare a trascinare il Lecce.
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