PESCARA (di Gabriele De Pandis) – Il Lecce rimane a secco allo stadio “Adriatico“, dove gioisce il Pescara, che vince 4-2 e ritorna in testa. Il risultato è bugiardo, e neanche vedere gli highlights può rendere l’idea delle infinite emozioni del monday night di Serie B. Il Lecce, in 10 contro 11, ha rimontato due reti agli abruzzesi e, rimasto in 9 per il doppio giallo (esagerato) a Meccariello, ha retto fino a pochi minuti dalla fine. A far esplodere di gioia Pillon, espulso per proteste, è stato Ferdinando Del Sole, 20enne campano trapiantato a Pescara, in prestito dalla Juventus.
Dalla serata il Lecce può uscire a testa alta, ma con riserva. L’undici salentino ha dimostrato ancora una volta di essere squadra, dura a morire. Non si può però pensare di affrontare partite così proibitive esponendo il fianco ai punti di forza avversari e leggendo la partita con leggero ritardo. In più, quando il miracolo sembrava compiuto, bisognava conservare l’aggressività giusta fino alla fine. Si sa, difficile in 9 contro 11, ma a 2′ dalla fine fa male. Se il mood è questo, però, si crescerà.
Liverani, nel giorno della scadenza della squalifica di Lucioni, cambia ancora difesa. A destra torna Fiamozzi. Petriccione gioca da play e in attacco conferma per La Mantia-Palombi. Venuti, mezzo scorer nella notte di Halloween contro il Crotone, si adatta al centro della difesa con Meccariello. L’esperimento, per usare un eufemismo, non sarà vincente. L’allenatore salentino schiera l’ex Benevento per dare velocità contro il trio pescarese Marras-Mancuso-Antonucci, ma le frecce adriatiche passano spesso con palle alte e duelli. Il Pescara conferma le previsioni della vigilia: è 4-3-3 con i “vecchi” Balzano, Campagnaro e Del Grosso insieme a Gravillon e il giovanissimo Antonucci (1999), preferito a Monachello.
Venuti paga subito: ruolo diverso e avversari in piena forma. È il 3’ quando Mancuso sfugge al 24 giallorosso e gira in rete di testa un cross di Memushaj, liberatosi in grande stile. Ancora lui si perde l’attaccante biancoazzurro, che però apre troppo l’angolo al 7’. L’asse Memushaj-Mancuso-Marras è un binario troppo veloce, anche se è paradossale che le occasioni arrivano dai cross dell’albanese. Il Lecce ci mette ritmo ma i primi sussulti sono da fuori con Petriccione e Mancosu (14’).
Ogni palla alta fa sfracelli e al 22’ il Pescara raddoppia. Gravillon spadroneggia su Meccariello e gira in rete col ginocchio. Gli abruzzesi confermano la forza da palla inattiva: 5 gol solo da corner. Le prestazioni del pacchetto arretrato perdono colpi quando al 24’ Antonucci buca sull’out mancino e serve a Mancuso la palla del tris, alta di poco. Tabanelli e Petriccione devono aiutare i compagni nel recupero palla, ma di conseguenza la lucidità in fase di costruzione si perde. Non sarà un problema irreversibile per il Lecce.
Gli schiaffi debilitano i ragazzi in maglia blu, anche se alcune trame offensive sono interessanti. Sono le prime carte sistemate da Liverani dopo la ventata che ha fatto crollare il castello iniziale. La Mantia spara alto al 28’, ma i padroni di casa arretrano il baricentro e cercano di mettere in ghiaccio la contesa in ripartenza. E Fiamozzi con lui. A sinistra Antonucci lo brucia almeno tre volte. Le ondate pescaresi sono disarmanti: nella prima mezz’ora non c’è storia.
Al 40’ sprazzi di Lecce, che sale passo passo. Fiamozzi guadagna il fondo, finta di Tabanelli, il più positivo della prima frazione per gli ospiti, e tocco sul primo lato di Palombi a lato di poco. Sempre con tecnica e giropalla, ma la banda Liverani prova a tirar fuori la testa e Palombi scarta il premio ribadendo in rete una respinta corta di Fiorillo (tiro di La Mantia) prima del fischio di metà partita.
La ripresa comincia con le squadre lunghe. La Mantia coglie la traversa al 50’ e un minuto dopo trova Fiorillo. Sembra un altro match, ma il rosso a Calderoni (53’) suona come una mazzata. Il Pescara costruisce trame che è una bellezza. Marras (54’) non devia in rete su arcobaleno di Machin e Liverani irrobustisce la difesa con Marino per Scavone.
In dieci, il Lecce rallenta fisiologicamente ma si espone a rischi per pensare al tutto per tutto finale. Petriccione, Venuti e Tabanelli arrivano sui venti metri pescaresi ma non accendono Palombi e La Mantia, mentre Mancosu non ha la mira giusta. L’uomo del momento giallorosso è proprio il Taba, autore dell’insperato 2-2 al 67’. Fiamozzi mette al centro e l’ex Cesena s’avvita di testa e beffa Fiorillo.
Il finale è il capitolo di una storia eterna, thrilling. Liverani azzarda Falco per La Mantia e Pillon, in superiorità, rincula con Crecco per Antonucci. Il Pescara cerca di dare ampiezza, Memushaj alza il destro al 28’ e Meccariello, già ammonito, atterra Mancuso a centrocampo al 76’. L’arbitro opta per il rosso: Lecce in 9. Cosenza in campo per difendere l’impossibile e Lecce arroccato dietro a cercar di tenere la sfera lontana dall’area.
I padroni di casa non creano nitide palle-gol. Crecco non aggancia un cross, Memushaj e Del Sole, ultima mossa di Pillon, manda ancora a lato. Mancano 10’ alla fine. Falco, da arma per la rimontona, diventa una sorta di mini-pivot intento a discese solitarie per giocare col cronometro. Il Pescara dominatore che morde spazi nel primo tempo sembra un ricordo. Ma a 2’ dal gong Del Sole coglie la traiettoria vincente e col sinistro taglia la selva di gambe e batte Vigorito. Il poker al 5’ di recupero, sempre a firma di Del Sole, è utilesolo per le statistiche. C’è stato di tutto in Pescara-Lecce. Erroracci di programmazione e in campo, talenti, rimonte, recriminazioni arbitrali. La sconfitta è immeritata, il Pescara torna in testa, ma è ancora un Lecce che esce dal campo a testa alta, nonostante le imperfezioni.
Il tabellino: Pescara-Lecce 4-2
Pescara (4-3-3): Fiorillo; Balzano, Gravillon, Campagnaro, Del Grosso; Memushaj, Brugman, Machin; Mancuso, Antonucci (27’st Crecco), Marras (37’st Del Sole). A disposizione: Kastrati, Scognamiglio, Monachello, Elizalde, Cocco, Palazzi, Perrotta, Melegoni, Kanoutè, Ciofani. Allenatore: Pillon
Lecce (4-3-1-2): Vigorito; Fiamozzi, Venuti, Meccariello, Calderoni; Tabanelli, Petriccione, Scavone (12’st Marino); Mancosu; Palombi (33’st Cosenza), La Mantia (27’st Falco). A disposizione: Bleve, Di Matteo, Arrigoni, Lepore, Torromino, Haye, Dubickas, Tsonev, Armellino. Allenatore: Liverani
Marcatori 3’pt Mancuso (P), 22’pt Gravillon (P), 45’+2’ pt Palombi (P), 22’st Tabanelli (L), 43’st, 50’st Del Sole (P)
Espulsi Calderoni (L) all’8’st, Meccariello (L) al 31’st per doppia ammonizione e Pillon (all. Pescara) al 93′
Ammoniti 15’pt Meccariello (L), 21’pt Calderoni (L), 35’pt Campagnaro (P), 11’st Machin (P), 45’st Balzano (P)
Arbitro: Aleandro Di Paolo di Avezzano – Assistenti: Christian Rossi di La Spezia e Vincenzo Soricaro di Barletta – IV Ufficiale: Antonio Di Martino di Teramo