LECCE – Il caos ripescaggi di quest’estate, nell’anno in cui il 13 ottobre non si conoscono ancora gli organici completi del campionato di Serie B, non è l’unico paradosso degli ultimi giorni. La Virtus Entella, squadra che ancora non sa in che serie giocare, se riammessa in cadetteria a completamento dell’organico o in Serie C a seguito della scorsa retrocessione, è protagonista non solo dell’italico paradosso calcistico.

I liguri, in attesa degli impegni ufficiali, avevano puntellato la propria rosa, che già, tra gli altri, può contare sull’ex Lecce Sasà Caturano, con Antonio Cassano. Era il 6 ottobre quando il barese si aggregava al gruppo biancoceleste, desideroso di rimettersi in gioco in una piazza non lontana da Genova, sua città di adozione dopo il matrimonio. Tanto l’entusiasmo nei primi giorni di Cassano all’Entella: allenamenti seguiti da tifosi e curiosi e ben tre assist nell’amichevole infrasettimanale.

Nei pensieri dei tifosi del Lecce, già dal giorno dell’annuncio, albergava un pensiero: “Cassano ancora avversario del Lecce“. Come? L’eventuale riammissione dell’Entella in Serie B avrebbe prospettato un incrocio “caldo” da entrambe le parti.

L’attaccante ex Roma e Sampdoria è stato spesso una spina nel fianco del Lecce. Segnò il gol del 3-0 nel derby del 16 aprile 2000 (finito 3-1). In carrierà, però, il Lecce divenne una delle “vittime” preferite di Cassano: 6 gol siglati ai giallorossi nella personale sfida vissuta anche con le maglie di Roma, Sampdoria e Milan.

Ebbene, questo score (al 99%, con Cassano non si è mai sicuri di nulla…) è destinato a rimanere tale. In giornata, tramite il profilo twitter del noto giornalista Pierluigi Pardo, Antonio Cassano ha comunicato l’addio al calcio. E lo ha fatto con una lettera di seguito riportata:

“Cari amici. È arrivato il giorno, quello in cui decidi che è finita per davvero. Ringrazio il presidente Gozzi e i ragazzi dell’Entella per l’occasione che mi hanno concesso. Gli auguro tutto il meglio. In questi giorni di allenamento però ho capito che non ho più la testa per allenarmi con continuità. Per giocare a pallone servono passione e talento ma soprattutto ci vuole determinazione e io in questo momento ho altre priorità. Voglio ringraziare tutti i compagni di squadra di questi anni, gli avversari, gli allenatori e i dirigenti (sì, certo, anche quelli con cui qualche volta ho litigato). Ma soprattutto voglio salutare i tifosi, quelli dalla mia parte e anche gli avversari, perché senza di loro il calcio non esisterebbe. Il pallone mi ha dato tantissimo. Mi ha fatto conoscere persone magnifiche, grandi campioni e gente comune. Mi ha tolto dalla strada, mi ha regalato una famiglia meravigliosa e soprattutto mi ha fatto divertire da matti. Ancora oggi quando mi capita di vedere una qualsiasi partita resto ipnotizzato. È il gioco più bello che c’è. Sì, lo so, con un altro carattere avrei potuto vincere di più e giocare meglio, ma credetemi, ho vissuto comunque emozioni incredibili e oggi ho accanto a me le uniche cose che contano davvero. La mia famiglia, gli amici e zero rimpianti. Adesso comincia il secondo tempo della mia vita, sono curioso e carico di dimostrare prima di tutto a me stesso che posso fare cose belle anche senza l’aiuto dei miei piedi. Grazie a tutti, di cuore Antonio Cassano.

L’idea di rivivere il personale derby Cassano-Lecce rimane quindi una prospettiva d’inizio autunno…

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