LECCE – Dici Lecce-Cittadella e pensi a una delle debacle più clamorose della storia recente. Era il 13 marzo 2010 quando Il Citta rifilò ben 5 gol alla squadra che poi vinse il campionato di Serie B e sollevò la Coppa “Ali della Vittoria“. Paradossalmente, rivivendo quel campionato e andando a scovare negli annali, proprio quella scoppola ricevuta dette la giusta carica per riprendersi e conquistare la promozione.

Capitan Franco Lepore, unico calciatore oggi in forza al Lecce reduce da quell’annata, ricorderà sicuramente il clamoroso risultato e ciò che successe nel finale di campionato, concluso con Gigi De Canio portato in festa dopo lo 0-0 contro il Sassuolo.

A seguito della sconfitta, già seguita da quattro pareggi con annessi campanelli d’allarme e isterimi, il Lecce inanellò una serie positive di 7 vittorie e 3 pareggi che servì a costruire un margine decisivo sulle concorrenti.

La situazione assume contorni più cupi se si pensa anche al fatto che, su due precedenti (Lecce e Cittadella si sono incontrate solo in quella stagione), i giallorossi hanno realizzato soltanto un gol, appunto quello dell’1-5 al “Via del Mare”. Già all’andata, Foscarini battè De Canio con un sonoro 3-0.

Il presente però è diverso e la banda di oggi, si spera, non ha bisogno di schiaffi tra le mura amiche. Basta ricordare l’annata 2009-10, c’è il campionato di Serie B (o BKT si suol dire) da scrivere tutto d’un fiato ora che in due giornate i giallorossi hanno conquistato 6 punti dopo i 2 delle prime 3 giornate.

Lecce-Cittadella, in programma sabato alle 15, sarà un’importante prova del nove per entrambi i club. La banda Liverani viene giustappunto dall’accelerazione recente, raffigurata con gli scatti e i tocchi dello sprizzante Simone Palombi; dall’altra parte, i veneti, a quota 9 punti (1 in più del Lecce) vogliono darsi una svegliata dopo le due sconfitte consecutive degli ultimi giorni (1-0 sabato alla Spezia, 0-1 in casa col Benevento martedì). Umori opposti, desiderio comune: i tre punti.

Roberto Venturato, tecnico granata, ha il dente avvelenato dopo la sconfitta patita al “Tombolato”: molte recriminazioni per lui: “Ci è stato negato almeno un rigore“, ha dichiarato dopo la vittoria del Benevento in terra padovana. Venturato sostituì Claudio Foscarini, per il Cittadella un’istituzione (in carica dal 2005 al 2015) e garanzia di successo, con la prima storica apparizione ai play-off del 2009-2010. Il neotecnico rappresenta una scommessa vinta dall’ambiziosa società, che lo ingaggiò per ripartire a seguito della retrocessione del 2015 pescandolo dalla Pergolettese.

Azzardo e raddoppio centrato. Venturato riportò il Citta in B al primo tentativo (2015-2016) e nelle stagioni passate sono arrivati due sesti posti con altrettanti piazzamenti play-off. Sintomo di un modus operandi di una squadra e di una società tra le eccellenze del campionato.  Della squadra che conquistò la Serie B tre anni fa ci sono ancora delle colonne. Il metronomo Manuel Iori, 36enne capitano ex Chievo in A, inossidabile punto fermo e il trequartista Andrea Schenetti (27) spesso guidano gli assalti granata. Ci sono anche la punta Stefano Bizzotto (21) e Filippo Scaglia (26enne con passati nel Gallipoli).

Mirko Drudi

Rispetto all’anno scorso, quando il Cittadella si arrese al Frosinone in semifinale play-off a seguito di un doppio pareggio, sono cambiati molti elementi. Non ci sono i presenti in C (e obiettivi di Meluso in estate) Lucas Chiaretti (Foggia) e Alessandro Salvi (Palermo), partiti insieme agli attaccanti Christian Kouamè (al Genoa per 5 milioni) , Andrea Arrighini (Carpi) e Luca Vido (fine prestito, ora on fire a Perugia). L’altra stellina Marco Varnier (20) è rientrata alla casa madre Atalanta per restarci; scelta diversa per Pelagatti, sceso in C ad Arezzo.

Per sostituire le numerose partenze il Cittadella, come spesso accaduto, ha pescato nel terzo livello nazionale o tra i vivai di Serie A. Tutta la nuova leva della retroguardia proviene dalla Lega Pro. Oltre all’ex Lecce Mirko Drudi sono Luca Ghiringhelli (Reggiana), Tommaso Cancellotti (Brescia, ex Juve Stabia) e Alberto Rizzo (Trapani). Tre quarti della difesa che affronterà il Lecce, complice anche l’infortunio di Adorni che si aggiunge ai forfait di Scaglia e Camigliano, potrebbe essere composta dalle new-entry: Rizzo (in ballottaggio con Benedetti) e Ghiringhelli sulle fasce, Drudi al centro con Frera.

Giancarlo Malcore nel 2016 con la maglia del Nardò

Linea verde invece per l’attacco. I veneti l’hanno spuntata per i prestiti di Giuseppe Panico (1997, Genoa) e Mattia Finotto (1992, Spal). Un esperto aiuto ai confermati Strizzolo e Siega è dato dall’altro ex Giancarlo Malcore e dal trentenne Stefano Scappini, reduce dai 5 gol in 29 presenze l’anno scorso alla Cremonese.

Un’ultima curiosità. Rivedendo il tabellino di quell’infausto Lecce-Cittadella 1-5 (0-4 nel primo tempo) saltano all’occhio numerosi spunti. Ardemagni, ultimo firmatario di una sconfitta del Lecce due settimane fa ad Ascoli, aprì le marcature al 9′ (doppietta col gol del poker al 48′).

Bellazzini, LecceTommaso Bellazzini, giunto poi al Lecce nel secondo anno di Lega Pro, firmò l’altra doppietta della giornata con due reti in successione. Sullo 0-5 (quinto gol di Iunco) arrivò poi la rete della bandiera di Corvia. Sulla panchina del Cittadella siedeva un certo Pettinari, ma attenzione: non è Stefano, neoattaccante del Lecce, è Leonardo Pettinari, ex calciatore dell’Atalanta che lasciò anzitempo il calcio nel 2013 a 27 anni per una malformazione al cuore.

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