LECCE (di Gabriele De Pandis) –  Non ce ne voglia l’uomo partita Simone Palombi, autore di una doppietta che ha letteralmente svoltato i destini di questo settembre, ma la prima vittoria del Lecce in Serie B ha (anche) la firma di Andrea Tabanelli. Proprio lui, il desaparecido, l’oggetto misterioso che oggi, prima del 91′, aveva forse toccato il momento più basso della sua militanza in giallorosso. Il calcio, come la vita, è fatto però di momenti e di destini che cambiano, appunto. È il 91′ quando Tabanelli, dopo venti minuti che definire sottotono è un eufemismo, confeziona un lancio perfetto per lo scatto decisivo di Palombi che fa ballare di gioia il “Via del Mare“.

Fine momento romantico, inizio razionalità. Il 2-1 di oggi, che fa raggiungere quota 5 punti in classifica alla banda Liverani, non è figlio di una prestazione scaccia-dubbi. Ancora una volta il Lecce è apparso scevro di idee offensive, con il solo Palombi a preoccupare seriamente la retroguardia veneziana e, soprattutto in attacco, pieno di movimenti troppo scolastici.

C’è da migliorare, lo ribadiamo ancora. Ma farlo dopo una vittoria che regala un’enorme boccata d’ossigeno è meglio. Il principio è sempre in attacco: il Lecce di quest’avvio di campionato è appeso a Falco e Mancosu. Il primo, talento purissimo, è più pericoloso quando si posiziona dietro le punte. Gli equilibri di campo, crede probabilmente Liverani, possono permettere l’impiego così solo part-time. Vedremo.

Liverani continua a operare cambiamenti di formazione. Dietro esordiscono Bovo e Lepore, in attacco duo leggero Palombi-Falco con Mancosu a supporto, in barba alle voci di due punte alla vigilia. Il Venezia, orfano di Litteri e Pinato, rilancia l’ex Suciu in mezzo al campo con Falzerano (recuperato), Bentivoglio e i due fluidificanti Bruscagin e Garofalo. Anche il tecnico Stefano Vecchi tiene inizialmente in panchina le armi pesanti: Citro e Zigoni seduti, spazio ancora a Di Mariano e Geijo.

LA CRONACA- I primi 15 minuti vivono di una sterile pressione del Lecce, che non riesce a bucare il quintetto difensivo dei veneti. Bovo e Falco mandano sulla barriera due punizioni da buona posizione e al 7′ un calcio di punizione battuto a sorpresa porta Lepore al cross: solo brividi. Il Venezia è ordinato e quando riparte, specialmente sulla destra, punge. Un paio di cross di Bruscagin necessitano della migliore guardia di Bovo e al 13′ una saetta al volo di Di Mariano è effettivamente la prima palla gol.

Non nitida occasione, ma lodevole spunto è lo slalom di Falzerano al 24′ che, dopo essersi accollato la marcatura di tre uomini, libera al tiro (poi murato) Bentivoglio. Più Venezia che Lecce nella prima mezz’ora. Il gol annullato a Scavone proprio al 30′, su azione manovrata Falco-Lepore, sembra essere un punto di svolta. Invece no. Gli ospiti macinano possesso e gioco, Meccariello rischia il patatrac al 35′ e soltanto un tiraccio alto di Mancosu al 38′ allenta un po’ i nervi tesi dei giallorossi.

La ripresa parte a ritmi lenti anche se all’8′ Geijo spreca da pochi passi su servizio a pelo d’erba di Garofalo. La difesa del Lecce non fa una bella figura. Mancosu, sempre Mancosu, prova a svegliare il Lecce dal torpore, ma al 60′ il Venezia passa. Botta da fuori di Bentivoglio respinta male da Bleve, Di Mariano raccoglie e mette in rete. Liverani opta subito per le due punte. Dentro Pettinari e Tabanelli, out Scavone e Arrigoni. Falco va dietro Pettinari e Palombi.

Fisiologicamente, i giri del Lecce salgono. Pettinari buca sulla destra e si fa parare il diagonale da Lezzerini, ma sulla respinta Tabanelli e Palombi non riescono a ribadire in rete. Il Lecce sale di giri sì, e il pareggio arriva al 73′: Mancosu imbecca Palombi, che ringrazia e mette all’ angolo basso. Vecchi, che aveva già inserito Vrioni per tenere palla in attacco, rinvigorisce la mediana con Segre per Suciu.

Il vento sembra cambiare davvero: ora Domizzi e compagni si chiudono dietro a tappare le falle. L’attacco giallorosso preme anche se lo sgraziato Tabanelli rallenta i tempi di qualche offensiva sulla carta ottima. Manca la misura nei passaggi nei sedici metri finali e le vittorie nei duelli uno contro uno, quando i veneti alzano il muro. Poi arriva Tabanelli: da sgraziato a principesco e Palombi fredda ancora Lezzerini nel faccia a faccia col portiere lagunare. Può cominciare un’altra storia…

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