LECCE (di Gabriele De Pandis) – Il neoacquisto dell’ultim’ora messo a segno da Mauro Meluso è un nome forte per la difesa: Fabio Lucioni, 30enne proveniente dal Benevento a titolo definitivo, che rappresenta più di una garanzia per il pacchetto arretrato del Lecce.

Anche se rientrerà in campo soltanto nel mese di ottobre per via di una squalifica comminatagli nello scorso novembre per doping, Lucioni potrebbe vestire i panni del “salvatore della patria” in numerose occasioni.

Tante volte avversario– Il nome di Lucioni rievoca nella memoria di molti tifosi del Lecce le sfide tra giallorossi salentini e sanniti vissute in Lega Pro, quando dapprima il salto in B sembrava un tabù impossibile da sfatare per gli Stregoni, battuti nei play-off dal Lecce di Beretta e Zigoni. Poi, però, il primo Lecce del post-Tesoro fu costretto a mangiare la polvere dal Benevento che dominò il campionato 2015/’16, squadra che in difesa era guidata proprio dall’ex capitanop dei sanniti.

Serie A maledetta– Le carte in tavola ora si rovesceranno. Lucioni sarà una colonna del Lecce e (calendario permettendo) incontrerà per due volte da avversario il Benevento, la “sua” squadra che lo ha portato a calcare i campi della Serie A. L’esperienza di Lucioni nel massimo campionato però fu un mezzo incubo. Mentre la squadra faticava a togliersi il fastidioso zero alla voce punti in classifica, Lucioni, capitano del Benevento, fu coinvolto in un caso di doping con conseguente squalifica di 1 anno a seguito dell’utilizzo di uno spray cicatrizzante, il Clostebol, dopo un allenamento prima della partita con il Torino. Lucioni riuscì a collezionare 8 presenze in Serie A soltanto durante la sospensiva emessa prima della sentenza di condanna definitiva alla squalifica che terminerà, come detto, ad ottobre.

Stregato dalla “Strega”– Il mancato pieno apporto nella storica Serie A del Benevento non sminuisce affatto il legame tra Lucioni e il Benevento. Il difensore, prima di lasciare ufficialmente il club campano, ha postato sul proprio profilo Instagram una lettera:

“Cara Strega, ci siamo incontrati la prima volta nell’estate 2014. Io venivo da una retrocessione e tu avevi sfiorato la promozione.Abbiamo iniziato a percorrere la stessa strada e dopo averla sfiorata nel 2015, la gioia della serie B, l’abbiamo assaporata insieme l’anno dopo in quell’indimenticabile 30 aprile. Sembrava la festa più bella di sempre ma invece era solo l’inizio. Le 42 battaglie combattute in regular season e le 5 sfide epiche dei playoff con l’epilogo di quella serata dell’8 giugno 2017 che non potrò mai cancellare. Per la quantità di emozioni provate, insieme a te e insieme ai nostri splendidi tifosi. La Serie A conquistata con la fascia di Capitano al braccio. Semplicemente una favola. Poi sono arrivati anche i momenti bui, la mia squalifica e il dolore nel non poterti aiutare nell’impresa di rimanere nel campionato più importante. Infine la retrocessione, amara ma con il solito onore che ti contraddistingue da sempre. Come nella vita così anche nel calcio le storie, anche le più intense, hanno un inizio e poi giungono alla fine. Ma quei colori che ho dentro nessuno me li porterà via. Addio Strega, anzi arrivederci. Perché magari ci incontreremo ancora, da avversari, ma lo sarai solo per 90 minuti. Poi tornerò ad accarezzarti così come si accarezza uno dei ricordi più belli che ti è rimasto dentro“.

Da queste parole non può che comprendersi l’importanza degli anni al Benevento per la crescita personale e professionale di Lucioni, che oltre a quella sannita annovera altre esperienze in B con la Reggina (prima di sbarcare a Benevento, appunto) e in C con Barletta, Spezia, Ternana, Noicattaro, Monopoli, Gela e Siena.

Ci pensa Sticchi Damiani– Ad analizzare la difficile annata vissuta da Lucioni, si potrebbe trovare il grimaldello che probabilmente lo ha portato a sposare la causa leccese. A difendere Lucioni dinnanzi al Tribunale Antidoping c’era infatti Saverio Sticchi Damiani, presidente dell’US Lecce. Il lavoro del professore e avvocato leccese ha evidenziato la mancanza di responsabilità del difensore nella vicenda. Ora, simpaticamente, si potrebbe pensare che Lucioni farà magari “sorridere” il suo nuovo dirigente a suon di chiusure strappa applausi sugli avversari e, chissà, qualche gol…

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