LECCE (di Daniela D’Anna) – Trepidanti, estasiati, galvanizzati, o amareggiati, a seconda di come siano andate le gare in quest’ultimo mese, i tifosi di calcio, ma anche chi di solito non segue le partite di pallone, stanno vivendo con grande partecipazione i Mondiali in Russia. L’appuntamento con la finalissima di domenica prossima, 15 luglio, tra Croazia e Francia vedrà appiccicati alle televisioni ed anche online centinaia di milioni di fan affascinati dalla kermesse russa che volge all’epilogo.

La fortuna, ma non soltanto quella, finora ha spinto allo stremo le nazioni più potenti per superare i rivali meno quotati, ma animati da grande spirito agonistico. Fra giocatori in campo e spettatori sugli spalti, è il mondo intero che è andato in scena. Ed è allora che si assiste al trionfo dell’esibizione, quando occorre essere bravi sì a calciare in porta un pallone, ma anche un po’ egocentrici. Un discorso che accomuna giocatori e tifoserie per i quali la vita sembra sospesa, dipendendo dalle performance nei match.

Le Nazionali che fanno il successo di questa competizione in cui spicca, ahinoi, l’assenza dell’Italia quattro volte campione del Mondo, sono formate perlopiù da cosmopoliti e da atleti di una realtà internazionale, non solo calcistica, che sa coinvolgere anche i bambini. È una rappresentazione sportiva che abbraccia in dimensioni diverse tutte le categorie sportive. Immancabilmente c’è chi fa la parte del leone, fra lacrime di disperazione per un sogno che svanisce magari all’ultimo minuto di recupero e slogan laconici improntati all’esaltazione di un’impresa sul rettagolo verde.

Si stendono tappeti rossi ai protagonisti degli incontri di calcio: tutto concorre a rendere roboante la competizione. Anche e soprattutto le iniziali vittorie degli outsider hanno fatto scattare subito glorificazioni al dio del pallone che, in una realtà così frammentata, suscitano emozioni profonde ed intense in chi di norma non gode di titoloni e prime pagine. Ed è grazie a queste emozioni che giocatori meno dotati sono stati magari capaci di vere prodezze.

Come sosteneva Albert Einstein: “Dalla sfida nasce il progresso“; così dal confronto sul campo nascono nuove stelle nel firmamento calcistico. L’intero villaggio globale è riunito sotto la bandiera della compagine per la quale si sostiene l’affannosa causa in una competizione destinata a diventare nel prossimo futuro sempre più “universale”. Intenti alla realizzazione di ogni anelito davanti alle tv, persone di varie fasce d’età e di diverso ceto sociale sorridono a questi eventi che ci fanno sentire in un certo senso affratellati dal punto di vista del tifo pro o contro una Nazione.

Batte forte il cuore fino alla fine quando il campo decreterà la vincitrice della Coppa del Mondo 2018 tra Francia e Croazia. Brindiamo allora a quanti si sono misurati, hanno sbagliato, vinto, stupito e perso perché hanno scandito attimi di un’esistenza che tutti chiamiamo vita.

Commenti