PERUGIA (di Luca Manna) – Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore la festa per la promozione in B del 29 aprile scorso. Il Lecce è per i suoi tifosi qualcosa di veramente grande, che se si ha la fortuna di amare fin da bambini, diventa parte integrante delle nostre vite, qualcosa che ti fa piangere e ridere, un vero e proprio amore infinito che ti entra dentro e che ti porta a coinvolgere chiunque ti stia accanto.

Pochi giorni dopo la promozione, mi è stata raccontata una bellissima storia che mi ha confermato quanto grande, forte e coinvolgente possa essere a volte questo amore, soprattutto per chi per studio, per lavoro o altre scelte di vita è costretto ad allontanarsi dalla propria terra d’origine portandone però con sè i valori, la bellezza e quei due colori tatuati addosso per sempre.

È la storia di Massimo Chiffi, nato a Lecce nel 1962, dove ha vissuto la sua infanzia e la sua adolescenza. Dopo il diploma di infermiere professionale ed un breve periodo d’impiego al Centro Tumori di Milano, nel quale conobbe Cinzia, sua futura moglie, Massimo arrivò all’Ospedale Maggiore di Crema dove, come strumentista di sala operatoria ortopedica e di otorinolaringoiatria, si distinse per capacità, discrezione, correttezza e disponibilità. Vantava con orgoglio la sua origine salentina e spesso parlava con amici e colleghi della sua città con gli occhi che brillavano al ricordo delle giornate di sole o dello splendore della sua terra e della sua città nelle sere d’estate.

Massimo era un appassionato di sport, oltre che un grandissimo tifoso del Lecce e con il suo entusiasmo era riuscito a contagiare tutti i suoi colleghi cremaschi al punto da farne dei simpatizzanti della formazione giallorossa. Nel 2010, purtroppo, una spietata malattia portò via a Massimo l’amata Cinzia e, a distanza di pochi mesi, decise di raggiungerla in un tragico abbraccio senza più fineUna storia triste, ma che ha creato un seguito degno di essere raccontato.

Difatti, come spiegato dal dottor Luigi Marcarini, amico di Massimo che ringraziamo per averci messo a conoscenza e permesso di raccontare questa storia, da 8 anni presso il centro sportivo di Ripalta Guerina, vicino Crema, si tiene un memorial in onore di Massimo che coinvolge tutta l’azienda ospedaliera, il cui ricavato sarà devoluto in beneficienza al Centro di Musicoterapia di Ripalta Cremasca. La manifestzione prevede un torneo di calcio, uno di volley e giochi per adulti e bambini che ha come unico denominatore il ricordo di Massimo e del suo grandissimo amore per il Lecce. Per tale ragione, la squadra che rappresenta la sala operatoria, in cui giocano medici, ferristi ed anestesisti e della quale il dottor Marcarini è il capitano, indossa con orgoglio la maglia giallorossa del Lecce.

Una bellissima iniziativa, giunta alla sue ottava edizione, che quest’anno si terrà sabato 26 maggio, nello stesso giorno in cui il Lecce, che Massimo tanto amava, riceverà la premiazione per aver vinto il campionato. Sarebbe un bel gesto se i salentini residenti in zona partecipassero per ribadire agli amici cremaschi quanto grande possa essere l’amore ed il rispetto per la nostra terra e la nostra maglia.

Ed è grazie a storie come quella di Massimo Chiffi che, da fuorisede, sono estremamente orgoglioso di essere salentino e tifoso del Lecce; è grazie a storie come questa che ogni giorno a testa alta porto con me la bandiera del Salento e mi rendo conto di quanto siamo fortunati ad essere leccesi, salentini e tifosi del Lecce. Un tifo che è sinonimo di appartenenza, legame alle proprie origini, proprio come Massimo ha insegnato a chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo ed ascoltarlo nella sua vita sfortunata sì, ma che ha lasciato un ricordo indelebile in chi lo ha incrociato e stimato.

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