LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Vogliamo commentare la stagione 2017/’18 dei giallorossi (in attesa della Supercoppa di Lega Pro) dando un voto complessivo all’andamento ed al rendimento nell’arco dell’intero campionato a tutti i membri della famiglia dell’U.S. Lecce nel pagellone finale:

SAVERIO STICCHI DAMIANI (Presidente): Grinta, determinazione, rabbia, paura e poi la gioia di aver coronato quel sogno inseguito per 6 anni. La stagione non è certo stata facile, segnata dal cambio di allenatore dopo appena 3 giornate, polemiche infinite con la rivale Catania, tensioni interne ed una buona dose di stress. Non sono mancate le squalifiche e le inibizioni legate al momento più buio vissuto dalla squadra giallorossa e che hanno macchiato, sia pure minimamente, un campionato trionfale.

VOTO: 9,5


MAURO MELUSO (Direttore Sportivo): Se questo gruppo ha raggiunto la Serie B le basi le ha gettate certamente lui già dallo scorso anno. Un lavoro non sempre apprezzato da parte della piazza, ma che ha saputo creare quel giusto mix di effervescenza ed esperienza che è servito per scalare la montagna. Si è guadagnato il titolo di Ds più espulso nella storia dell’U.S. Lecce e pure per lui non sono mancate squalifiche, ammende e inibizioni. Ma tutto passa in secondo piano davanti al successo del torneo. Ora gli tocca cominciare già a pensare alla squadra da assemblare per ben figurare anche tra i Cadetti.

VOTO: 7,5


U.S. LECCE: Riuniamo in un’unica voce tutti i mebri del CdA e quanti operano quotidianamente nella società salentina. La stagione è stata lunga e laboriosa. Di imprevisti e problemi vari non ne sono certo mancati e la gioia della promozione è anche di Corrado Liguori, Stefano Adamo, Alessandro Adamo, Giuseppe Mercadante, Renè De Picciotto, Silvia Carofalo, Salvatore De Vitis, Paolo Del Brocco, Alessandro Onorato, Angelica De Mitri, Domenico Zinnari, Andrea Micati, Roberto Alberti, Donato Provenzano, Andrea Ferrante, Pierluigi Valentini, Alessandro Tondi, Franco Longo, Franco Marchello e tutti coloro che gravitano attorno al club giallorosso col loro impegno settimanale come steward ed hostess presenti al “Via del Mare“.

VOTO: 9


FILIPPO PERUCCHINI: Questo è stato per lui l’anno della definitiva consacrazione. Tornato a vestire la maglia del Lecce, ha difeso la sua porta in maniera impeccabile, concedendosi solo un paio di giornate in ombra. Per il resto, se la B è arrivata, il merito è anche del portierone bergamasco di nascita, ma ormai leccese d’azione, che ha conquistato sul campo quella categoria che più gli si attaglia.

VOTO: 8,5


CHECCO LEPORE (cap.): Campionato sulle montagne russe per il primo tifoso leccese che ha la fortuna e l’onore di indossare la casacca della squadra della sua città. Ha alternato momenti di splendida forma ad altri di scarsa brillantezza per via di un ruolo che si è saputo ritagliare negli anni ma che non è certo quello prediletto. Tante le presenze stagionali, anche quando la stanchezza avrebbe chiesto un impiego con più parsimonia, ma la forte influenza e l’esperienza che mette a disposizioone dei compagni ne ha fatto uno dei titolarissimi. Solo un infortunio muscolare lo ha tenuto ai margini nelle ultime due gare di campionato, ma ha partecipato simbolicamente alla gara vinta con la Paganese che ha decretato il ritorno in B dei salentini.

VOTO: 7,5


GIANMNARCO CHIRONI: Qualche apparizione in Coppa Italia di Serie C che ha confermato le buone potenzialità di cui dispone. Il ruolo di “secondo” lo ha vissuto con tranquillità e in aromonia con gli altrio estremi difensori leccesi. Peccato per la delusione nell’ultima giornata a Monopoli in cui si fa infilare 4 volte.

VOTO: 6


PAOLO VICINO: Pochissimo spazio per lui, ma sapeva di venire a fare esperienza in un club blasonato dove già lo stare a contatto con i compagni più esperti sarebbe stato motivo di orgoglio. Sempre partecipe alle vicende sportive della formazione giallorossa, si è attirato le simpatie di non pochi tifosi.

VOTO: S.V.


CICCIO COSENZA: Probabilmente lo scettro di migliore della stagione se lo è meritato lui. Idolo dei supporters di fede leccese, insuperabile e carismatico, ha guidato la difesa del Lecce concedendo pochissimo aglio avversari. In un campionato in cui ha visto cambiare di domenica in domenica il compagno di reparto, non ha mai perso la bussola e si è caricato sulle spalle la responsabilità di ergere un muro spesso invalicabile per quanque avversario.

VOTO: 9


ANTONIO MARINO: Stagione altalenante dopo l’infortunio che aveva accusato a Modena. Ha lavorato in silenzio e sofferto spesso in panchina dopo aver iniziato la stagione da titolare. Al momento del bisogno s’è fatto trovare pronto alla chiamata ed ha dato il suo contributo, sia pure se non sempre in maniera costante.

VOTO: 6,5


DAVIDE RICCARDI: Bravo e sfortunato. Quando stava per spiccare il volo e confermarsi un punto fermo nello scacchiere difensivo leccese, il guaio al ginocchio e la conseguente operazione lo hanno bloccato. Il suo contributo lo ha dato lo stesso, segnando gol che hanno portato al Lecce punti pesanti. La convocazione contro la Paganese è stato un regalo (meritato) che Liverani gli ha concesso.

VOTO: 7,5


LUCA DI MATTEO: Non ha mantenuto le attese in quanto a rendimento e costanza. Il ruolo di esterno sinistro di difesa lo ha penalizzato soprattutto in fase di non possesso. Anche i due infortuni patiti nel corso del torneo hanno compromesso la condizione di forma, ma si è fatto sempre trovare pronto alla chiamata.

VOTO: 6


SIMONE CIANCIO: Ha spesso morso il freno restando in panchina, ma ha dimostrato carattere ed orgoglio nelle occasioni in cui è sceso in campo. Nella seconda parte della stagione è tornato più che mai utile all’allenatore che lo ha impiegato al posto di Di Matteo. Strepitosa la rete segnata nella rimonta sulla Reggina nel match d’andata.

VOTO: 6,5


MATTEO LEGITTIMO (da gennaio): Il ritorno a casa dell’ex Trapani non è coinciso con quelle che erano certamente le attese sue e del club, ma l’impegno profuso ogni volta che è sceso in campo non è mai stato in discussione, anche perché ha dovuto giocare nel ruolo di centrale di difesa che gli ha ritagliato in maglia granata mister Calori, piuttosto che da esterno sinistro.

VOTO: 6


GIULIO GAMBARDELLA: Davvero pochi i minuti che ha avuto a disposizione per far vedere il talento di cui si dice sia dotato.

VOTO: S.V.


EMANUELE VALERI: Rispetto a Gambardella, qualche chance in più di giocare l’ha avuta, ma non ha convinto troppo il suo tecnico. A gennaio sembrava poter cambiare aria, invece è rimasto in giallorosso e si è sempre dimostrato in sintonia con i compagni. Tradito dalla voglia di strafare nell’ultimo match a Monopoli.

VOTO: 6


MARCO ARMELLINO: La punta di diamante del calciomercato estivo ha balbettato un po’ più del previsto per ripetersi sugli stessi livelli di Matera. Tra alti e bassi ha però tirto la carretta per tutta la stagione e ha messo a disposizione del gruppo la sua esperienza che non è poca. Suo il gol della matematica promozione segnato nella gara contro la Paganese e che resterà negli annali del calcio leccese.

VOTO: 7,5


ANDREA ARRIGONI: L’insostituibile. Con Liverani a dargli utili consigli e la responsabilità di guidare la manovra del Lecce è cresciuto a livelli esponenziali cancellando l’opaco ricordo dello scorso campionato e diventando uno dei beniamini dei tifosi leccesi. Neppure la frattura del setto nasale lo ha fermato.

VOTO: 9


MARCO MANCOSU: Ha preso spesso e volentieri la squadra sulle sue spalle, sia nelle giornate brillanti, che in quelle in cui si è stentato. Ha risolto con tiri formidabili partite complicate e giocato da trequartista pur di mettersi al servizio della causa comune. Encomiabili lo spirito di sacrificio e la grinta messi in campo dalla prima all’ultuima giornata.

VOTO: 9


PEDRO COSTA FERREIRA: Se lo accompagnasse una degna condizione fisica di certo sarebbe stato un punto fisso nello scacchiere giallorosso. Invece, tra infortuni e scarsa verve, ha finito per giocare molte meno partite del previsto, conquistandosi la fiducia del tecnico e dei tifosi solo nelle fasi conclusive della stagione.

VOTO: 6


RADOSLAV TSONEV: Non ha trovato posto tra i titolari con continuità, ma ha saputo farsi trovare preparato in quasi tutte le occasioni in cui è stato mandato nella mischia. Anche lui si è tolto la soddisfazione di segnare gol belli e pesanti e la sua giovane età ne fa un elemento su cui scommettere anche in Serie B.

VOTO: 7


LINAS MEGELAITIS: Sprazzi di presenze per il centrocampista lituano che ha lavorato in silenzio cercando di crescere tecnicamente e tatticamente, ma la concorrenza in mezzo al campo quest’anno era tanta.

VOTO: 6


RANSFORD SELASI (da gennaio): Reduce da un lungo infortunio, è arrivato a Lecce dal Pescara per rinforzare il centrocampo nel mercato invernale con buone credenziali da parte degli addetti ai lavori. Il suo rendimento è stato però al di sotto delle attese generali, ma le attenuanti non gli mancano.

VOTO: 6


ANDREA TABANELLI (da gennaio): Anche per lui vale il discorso fatto per Selasi. Le potenzialità sono enormi, ma la condizione fisica è ancora deficitaria per esprimersi come volevano sia lui, che il Lecce. In Serie C probabilmente fa fatica ad a giocare come sa e la Cadetteria potrebbe attagliarsi meglio alle sue caratteristiche tecniche. Di certo non è lui il tanto inseguito trequartista su cui sperava di contare Liverani.

VOTO: 6


GIACOMO LEZZI: Il giovane prodotto del vivaio giallorosso ha tutte le carte in regola per continuare nel proprio percorso di crescita tecnica. Gli resta la soddisfazione di tante convocazioni e qualche apparizione in prima squadra nell’anno della promozione in B.

VOTO: 6


SALVATORE CATURANO: Ha ripercorso per filo e per segno il campionato 2016/’17: girone d’andata alla grande e clamoroso crollo in quello di ritorno. Nonostante la società la scorsa estate abbia puntato tanto su di lui, è stato anche quest’anno un Caturano double-face che ha spiazzato Liverani ed i tifosi che contavano anche sui suoi gol per centrare quell’obiettivo poi comunque arrivato (ne ha realizzati 8). Troppo nervosismo e qualche polemica con la tifoseria hanno parzialmente offuscato la sua annata.

VOTO: 6,5


MATTEO DI PIAZZA: Altro idolo dei tifosi giallorossi. Ha vissuto tra alti e bassi il torneo in cui puntava ad essere il bomber del Lecce e seganre reti pesanti. Ci è riuscito a metà, facendo i conti con un rapporto spesso burrascoso con il tecnico, ritrovando serenità ed unità d’intenti dopo il ritiro romano susseguente al periodo di crisi vissuto dalla formazione leccese. Memorabile la rete segnata al Catania, l’esultanza e l’ovazione del “Via del Mare” tra le 10 messe a segno in campionato.

VOTO: 8


GIUSEPPE TORROMINO: Percorso in parallelo con Caturano, il suo gemello del gol. La sua stagione verrà ricordata soprattutto per il bel gesto di rescindere il contratto che lo legava all’U.S. Lecce nell’ultimo mese di campionato, quando un infortunio muscolare ne avrebbe impedito l’utilizzo. Grazie a quella soluzione, Pacilli è stato reintegrato in prima squadra e lui si è garantito l’amore del popolo giallorosso, già conquistato dalle sue prodezze.

VOTO: 7


MARIO PACILLI: Campionato difficile per l’amatissimo Super-Mario, accantonato da Liverani per la scarsa propensione a giostrare da trequartista e per via del modulo adottato dall’allenatore romano. A gennaio si infortuna nel momento in cui avrebbe dovuto andare via da Lecce, ma la sorte aveva in serbo un’altra possibilità per lui. Reintegrato dopo la rescissione di Torromino, ha potuto festeggiare la tanto sospirata Serie B solo sfiorata l’anno prima. La malasorte si è poi accanita con un nuovo infortunio nell’ultima partita della stagione.

VOTO: 6


ANDREA SARANITI (da gennaio): Appena arrivato, dimostra subito di che pasta sia fatto. Attaccante d’area di rigore, continua a segnare pure in giallorosso con una certa regolarità anche nelle settimane nere del Lecce. Fino alla 38^ giornata cerca di issarsi in vetta alla classifica marcatori del Girone C ma deve arrendersi, nonostante la rete seganata al “Veneziani” (12 gol tra Lecce e Virtus Francavilla).

VOTO: 7,5


EDGARAS DUBICKAS: I tifosi lo hanno dapprima apprezzato per la modestia e la simpatia legata alle sue difficoltà con l’Italiano, quindi lo hanno trasformato nell’antagonista dell’eroe Di Piazza per via delle consecutive presenze tra i titolari che Liverani gli ha concesso quando il bomber palermitano dava segni d’insofferenza. Ad ogni modo, nel Lecce ha saputo sfruttare la convivenza con calciatori di esperienza e tecnicamente dotati dai quali ha tratto spunti per crescere.

VOTO: 6,5


All. FABIO LIVERANI: Per mesi è stato osannato dai tifosi leccesi convinti di aver trovato in lui il talismano per infrangere il tabù del ritorno in B. La lunga serie di partite senza sconfitte, il primo posto conquistato all’8^ giornata e mantenuto fino alla 38^ lo hanno circondato di un’aura magica. Sul più bello, a riportare tutti con i piedi per terra è intervenuta qualche divergenza di vedute con alcuni giocatori-simbolo che hanno incrinato la fiducuia dell’ambiente nelle sue abilità. Ma non ha perso il timone durante la tempesta, ha saputo rimettere la barra a dritta e puntare verso la Serie B con sicurezza. Va ricordato che questo gruppo non lo ha creato lui, ma lo ha ereditato da mister Roberto Rizzo che puntava sul 4-3-3, modulo ben diverso dal 4-3-1-2 tanto caro all’ex tecnico della Ternana.

VOTO: 7,5


ALTRI PROTAGONISTI:

MIRKO DRUDI (da gennaio al Trapani): Finché è stato un calciatore del Lecce ha dovuto accomodarsi spesso in panchina a causa di infortuni vari. Quando è stato schierato titolare o da rincalzo ha alternato prestazioni discrete ad altre non in linea con le sue potenzialità. Passato al Trapani, ha giocato una delle migliori partite nel derby a Catania, regalando alla sua ex squadra una doppia possibilità di acciuffare la promozione in anticipo, come poi è accaduto.

VOTO: 6,5


CLAUDIO VINO (Team Manager): Se il Lecce ha saputo centrare la promozione tra i Cadetti facendo leva sulla forza e la coesione del gruppo, qualche merito ce lo dovrà pur avere. Per un anno intero ha saputo stare accanto ai giocatori e gestirne gli umori ballerini, le ansie, la foga e l’orgoglio. Di certo ha recitato alla grande il ruolo per il quale è stato scelto.

VOTO: 8


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