LECCE (di Gavino Coradduzza) – Suppongo che il racconto della partita tra Lecce e Paganese sia esercizio quasi inutile se si fa il confronto con il prodotto definitivo ottenuto: la promozione diretta! Di questa partita potremmo ricordare, ad esempio, l’inesauribile duello tra Matteo Di Piazza e l’ex Gomis, che il portiere campano, specializzatosi in miracoli, ha vinto quasi a mani basse.

Potremmo ricordare, inoltre, la simpatica Paganese molto impegnata nel tentativo di confezionare un regalo d’addio ad un centinaio di suoi tifosi “descamisados“, nudi dalla cintola in su ed encomiabimente solidali con i supporters giallorossi danzanti per il gol della vittoria finale firmato da Marco Armellino.

Potremmo ricordare anche una ripresa giocata a maglie larghe e a turbo disinserito, e l’ininterrotto coro di tutto lo stadio guidato come sempre dalla magnifica Curva Nord, ma ricorderemo certamente a lungo un magnifico gesto di recupero di valori divenuti obsoleti e rinverditi, a fine partita, da Fabio Liverani: stringere la mano ed abbracciare tutti i giocatori campani prima ancora di lasciarsi sommergere dall’abbraccio del tifo giallorosso (quasi 20.000 presenti). Un gesto inconsueto e per questo ancora più apprezzabile: questo è spirito sportivo autentico!

Ma consentitemi di salutare questa ritrovata Serie “B” con un motto di commozione per quel vessillo che io, Marco Mancosu e tutti i sardi nel mondo portiamo orgogliosamente ne cuore: il vessillo dei Quattro Mori. Grazie Marco, grazie per averlo portato in alto in mezzo alla marea giallorossa!

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