LECCE – Nella settimana dell’attesissima sfida Lecce-Paganese, ad accendere l’interesse dei tifosi giallorossi è anche la lunga intervista pubblicata sul Nuovo Quotidiano di Lecce, a firma del collega Antonio Imperiale, che ha raggiunto l’ex patron dell’U.S. Lecce, Giovanni Semeraro e di cui vi proponiamo alcuni stralci.

Il suo nome divide ancor oggi i sostenitori leccesi che, o lo osannano per i 18 anni di reggenza del club, o lo odiano per la vicenda del calcio-scommesse costato la retrocessione d’ufficio in Lega Pro alla squadra salentina. Intanto, nonostante gli 81 anni, annuncia che non mancherà all’appuntamento di domenica: «Ci sarò anche questa domenica. La mia è una grande passione che non può finire. La gioia, la sofferenza, è tutto inevitabile ed irrinunciabile».

L’ATTESA- Ecco come Semeraro senior sta vivendo questi giorni che separano dalla partita contro la Paganese che, in caso di successo della formazione di capitan Lepore, potrà valere il ritorno in B: «Con ansia. Non mi sento ancora sicuro. Catania e Trapani sono due grandi squadre. Dobbiamo avere ancora nervi saldi, il calcio è bizzarro, i rischi sono sempre dietro l’angolo».

IL CAMPIONATO E LA SOCIETÀ- «È stata una grande stagione. Ma dobbiamo cogliere sino al termine risultati degni del nostro passato. Scaramanticamente, vorrei aspettare il finale per parlare. Però mi piace dare atto ai meriti di questa società e del suo presidente Saverio Sticchi Damiani. Hanno lavorato molto bene negli acquisti, nella gestione, nel superare le delle fasi delicate. Meritano credito».

LA GESTIONE TESORO- «Un’esperienza scarsa, negativa. Ho sbagliato, per la fretta di togliermi questo fardello che si era fatto per me troppo pesante in un momento delicato».

L’ALLENATORE PREFERITO- «Ne ho apprezzati tanti. Se vuole un nome però dico Delio Rossi, un grande allenatore, ma anche una grande persona che ho ammirato molto».

derby Bari-LecceIL DERBY MALEDETTO- Il nefasto Bari-Lecce è stato il punto di non ritorno dell’esperienza dirigenziale «Fu una maledetta scivolata, una ferita che mi ha fatto male al cuore. Ne soffrirò per sempre. E intanto quel giocatore che sarebbe stato il protagonista del presunto fattaccio, dopo un anno di stop, gioca a grandi livelli in serie A». 

GLI ULTRÀ NON PERDONANO- Non poteva ovviamente mancare una domanda sul burrascoso rapporto tra la famiglia Semeraro e gli Ultrà Lecce: «I tifosi fanno i tifosi. Sono orgogliosi. Si sono sentiti feriti nell’orgoglio per la propria squadra. Li capisco. Spiace magari che dimentichino quanto di buono si è fatto».

GLI AMICI SPECIALI-  L’esperienza alla guida dell’U.S. Lecce ha comportato la condivisione del potere e dei ruoli, ma è servita per cementare rapporti di stima e fiducia che esistono ancor oggi: «Fenucci, fra tutti. Ha confermato in seguito tutto il suo valore. Un abile amministratore è stato mio figlio Rico. Come direttore sportivo Carlo Osti, peccato che sia capitato alla fine. Pantaleo Corvino è stato un dirigente importante. Fra la gente che ho avuto vicino, Peppino Palaia, ancora un grande amico, una persona impagabile, un grandissimo tifoso». 

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