LECCE (di Pierpaolo Sergio) – 20 aprile 1986: Roma 2 – Lecce 3… Avevamo 14/15 anni e seguiamo con passione e partecipazione il primo, storico campionato in Serie A del Lecce. Quella domenica (perché in quegli anni si giocava tutti la domenica pomeriggio) c’era un bel sole di inizio primavera e con gli amici di sempre si giocava a pallone emulando i colpi visti al “Via del Mare” nel corso di una stagione fallimentare, ma esaltante perché vissuta con lo spirito di chi fa le prime scoperte della vita. Allora si seguivano le cronache delle partite alla radio con “Tutto il calcio minuto per minuto” ed i gol si immaginavano, raccontati da maestri del giornalismo, prima di vederli in tv a “90° minuto“.

Il Lecce di Eugenio Fascetti era ormai matematicamente retrocesso da settimane e all’Olimpico era stato accolto come vittima sacrificale. La Roma si giocava lo scudetto in casa, la Juventus di Giovanni Trapattoni inseguiva senza troppa convinzione. Tutta l’Italia aspettava il successo degli uomini di Sven Goran Eriksson e la festa tricolore. Il piccolo e sgangherato Lecce venne snobbato da diversi romanisti che, nel pre-partita, si presentarono in campo con la sigaretta in bocca

Mentre anche noi ascoltavamo senza troppe speranze le notizie che la rediolina trasmetteva, sentimmo che la capolista era passata in vantaggio. Tutto sembrava compiuto. La festa dei tifosi della “Maggica” era in pieno fermento. Poi… Già, poi… All’improvviso il radiocronista avvertì del pareggio del Lecce e poi ancora gol, quindi pure il terzo. Ma a segnare era stato sempre il Lecce! Un moto d’orgoglio e attaccamento alla maglia pervase Beto Barbas e compagni che compirono l’impresa; il secondo gol della Roma non bastò a rompere il sortilegio e il “piccolo Lecce” passò alla storia per l’unico successo in trasferta (e che successo!) di quella stagione…

Il nostro pomeriggio assunse un sapore sconosciuto, diverso, nuovo… Il pallone restò fermo in un angolo e ci ritrovammo incollati alla radio a esultare per quell’incredibile risultato fuori da ogni pronostico, anche dei più ottimisti supporters leccesi. Nonostante l’amarezza per un torneo vissuto da comparsa, il nostro Lecce ci fece sentire all’improvviso grandi, al centro del mondo. I giallorossi salentini riscrissero il finale del campionato 1985/’86 e fecero impazzire di gioia un’intera tifoseria.

Spiacque per la Roma, squadra vista con simpatia per i comuni colori ed i cori da stadio mutuati dai CUCN e che erano rivisitazioni di quelli romanisti; ma capimmo che il Lecce poteva ancora tornare a giocare in Serie A e fare ben altre figure. No, non fu un sogno

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