PERUGIA (di Luca Manna) – Per il Lecce due partite in 4 giorni e 4 punti portati a casa, cammino regolare ed esattamente uguale alle immediate inseguitrici nella corsa alla promozione. Dovremmo essere contenti e felici di aver scavalcato altri due ostacoli mantenendo inalterate le distanze ed invece, bisogna essere sinceri, resta un po’ di amaro in bocca per ciò che poteva essere e non è stato. Sappiamo tutti come è andata ieri sera e sappiamo bene che pareggiare in casa contro la Fidelis Andria, soprattutto con un doppio vantaggio da gestire, non è un risultato di cui essere fieri, ma il calcio è lo sport più imprevedibile del mondo e, soprattutto, è quello in cui a volte la presunzione e la spacconeria vengono puniti. E non è detto che sia un male…

Certo, se avessimo pareggiato a Cosenza e vinto ieri sera, probabilmente l’umore di tutti i tifosi sarebbe stato diverso, ma non dobbiamo comunque dimenticare che nel pantano calabrese i ragazzi sono usciti da “eroi”, giocando una partita dal sapore antico, lottando nel fango e portando a casa 3 punti incredibili contro un avversario la cui classifica non rende giustizia al suo organico e che, a mio avviso, potrebbe essere una mina vagante nei play-off.

Ma il calcio vive di momenti ed è molto facile dimenticare ciò che è accaduto ieri, se oggi è accaduto qualcosa di diverso, soprattutto se lascia nel cuore un pizzico di delusione. Il campionato di Serie C, soprattutto nel girone meridionale, è di una difficoltà e imprevedibilità che probabilmente in nessun’altra categoria si trova, soprattutto se parti con l’obiettivo dichiarato della promozione e sai che l’unica strada certa per ottenerla è fare meglio delle avversarie del girone.

Ed è per questo che non bisogna mai commettere l’errore di guardare in casa d’altri senza prima pulire i panni sporchi nella propria; ed è per questo che nelle prossime 7 settimane converrà concentrarsi sui problemi di Catania e Trapani solo ed esclusivamente nella domenica in cui noi non giocheremo, rimanendo nelle altre concentrati su di noi, sulle nostre gare e sul nostro unico obiettivo. Credo che il pareggio di ieri sera sia nato per gioco del destino al 90° minuto di Bisceglie-Catania quando Delvino ha fatto il suo dovere di stipendiato della formazione pugliese pareggiando la partita e portando punti al Bisceglie… non al Lecce. Noi  invece abbiamo dato per scontato che quel goal, quel minuto, fosse quello che ammazzava il campionato, quello della fuga, quello di un +9 che avrebbe chiuso pratica e giochi. Ed invece non è così, perché le partite vanno giocate e vinte, sempre. Ed è qui che trovo l’errore del nostro Lecce ieri sera… siamo partiti bene e determinati, abbiamo fatto due goal e poi per un po’ abbiamo smesso di giocare, ci è venuto il cosiddetto “braccino”, abbiamo pensato di poter gestire partita, classifica e campionato. E purtroppo a volte questi calcoli si pagano…

Sia chiaro, a questa squadra ed al mister dobbiamo solo dare il nostro sostegno perché stiamo parlando di un Lecce primo in classifica con 7 lunghezze sulle seconde e a chi dice che potenzialmente sono 4 rispondo che non abbiamo alcun tipo di certezza su come finirà quel Catania-Trapani ed in quali condizioni di classifica e mentali si possa arrivare a quel giorno.

Però è ovvio che bisogna fare tesoro degli errori commessi e ricominciare subito ad avere la determinazione della partita di Cosenza, senza calcolare nulla mai, neanche per un minuto. Le immagini arrivate dalla Calabria ci hanno raccontato di un gruppo bellissimo che a fine partita aveva un unico comune denominatore, un sorriso enorme stampato sul volto sinonimo di felicità, consapevolezza e unità di intenti. Ma anche le immagini di ieri a fine partita ci hanno detto che la squadra sa di aver sciupato una grossa occasione, di aver sbagliato e quelle facce scure e quelle teste basse dopo la partita sono il simbolo di chi già domenica prossima, ne sono certo, tornerà a lottare con il coltello fra i denti.

Non capirò mai quella parte di tifoseria leccese che non riesce ad avere equilibrio nel giudizio di un singolo risultato e per questo mi rivolgo invece a quei tifosi che come me ieri sera erano delusi e arrabbiati, ma che sanno quanto di grande ed importante sia stato fatto finora. Dobbiamo stringerci fra noi e stringerci ad i ragazzi, dobbiamo far sentire la nostra voce, dobbiamo essere sempre il 12° uomo che è un ruolo che sappiamo svolgere alla perfezione e dobbiamo sostenere ancor di più quei ragazzi che per una prestazione negativa ieri sera, stanno subendo immeritati giudizi definitivi oggi da parte di chi è abituato a “gustarsi” Dybala e Icardi piuttosto che Ripa e Bianchimano…

Il destino è nelle nostre mani, lo dice la classifica, lo dicono i numeri… ma c’è una cosa che i numeri non dicono e che noi invece sappiamo perché lo abbiamo fatto finora: il destino devi guidarlo tu, devi spingerlo tu, devi influenzarlo tu, soprattutto quando hai tutto per portarlo per mano esattamente dove vuoi tu!

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