LECCE (di Gavino Coradduzza) – Un minuto di pensieri rivolti al ricordo di Davide Astori; un minuto di silenzio, di silenzio vero; un minuto di commozione, prima che il calcio reclami il suo diritto di giocare: si gioca Lecce-Matera. “Il mio mestiere è stupire” potrebbe dire Liverani: e manda in campo un Lecce inedito dalla cintola in su, schierando Mancosu come trequartista sui generis e Dubickas a far da tandem avanzato con Saraniti, mentre in panchina siede una formazione che, come quella in campo, potrebbe a sua volta guidare la classifica

Se però i risultati stanno dalla parte del tecnico, nessun può mettere in discussione le sue scelte salvo che, come poi si è visto, non sia lo stesso Liverani a sconfessarle rivoluzionando quel reparto sperimentale a qualche minuto dall’inizio della ripresa… Un pari contro il Matera non è risultato sconcio (anche perchè il vantaggio su chi insegue è rimasto immutato), però, sia pure con i ripetuti esperimenti, i gol diventano merce sempre più rara

L’avvio dei giallorossi è in qualche modo una ritrovata novità: è agonisticamente ragguardevole, quasi perentorio e costringe il Matera ad arginare all’interno della propria metà campo. È un Lecce che non solo ha rispolverato lo spirito giusto, ma si distende con armonia e velocità sorprendendo per la precisione delle geometrie e per la cattiveria agonistica (in verità mai venuta meno). È naturale che tutto questo non provochi l’annientamento dei lucani, che sul piano del palleggio non sono certo alle prime armi. Il Lecce arriva con facilità sulla trequarti al limite dell’area avversaria, ma è lì che si materializzano le imprecisioni nel tiro a rete (Selasi e Lepore)…

Saraniti si vede poco e Dubickas gironzola senza creare patemi d’animo al reparto diffensivo materano… Col trascorrere dei minuti comincia a vivacizzarsi il settore sinistro del Matera e da qui nascono le prime difficoltà di Armellino e Lepore rimediate dal solito, puntuale, Cosenza; ma la robusta sfuriata iniziale dei ragazzi di Liverani si annacqua progressivamente… Di frizzante rimane ormai soltanto il fresco venticello che prende d’infilata lo stadio ed i quasi diecimila presenti sugli spalti. Va raccontato anche il doppio tentativo del Matera di sorprendere Perucchini ed anche, nei minuti di chiusura del primo tempo, la fuga a tre contrastata da due soli giallorossi e finalizzata alla carlona…

Alla ripresa del gioco si ha la sensazione di vedere di nuovo il Lecce dell’avvio di partita; sensazione provvisoria perchè il Matera non batte ciglio, lascia sfogare e riorganizza sporadiche ripartenze. Dal cilindro di Saraniti non viene fuori la giocata cui ci ha abituati; è vero che i rifornimenti sono saltuari e di scarso pregio; è vero che i centrali lucani sono di buona stoffa, ma nè lui nè Dubickas danno l’impressione di poter preparare il colpo del successo, ed allora si cambia: escono Selasi e Saraniti, entrano Tabanelli e Di Piazza; Mancosu arretra verso una posizione più congeniale mentre Tabanelli veste, o dovrebbe vestire i panni del trequartista; cosa cambia? Poco o niente per quel che si vede in campo… Ora gli spalti attendono la giocata vincente di una delle bocche da fuoco giallorosse; dal 20° c’è in campo un altro pezzo pregiato: Torromino che sostituisce Dubickas…

marcatoriTenuto a lungo in naftalina (questa è l’impressione) Di Piazza (23°) comunica ufficialmente di aver smarrito il fiuto del gol: si presenta in solitudine, anzi accompagnato da uno scudiero che veste la stessa maglia (sono in due contro un portiere che aspetta solo di sapere chi dei due lo costringerà a raccogliere la palla dal fondo del sacco); può cercare tante soluzioni vincenti: driblare il portiere, sparare a rete, smistare verso il compagno ed invece tentenna, incespica sulla palla, vanifica la più ghiotta occasione da gol, subisce un fallo netto da rigore non ravvisato dall’arbitro: tutto incredibile

Il tono complessivo della partita scade progressivamente per quanto il Lecce cerchi ancora con tanta volontà di sbloccare il risultato; ci si affida definitivamente alle iniziative dei singoli, il collettivo è sparito; Mancosu ci prova alla sua maniera, ma si vede che non è serata per le sue bombe dalla media e lunga distanza… Un punto in cascina, un punto come quello conquistato da Catania; però almeno un’altra giornata di campionato è alle spalle

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