LECCE – La bacheca facebook di Stefano Di Chiara ha raccolto il toccante ricordo che l’ex difensore del Lecce ha rivolto alle tragedie accadute all’epoca della sua militanza in maglia giallorossa e che il dramma di Davide Astori ha fatto riaffiorare alla mente. Il dolore è rimasto immutato e le riflessioni dell’ancor oggi amatissimo componente della squadra che centrò per la prima volta la promozione in Serie A si confermano mai banali, sempre in linea con il suo stile ed il suo carattere schietto:

E poi ti ritrovi a commentare la morte… che fa parte inevitabile della vita e tutto il resto non vale più niente… per noi che già da un po’ di tempo che stiamo in giro non sarà l’ultima… il solito malinconico attimo che ti stringe l’animo, che senti a fior di pelle… la morte di un giocatore è eclatante perché inaspettata, poi nella sua camera in ritiro pregara, coccolato, monitorato… bel ragazzo, centrale difensivo abituato a soffrirsela, a rincorrere, concentrato a non prendere goal… Astori… tutto mancino ben impostato… i suoi amici, i compagni di squadra, la famiglia, i genitori… mi riporta indietro nel tempo a Lecce… a Ciro e Michele… la trasferta di Varese, non fermarono il campionato, che fenomeni senza sentimenti, giocammo in una giornata fredda con il petto che ci scoppiava… una tromba suonò il silenzio, una corona di fiori e poi fischio e si ricomincia… Come mi ritorna vicino quel tempo che fu… la confusione, la squadra divenne ancora più squadra, uniti nel dolore, lo spogliatoio con i loro posti vuoti… il loro sorriso scolpito nel cuore, la loro roba, le scarpe da calcio… non ci hanno fermati e forse poi è stato meglio così, come dicevano i Queen lo spettacolo continua… è inutile incazzasse, a che serve? Lecce è stato per me il crocevia della mia vita in campo e fuori, non ci bastavano solo Ciro e Michele, ma anche la figlia di Ciro, Valentina, e il figlio di Orlandi, Tommasonon siamo solo una maglietta con un numero, ma uomini… in quel periodo mi sono, ci siamo caricati una squadra giovanissima sulle spalle… il campo ci ha aiutato ad assorbire quel dolore, crescere ancora di più… si va avanti anche perché indietro non si può tornare… ma quel tempo rimarrà per sempre dentro di me… andare via così, senza preavviso, forse è la cosa migliore, ma non a questa età… no ed è difficile, impossibile da accettare

 

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