pagellePERUGIA (di Luca Manna) – Se avete avuto il coraggio e la voglia di leggere costantemente i miei pensieri in questa rubrica, sapete bene quale sia il mio modo di vivere il calcio ed il tifo per il Lecce in particolare. Sono un romantico, a volte nostalgico, che guarda al rettangolo verde paragonandolo spesso alla vita quotidiana in aspetti ed avvenimenti e che, quindi, tende a divertirsi e ad immergersi in parallelismi e paragoni talvolta strani, ma altre consoni. Sono un tifoso che si affeziona ad alcuni calciatori, che custodisce gelosamente ricordi e aneddoti riguardanti il Lecce e la sua storia e, di conseguenza, uno di quelli che alcuni “pezzi da 90” del passato giallorosso non li dimenticherà mai.

chevantonQuello più rappresentativo per me, senza voler mancare di rispetto ad altri miti assoluti o semplicemente senza volerli dimenticare, è sicuramente Ernesto Javier Chevanton, che per molti altri, incarna ciò che probabilmente rappresenta Maradona per i napoletani. Un calciatore fantastico che, oltre al suo essere fenomeno sul campo, ha conquistato il cuore di tutti innamorandosi follemente di questa maglia, di questa città e di questa terra, dimostrandolo in ogni gesto, in ogni parola, sempre e comunque e diventandone simbolo e orgoglio.

chevanton-a-terraPoco importa se qualcuno afferma che Cheva sia stato tra i responsabili della mancata promozione del primo anno in Lega Pro perché, anche se così fosse andata, il saldo fra positivo e negativo lasciato da questo ragazzo alla causa giallorossa sarebbe ben oltre il limite del segno “+”, senza dimenticare che il ricordo di quella stagione terribile è racchiuso in lui che in lacrime ha lasciato il campo dopo aver giocato scampoli della finale play-off contro il Carpi con una spalla lussata.

matteo-di-piazza-di-spalle-lecce-casertana-2-1Il Lecce di questo campionato ha molti protagonisti che potenzialmente mi possono fare affezionare e che possono conquistare il cuore mio e di molti altri tifosi, ma uno in particolare mi sta affascinando sempre di più, partita dopo partita mi sta conquistando con i suoi pregi e con i suoi difetti e che, con le dovute e ovvie proporzioni e consapevole che la strada è lunga e tortuosa prima di diventare un mito vivente come l’uruguaiano, ha un modo di giocare e di segnare che molto spesso mi fanno pensare: “Mamma mia, ho visto Chevanton!” Mi riferisco a Matteo Di Piazza, bomber siciliano, che non poco ci ha fatto attendere la scorsa estate prima di decidere di venire ad indossare la nostra maglia e che, ovviamente ha una storia ed un passato che sono assolutamente differenti da quelli di Cheva.

matteo-di-piazza-dopo-gol-alla-casertanaÈ stata un’autentica sorpresa per me scoprire le qualità tecniche di questo ragazzo che ha un modo di stare in campo ed un modo di cercare la porta che mi fa letteralmente impazzire. Alcuni goal visti finora sono autentici capolavori che solo chi possiede un talento naturale può pensare, provare e realizzare con tale costanza. Credo che Di Piazza sia un giocatore assolutamente di categoria superiore e che forse la sua carriera sia stata un po’ bloccata, magari da qualche atteggiamento che nel mondo del calcio può dare fastidio ad alcuni.

Di Piazza-Chevanton a molti può sembrare una volgarità, quasi una bestemmia, ma se andate a guardare il modo di calciare, di stare in campo e la spettacolarità di alcune giocate, vi renderete conto che in certi aspetti la somiglianza esiste eccome. È chiaro poi che le differenze in altre caratteristiche siano altrettanto evidenti e che parliamo di categorie assolutamente differenti e non paragonabili, ma ogni volta che rivedo i goal di Di Piazza mi sembra di subire lo stesso fascino di allora, lo stesso fascino di un passato lontano, ma indimenticabile.

Javier Ernesto Chevanton dopo il 2-1 al NapoliChevanton era un fenomeno assoluto, una gioia per i nostri occhi e ogni volta che stava per calciare una punizione eravamo lì ad osservare come se si fosse davanti ad un calcio di rigore; ho la sensazione che anche Di Piazza possa avere la stessa caratteristica, magari mai sfruttata o cercata ed in una squadra che da piazzato segna praticamente mai, potrebbe valere la pena di tentare.

Insomma, nulla vieta di sognare, nulla vieta di guardare al futuro e sperare che un giocatore possa in parte restituirci un sentimento che da troppo tempo non proviamo più, ben consapevoli che ci vorranno mesi e anni di goal e amore puro per potersi anche solo avvicinare a certe cose, a certi livelli e sottolineando che il paragone al momento regge solo ed esclusivamente su quanto visto sul rettangolo verde.

matteo-di-piazza-al-tiroAdesso non pensate male di me, che sia impazzito e possa sostituire Cheva nel mio cuore con un calciatore che veste la mia maglia, la nostra maglia da soli 4 mesi, ma sarà quel carattere un po’ così, quel modo di esultare sempre pittoresco, quel fantastico modo di fare goal, ma a volte mi capita di vedere Di Piazza e dire… “Ho visto Chevanton!

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