esultanza-lecce-cosenza-1-0-bisLECCE (di Gavino Coradduzza) – È andata che il Lecce ha vinto con la Casertana, ha rispolverato a tratti i preziosi di casa impolverati ad Andria, ma ha anche sudato freddo per altri tratti della partita e per talune discrepanze rimaste ancora irrisolte. Detto subito della ovvia flessione di presenze sugli spalti, meno di ottomila presenti, viene subito da rimarcare che quello che avvia la partita è un buon Lecce: piglio deciso, automatismi oliati, capacità di innescare i compagni con precisione anche ad occhi chiusi; si chiama intesa. Alla buona impressione iniziale contribuiscono in discreta misura anche i falchetti che paiono non disporre di validi argomenti calcistici. Si muove come colui che, senza bretelle e senza cinghia, si trascina con i pantaloni a mezz’asta. Soggiogata ed assediata nella propria metà campo, pare destinata a conoscere l’area avversaria soltanto per sentito dire…

checco-lepore-vs-akragasNon sarà così per l’intera partita, ma l’avvio non lascia spazio alla immaginazione di tono diverso. Ed infatti, forse perchè la preda sembra essere a portata di “zanne” (vecchio, brutto vizio…), dopo una quindicina di minuti o poco meno, il Lecce molla un tantino la presa consentendo ai campani di respirare e di visitare l’altra metà campo. Inizia così una fase nuova con i camapani che mostrano di saper “fare” la partita, talchè Lepore, già ammonito, nella foga di arginare la spinta propulsiva del suo diretto avversario, rischia il secondo giallo (perdonato) e Perucchini si deve inarcare per deviare in angolo una velenosa palla di Marotta

Sembra proprio un’altra partita, ben diversa da quella del primo quarto d’ora… Ed è anche assai rischiosa per gli uomini di Liverani. Aleggia talvolta il fantasma della prestazione di Andria anche se si confida, come sempre, sul guizzo di qualche pezzo da 90. Ed intanto è abbastanza curioso che le prime tre ammonizioni dell’incontro impartite per gioco falloso dell’arbitro Viotti siano tutte a carico della squadra di casa che, di norma, i falli dovrebbe subirli; qualcosa vorrà pur dire…

marco-mancosu-in-azioneLecce slegato, talvolta arrancante, frastornato dai non rari tentativi di tourbillon messi in mostra dai casertani. Il centrocampo, a parte qualche solitaria sgroppata di Mancosu, sonnecchia; Costa Ferreira svolazza qua e là ma con scarso costruttro, Di Piazza e Caturano ricalcano per molti aspetti l’abulia della partita di Andria, Pacilli frulla ai limiti dell’area, ma di inviti alle punte se ne vedono davvero pochi e tutti carichi di prevedibilità, così che il portiere ospite riesce a mantenere immacolati i suoi candidi pantaloncini. Insomma, il cigno dei primi minuti di partita si è trasformato in brutto anatroccolo: solo la “fatina Liverani” può riportarlo alla antica regalità…

stop-dpPuò essere che Liverani, senza ricorrere alla bacchetta magica, abbia pensato di bacchettare i suoi ragazzi durante l’intervallo, perchè essi rientrano in campo, come si dice, di buzzo buono. Otto minuti e Di Piazza “piazza” in dribbling il suo sinistro in rete da breve distanza: dunque serratura scardinata ed a questo punto la partita dovrebbe proseguire su una favorevole china. Ora il Lecce gioca con maggior tranquillità e ritrova la spinta parzialmente smarrita andando con ottima frequenza a pungere nell’area campana. Di Piazza, uscito Caturano sostituito da Torromino, trova più facilmente spazi e conclusioni a rete che mattono sulle spine Cardelli ed i suoi. Lecce ritrovato, ragionatore e sprecone, ma con la partita in pugno. È vero che l’uno a zero non tranqullizza del tutto, ma la Casertana, pur ancora in carne, non pare disporre di colpi efficaci per rimontare. O almeno così sembra, perchè ad otto minuti dal termine, Torromino regala la palla a centrocampo consentendo a Galli di spedirla, da ragguardevole distanza, a fil di palo alle spalle di Perucchini…

riccardi-esultaBrutta tegola per un Lecce che già pregustava il successo; ma Mancosu e compagni si buttano immediatamente all’arrembaggio e ritrovano il vantaggio con Riccardi (ancora lui) sugli sviluppi di calcio d’angolo. Il batticuore non sparisce per incanto, ma accompagna la squadra ed i suoi tifosi fino al termine. La conta dei punti conquistati dice “3“, e tanto consente di andare a riposare con sonni tranquilli…

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