logo-u-s-lecce-sfondo-arancioneLECCE (di Italo Aromolo) – Un mese di tempo per affinare la teoria in vista della pratica: per lo studente Lecce l’esame play-off incombe e la preparazione non può prescindere dal vantaggio di conoscere con ampio anticipo il nome dell’avversario, per poterne studiare pregi, difetti, schemi di gioco e uomini più pericolosi. Uscirà infatti quasi certamente dal trittico Gubbio-Sambenedettese-Feralpisalò la squadra che il 21 maggio sfiderà i giallorossi nella prima fase degli spareggi: la sesta classificata del Girone B (attualmente il Gubbio a 55 punti) affronterà la settima (se la giocano a 50 punti Feralpisalò e Sambenedettese) in gara unica il 14 maggio e chi ne uscirà vincitore se la vedrà con i salentini sette giorni dopo. Ma che tipo di squadre sono e perché vanno temute? Conosciamole una ad una.

GUBBIO
stemma gubbioVALORE ROSA: medio – UMORE: alto – CONDIZIONE ATTUALE: ottima. Partiamo dal Gubbio, la cui strada in direzione Lecce sembrerebbe la più agevole e facilmente percorribile. Gli eugubini, difendendo il +5 sulle rivali nelle ultime due giornate, giocherebbero in casa il sedicesimo di finale e a quel punto basterà non perdere nei novanta minuti perché, regolamento alla mano, in caso di pareggio passerà il turno la miglior classificata nella regular season. Se non fosse che proprio tra le mura amiche del “Pietro Barbetti” la formazione rossoblù ha patito una strana sindrome nel corso del campionato: in 18 partite sono arrivate ben 6 sconfitte e 22 gol incassati per uno dei peggiori ruolini casalinghi tra le compagini qualificate ai play-off. Squadra dunque piuttosto incostante, capace di prenderne 11 nella doppia sfida contro il Teramo quint’ultimo (1-5 all’andata e 6-0 al ritorno) e uscire indenne da campi infuocati come Padova (1-1), Reggio Emilia (1-1) e Pordenone (1-1): resta comunque più che positivo il bilancio stagionale del Gubbio, partito con ben altri propositi e affermatosi come squadra-rivelazione del torneo per il materiale tecnico decisamente inferiore alle altre in partenza. L’allenatore è Giuseppe Magi, che due anni fa ha guidato la Maceratese dei record in Lega Pro vincendo la Serie D senza sconfitte e, nel suo 4-3-1-2, gli uomini più pericolosi sono il trequartista ex Lecce Daniele Casiraghi (5 gol e 8 assist) ed il capocannoniere Daniele Ferretti (11 centri e 8 assist). Tra gli ex figura anche il difensore Sedrick Kalombo, che in maglia giallorossa ha fatto un paio di comparse nelle stagioni 2012/’13 e 2015/’16.

sambenedettese_calcio_since_2013SAMBENEDETTESE
VALORE ROSA: medio/alto – UMORE: basso – CONDIZIONE ATTUALE: scarsa. Piazza storica e passionale capace di portare allo stadio una media di oltre 4mila spettatori (contro i 1.100 del Gubbio e i 700 della Feralpi), San Benedetto sta ribollendo di entusiasmo per il ritorno in Lega Pro dopo quasi un decennio dal fallimento del 2009. Passione alimentata da un inizio di stagione fiammeggiante per la matricola marchigiana, che dopo due mesi di campionato occupava il primo posto in classifica sotto la guida tecnica di Ottavio Palladini: l’illusione è però durata poco, seguita da una lunga flessione di gioco e risultati culminata con l’avvicendamento in panchina e l’arrivo di mister Stefano Sanderra, ex tecnico di Catanzaro e Salernitana nonché tatticamente fautore del 4-3-3. La Samb ha dimostrato di saperci fare con squadre tecnicamente più attrezzate, avendo pareggiato con Parma e Venezia (2-2) e sconfitto Padova (1-0) e Reggiana (2-0): i play-off in questo senso potrebbero essere terreno fertile per una squadra che ha bisogno di certi stimoli per trarre il meglio di sé, a patto di cancellare le ultime cinque partite che hanno sottratto fiducia e serenità all’ambiente (solo 2 punti e forti contestazioni al tecnico). Il bomber principe è Leonardo Mancuso, che con 21 reti all’attivo comanda la classifica marcatori dell’intera Lega Pro ed è già stato opzionato dal Pescara per il prossimo anno: arginato lui, il potenziale offensivo della Samb si riduce a pochi e occasionali goleador (49 gol totali). A centrocampo l’uomo in più è Armin Bacinovic, arrivato nel mercato di gennaio dalla Ternana (Serie B) e soffiato al Lecce che a lungo lo aveva corteggiato.

stemma_feralpisalo_srlFERALPISALÒ
VALORE ROSA: alto – UMORE: medio – CONDIZIONE ATTUALE: buona. Quattro anni dopo l’umiliante 4-0 della stagione 2012/’13 il Lecce tornerebbe a giocare a Salò: nel frattempo da matricola spaesata quale era la società verdeblù si è stabilizzata in Lega Pro e ha costruito anno dopo anno squadre sempre più solide e robuste fino a quella, tecnicamente molto valida, di questa stagione. La quarta rosa più costosa del girone B (meglio solo Parma, Venezia e Reggiana) annovera tra gli elementi di maggior spessore gli ex Lecce Nicholas Caglioni e Juan Surraco e l’attaccante Simone Guerra, ex Virtus Entella e Venezia con ben 13 gol all’attivo. Con Antonino Asta in panchina è iniziata quella che doveva essere la stagione della maturità per la Feralpi: dopo alcuni risultati clamorosi (su tutti l’1-2 a Parma) e un secondo posto anche agganciato, la squadra si è arenata fino a scivolare ai primi di febbraio al nono posto, risultato costato l’esonero all’ex tecnico del Lecce. L’arrivo in panchina di Michele Serena non è coinciso con l’uscita dalla mediocrità: con 15 punti in 12 partite l’ex allenatore di Grosseto e Spezia ha fatto il minimo sindacale per conservare un posto nei play-off, da affrontare con la tranquillità ambientale e l’assenza di grandi pressioni che hanno sempre caratterizzato la piazza in riva al Garda.

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