Lo Sicco in azione AkragasLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Difficile compilare le pagelle della sfida Lecce-Akragas che ha visto i salentini impattare contro il muro eretto dalla formazione siciliana ma, soprattutto, rischiare di restare con un pugno di mosche in mano se l’ottimo Marco Bleve non avesse detto di no al 95° ad un Cristaldi tutto solo davanti a lui. Un pareggio che sa di amaro, come la sconfitta della scorsa settimana col Matera, e che consegna il minimo della posta in palio nel doppio impegno casalingo. Come Penelope, il Lecce di Braglia disfa proprio nel suo fortino quanto di buono riuscito a fare in mesi e mesi di rincorsa alla vetta della classifica. Molto appannati sono oggi apparsi Surraco, Moscardelli, Lepore e Doumbia. Degna di menzione, invece, la partita giocata da Fabrizio Lo Sicco, Ciccio Cosenza e Giuseppe Abruzzese.

  1. BLEVE: Sostituisce l’infortunato Perucchini e non lo fa rimpiangere. Nel primo tempo è abile a trovare il tempo gisusto nell’uscita su Di Piazza prima e Salandria poi, mentre nella ripresa salva la sua squadra da un secondo ko consecutivo davanti al pubblico amico con un intervento strepitoso su Cristaldi. VOTO: 7.5
  2. ALCIBIADE: Ancora imbambolato dopo la sconfitta col Matera. Appare confusionario e l’Akragas, sulla destra, si incunea più volte nella prima frazione di gioco dalla sua area di competenza. VOTO: 5 —> (dal 14′ s.t.) CURIALE: Entra per dare una mano al reparto offensivo che stentava a trovare il gol che poteva cambiare il volto alla partita ma non riesce praticamente mai ad innescarsi o farsi innescare dai compagni. VOTO: 5
  3. LEGITTIMO: Inizia bene la sua gara, ma poi va in apnea col passare dei minuti nonostante provi a proporsi con continuità sull’out sinistro. Troppi palloni persi che innescano ripartenze potenzialmente micidiali degli ospiti e che solo la buona sorte fa sì che non si concretizzino. VOTO: 5.5
  4. LO SICCO: Chiamato a giocare datitolare per la prima volta e dovendo sostituire capitan Papini, l’ex Pistoiese si rene protagonista di una buona prova che “rischia” di sugellare con una rete personale. Carattere e fosforo al servizio dei compagni che però oggi non avevano le necessaria lucidità. VOTO: 7
  5. COSENZA: Bentornato alla vera diga della difesa giallorossa. Stronca sul nascere ogni velleità dei siciliani e ci mette più volte una pezza in situzioni ingarbugliate. Su di lui si infrangono i sogni di gloria degli uomini di mister Rigoli. Nel finale di match, Braglia lo schiera in attacco a far da guastatore ma non trova lo spunto buono neppure sugli 11 corner calciati dal Lecce. VOTO: 7
  6. ABRUZZESE: Altro rientro di spessore e valore per la difesa giallorossa. Contribuisce a sventare ogni azione minacciosa degli ospiti e prova a dettare il passaggio filtrante in avanti, ma oggi non c’era modo di perforare la rete agrigentina. VOTO: 7
  7. LEPORE: Corre tanto ed a perdifiato; sta proprio in questo aspetto la problematicità di questo suo periodo in cui non sta riuscendo a coniugare come sa e può quantità con qualità. VOTO: 5.5
  8. SALVI: “Orfano” del gemello Papini si piazza in mezzo al campo col compito di dare una mano sia in fase d’attacco, che di contenimento. Il suo voto lievita per l’intelligenza che dimostra nel costringere Cristaldi a spostarsi la palla sul piede sinistro nel contropiede al 95° in cui il Lecce ha rischiato l’harakiri. VOTO: 6.5
  9. MOSCARDELLI: Inizia benino il suo impegno ma poi il primo vero caldo della stagione ed un pomeriggio-no lo portano a sbagliare due reti praticamente fatte che un bomber del suo rango difficilmente fallisce. Resta in campo fino alla fine, nonostante meritasse magari di lasciare il campo al posto di qualche altro suo compagno. VOTO: 5
  10. SURRACO: Da un po’ di tempo ormai non è più il Surraco a cui ci aveva (ben) abituato. Soffre le marcature strette e cincischia col pallone tra i piedi non trovando mai la giocata vincente o vantaggiosa. VOTO: 4.5 —> (dal 29′ s.t.) CARROZZA: Braglia gli concede un altro spezzone di partita confidando nella sua abilità sui cross, ma nemmeno lui è abile a mettere lasfera sulla testa degli attaccanti giallorossi. Entra comunque bene in partita. VOTO: 6
  11. CATURANO: Inizia da titolare la sfida contro gli isolani e vorrebbe dimostrare di meritarsi questa benedetta maglia nell’11 iniziale con maggior frequenza. La disposizione della difesa ospite toglie però spazio e aria ai calciatori leccesi e lui spesso sembra pestare i piedi a Moscardelli. Viene richiamato in panca quando magari sarebbe potuto essere schierato da attaccante centrale nel finale di match. VOTO: 6 —> (dal 14′ s.t.) DOUMBIA: Oramai è diventata una costante: da potenziale mina vagante per le retroguardie avversarie, si dimostra proiettile a salve, inoffensivo ed innocuo, non trovando mai la via della rete, né il modo di essere utile alla causa comune. VOTO: 4.5

All. Piero BRAGLIA: Nel post-gara si assume in parte le proprie responsabilità per il delicato momento che la sua squadra sta attraversando, ma non si esime dall’accusare qualche pedina di avere scarsa personalità o non saper gettare il cuore oltre l’ostacolo. Ad ogni modo, se il Lecce mette in area decine e decine di cross, ma non trova altre alternative nel cercare la via del gol, qualcosa che non va c’è. Conferma di non vedere di buon occhio qualche elemento della rosa giallorossa che fa (testualmente) “il broncino”, prediligendo gente come Carrozza o Lo Sicco che non fanno una piega se vanno in panchina. Il suo ammonimento a guardarsi le spalle altrimenti si rischia di non raggiungere neppure i play-off se non è che sorprenda, un po’ inquieta… VOTO: 5

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