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Tiziano Prinari, centrocampista del Nardò, scorer al “Viviani” di Potenza

NARDO’- Una stagione dalle emozioni forti destinate a non finire. La sosta pasquale consegna al Girone H della Serie D un Nardò capolista assieme alla corazzata Virtus Francavilla, inceppatasi nelle ultime uscite e rimontata dalla truppa dei ragazzi di mister Ragno. Ragazzi nel vero senso della parola. Il Toro, alla terza vittoria consecutiva al “Viviani” fa della sua forza l’unità del gruppo, elemento dove la batteria degli under, tra le migliori dello Stivale, gioca un ruolo importante. Il primo posto riconquistato dopo l’exploit iniziale è un segnale importante per questa squadra, una prova di forza che assume un valore ancor più importante se si pensa alla strada percorsa in queste due stagioni succedute al fallimento e alla radiazione della storica Nardò calcio. Il salto in Lega Pro è un sogno che tutti i tifosi granata coltivano, chi più chi meno, in segreto, ma il dato della classifica con il Nardò lassù permette dolci pensieri anche ai supporter più negativi. L’inverno nero con otto turni senza vittorie sembra ormai un ricordo, Vicedomini e soci hanno metabolizzato al meglio i rimpianti del derby col Taranto mettendo in cassa la terza vittoria consecutiva in trasferta, poi la pareggite della Virtus ha fatto il resto.

Carlo Vicedomini, capitano del Nardò
Carlo Vicedomini, capitano del Nardò

Un sogno vissuto nell’anno successivo alla rinascita. E’ questa l’estrema sintesi dell’annata. Un anno e mezzo fa la neonata ACD Nardò muoveva i suoi primi passi nel campionato di Eccellenza Pugliese e, sorretta dal calore del suo pubblico, pian piano dava linfa alle sue ambizioni che diventavano sempre più grandi fino alla missione D conseguita grazie al gruppo messo a disposizione di mister Ragno, forte e tenace nel mantenersi saldo nonostante il duello della regular season sia stato vinto dall’ormai rivale Virtus Francavilla. I play-off non hanno fatto altro che celebrare il segreto che è il leitmotiv di questo Toro: la forza del gruppo, priorità rispetto a ogni individualità. E’ stato proprio il gruppo a serrare le fila nel periodo peggiore di questa stagione, è stato il gruppo a ricompattarsi dopo qualche partenza eccellente e il riassetto senza più una gerarchia under-over (Ragno ormai è solito schierare anche cinque o sei giovani), messa in cantina a beneficio di un’unità d’intenti basata sulla collaborazione e sulla realizzazione di qualcosa che potrebbe essere storico per il calcio neretino.

Il calore del “Giovanni Paolo II”, quel fattore chiave nel forcing finale di undici mesi fa, mancherà in due delle sei finali che Vicedomini e compagni affronteranno da qui alla fine della regular season. Già in casa col Serpentara tutti questi pensieri devono far parte di un passato sì vicinissimo ma lontano nell’approccio da mettere in campo. Il Nardò sta combattendo egregiamente in questo torneo, palesando una tempra forte, più forte anche di qualche guaio messo sulla strada dal destino. Dalla rinascita al sogno il passo potrebbe essere breve

 

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