Alberto Frigerio, ex portiere del Gallipoli
Alberto Frigerio, ex portiere del Gallipoli

GALLIPOLI – La mini-serie positiva del Gallipoli prima del 5-0 di Fondi, caratterizzata dai 4 punti messi in saccoccia contro Pomigliano e Aprilia, non è bastata ad evitare gli ennesimi guai societari. Il portiere Alberto Frigerio, ben comportatosi nelle sue apparizioni con la casacca del Gallo, è approdato in Svizzera all’Arbedo, società militante nel terzo livello del campionato elvetico.

Il portiere lombardo, pronto a quest’avventura al di là delle Alpi dopo la parentesi in riva allo Jonio, si è raccontato ai nostri microfoni:

Cosa ti ha spinto a lasciare il Gallipoli?

“Lasciare Gallipoli è stato difficile, molto! Ho sempre sperato che le cose si aggiustassero perché comunque una piazza del genere merita altre posizioni ed altre categorie. Sono dispiaciuto anche per me dato che stavo facendo un ottimo campionato e, dopo il rientro dall’infortunio, finire il campionato portando con raggiungimento della salvezza sarebbe stato il massimo! Ma, purtroppo, per chi come me vive di calcio e soprattutto a  non 50 non 100, bensì a 1200 chilometri lontano da casa, e deve accollarsi spese viene difficile continuare quando mancano le basi degli accordi. Ho ricevuto riscontro dall’affetto della gente gallipolina, ho dato tanto alla causa Gallipoli, ma purtroppo ci sono state difficoltà a rispettare gli accordi da parte della società. In più, tengo a precisare che non me ne sono comunque andato via di mia spontanea volontà,  pur essendoci tutti  i problemi che c’erano nel rispettar gli accordi, ma sono stato allontanato dalla società  senza una vera motivazione. Volevo aiutare la mia squadra a raggiungere l’obiettivo della salvezza, e non solamente a parole. Alla riapertura del calciomercato, a dicembre, ho avuto la possibilità di andare altrove ma ho rifiutato proposte interessanti, anche dal punto di vista economico, per lottare con i miei compagni a Gallipoli. Non li avrei abbandonati mai. Ho seguito il cuore, anteponendo tutto questo ai miei interessi personali. Ma è evidente che questo, per la società, non abbia significato niente. Ero sul punto di mollare, dato come sono stato trattato l’ultimo mese ma ho resistito a ogni difficoltà o provocazione che mi era stata messa davanti”.

Come hai passato questo periodo di stop forzato in attesa della firma del contratto? Come è stata la trattativa?

“Stare senza calcio per uno che ha sempre fatto della propria passione il suo lavoro è veramente difficile. È stata dura vivere le domeniche in cui alle 14.30, invece di scender in campo per una nuova battaglia, ero lì sul divano a vedere le altre partite e seguire in contatto SMS i tuoi ex compagni sperando che riuscissero a strappare qualche punto e sapendo che tu non potevi più dargli una mano dopo che per mesi hai sputato sangue ogni domenica con loro. Sono riuscito a trovar un accordo con l’Arbedo, una società svizzera, per continuare la stagione e aprirmi nuovi mercati anche su questo fronte. La trattativa é stata veloce sia perché anche lì il calciomercato era agli sgoccioli, ma anche perché il presidente Luigi de Carli mi ha dato tutte le garanzie che ogni giocatore dovrebbe avere, e che non avevo avuto fino a ora. Questo mi fa capire che è il nostro calcio è sempre più malato e sarà continuamente rovinato da chi lo sfrutta sempre più per interessi solo e unicamente personali! In Svizzera c’è un ambiente sereno, familiare e soprattutto serio! Sicuramente sarà un’ottima esperienza e spero di concludere questa stagione con il raggiungimento della vittoria del campionato, dato che l’Arbedo è prima in classifica con una partita in meno. Siamo potenzialmente a +4 dalla seconda”

Cosa ti senti di dire ai supporters gallipolini?

“Mi sento di fare un saluto particolare a tutti. Ho avuto il piacere di instaurare un bel rapporto con i tifosi, perché prima di esserci il rapporto ultras-giocatore ci deve essere un rapporto umano con alla base il rispetto e, per quello che riguarda me, sono delle persone fantastiche che fanno sacrifici per esser sempre presenti anche in trasferte lunghe e nonostante le mille difficoltà. Anche e sopratutto per loro ho cercato di dare il massimo per questa maglia! Il mio augurio è che il Gallipoli possa tornare dove gli spetti, si ripresenti a calcare altri palcoscenici ma sopratutto che il Gallipoli torni con basi solide e sicure che sono fondamentali per far tutto questo. Ma,  oltre alla tifoseria, posso dire che la città di Gallipoli è fatta di persone di cuore e a settembre, prima di scender giù per sposare questa causa, non credevo potessi star così bene. Ringrazio tutti di cuore.”

In ogni caso, quest’esperienza è stata positiva visto il rendimento che hai sfoderato tra i pali…

“Questa esperienza mi è servita a farmi conoscere in questo Girone H, campionato dove non avevo mai giocato. Penso che con quello che ho dimostrato il mio nome stia iniziato a girare anche in queste zone. Spero di tornare a Gallipoli per poter ambire a qualcosa di importante perché questa città se lo merita”.

Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.