copertina numeri lupaLECCE (di Italo Aromolo) – E’ il rischio di voler essere imbianchini e non pittori quello di ritrovarsi con un pennello in mano e incapaci di dipingere: a volte la bruttezza non basta. Certamente non è bastata al Lecce per evitare l’ennesima magra figura rimediata contro un avversario, la Lupa Castelli Romani, che forse i pennelli non li aveva mai presi e invece si è trovata a disegnare il più bel Van Gogh della vita. Ma c’è tanto mecenatismo giallorosso nell’1-1 andato in scena allo stadio “Manlio Scopigno” e foriero di grandi rimpianti per la formazione di mister Braglia, che con la mancata vittoria ha visto svanire l’aggancio in classifica al Foggia e la possibilità di dimezzare le distanze dalla capolista Casertana. Resta al terzo posto ma con qualche interrogativo in più legato all’andamento del match: vediamo perché.

I NUMERI – La prima sorpresa si ha alla lettura delle formazioni. Braglia ribalta convinzioni e convenzioni optando per il 4-4-2 con Carrozza e Vécsei ai lati, ma forse ai lati così tanto da risultare avulsi dal gioco: soltanto 4 palle in area per il centrocampista gallipolino, addirittura una per il talento ungherese. La mossa tattica non paga, perché la Lupa Castelli fa la partita, si affaccia diverse volte dalle parti di Perucchini e arrivare a totalizzare 5 conclusioni a rete. Il Lecce pare un purgatorio di anime pallide alla vaga ricerca del paradiso: si contano 19 palle in area e 12 cross ma 1 solo tiro in porta, il debole colpo di testa di Freddi su azione di calcio d’angolo. La formazione giallorossa soffre soprattutto a destra (75% delle offensive amarantocelesti), dove nel ruolo di terzino Checco Lepore è evidentemente a disagio, ma è tutta la squadra ad essere assente e lo si capisce quando al 26’ Abruzzese rischia di perder palla da ultimo uomo o al ’42 una punizione viene battuta sui piedi del centrocampista avversario.

lupa lecceIl primo tempo si chiude tra le perplessità e induce il tecnico maremmano a rovistare tra le riserve: fuori Carrozza e dentro Liviero, con un eccellente Legittimo (anche 1 tiro per lui) spostato al centro e il ritorno al buon vecchio 3-5-2. Il laterale di Castelfranco Veneto dà fiato e sonorità alla manovra, rivitalizzando la fascia sinistra da cui partono 2 tiri, 5 cross e 7 palle in area. Al 59’ Braglia manda in campo il neo acquisto Sasà Caturano e il Lecce come d’incanto trova il suo momento magico, proprio su corner di Liviero: bastano 14 minuti all’ex attaccante dell’Ascoli per realizzare il gol dell’1-0 e iniziare a scalare posizioni nello star system dei tifosi giallorossi.

A questo punto il Lecce si adagia sugli allori credendo forse di aver già vinto la partita, senza fare i conti con il quasi palo di Caturano e la sua uscita anzitempo per infortunio. E senza ritenere l’orgoglio della Lupa qualcosa in più dello smisurato e altrettanto inutile bilancio dei corner: 13-1. La doccia fredda arriva all’ ’87 grazie a un tiro di Mastropietro deviato da Freddi, ma già qualche minuto prima un colpo di testa di poco a lato aveva fatto correre i brividi ai tifosi giallorossi. 

Il risultato finale è un vero peccato perché in caso di vittoria si sarebbe parlato di grinta, cinismo e spirito battagliero, e invece dopo l’ennesima Corea le parole ricorrenti  sono occasione persa, mancanza di bel gioco e pochezza offensiva: un po’ imbianchini e un po’ pittori non guasterebbe.

Di seguito tutte le statistiche di Lupa Castelli Romani-Lecce:

TIRI IN PORTA:                           LUPA 1       LECCE 1         

TIRI FUORI E/O RESPINTI:       LUPA  6       LECCE 9        

PALLE IN AREA DI RIGORE:   LUPA 21      LECCE 38      

CROSS EFFETTUATI:                 LUPA          LECCE 10       

OFF-SIDE:                                     LUPA 5       LECCE 6         

CORNER:                                      LUPA 1       LECCE 13          

FALLI SUBITI:                             LUPA 9       LECCE 16        

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