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Arturo Di Napoli

LECCE (di Gavino Coradduzza) – Le prime mosse degli uomini di “Re Artù” (Arturo Di Napoli), vale a dire quel che va sotto il nome di “approccio alla partita”, avevano probabilmente lo scopo di sorprendere il Lecce e di affermare che il Messina non era sceso in campo per recitare il ruolo marginale di comparsa. Il Lecce non si scomponeva più di tanto, abbozzava, stringeva i ranghi ed approntava le giuste misure per confezionare ed indossare il vestito da squadra che intende proseguire nella scalata alle posizioni di vertice. Il compito, in verità, non è dei più facili perchè gli isolani rispondevano colpo su colpo. 

La prima frazione di gioco è stata abbastanza avara di emozioni, priva di spunti tali da alimentare l’entusiasmo delle falangi del tifo che, come sempre, ha incitato… a prescindere. Complice l’atteggiamento insolitamente cauto degli esterni di centrocampo (Legittimo spinge poco ed un ottimo Lepore non può sdoppiarsi sulle due fasce), a Curiale e Moscardelli non arrivano suggerimenti entusiasmanti. Surraco ha sgobbato prevalentemente tra le due linee avanzate dando tuttavia la sensazione di essere più fluttuante e lezioso che concreto. Ha poi fatto capolino anche qualche svarione di troppo e sono rispuntate talune approssimazioni negli appoggi e nelle aperture. A fine gara Braglia confesserà di essersi un po’ inc…ato negli ultimi minuti della frazione, e se lo dice lui… Il tecnico ha recriminato a buon diritto perchè quelle imprecisioni vanificano sul nascere manovre e situazioni che potrebbero procurare risultati concreti. Il Messina ha da parte sua confermato di essere un complesso arcigno ed equilibrato, con un buon pacchetto difensivo, ma alquanto impalpabile in attacco. Non ha fatto mostra di titoli che potrebbero farlo definire “squadrone”, però non ha mai piegato la schiena. Lo 0-0 del primo tempo ci stava dunque tutto.
lecce messina surraco
Juan Surraco

Il Lecce che è rientrato in campo dopo la pausa è apparso rinfrancato, più tonico e dunque più battagliero e solido; ma anche i siciliani devono aver trovato nel thè caldo dell’intervallo nuova verve ed iniziative più ficcanti; l’equilibrio della partita non è cambiato dunque di molto mentre aumentavano, queste sì, le “punture” verso la porta avversaria, da una parte e dall’altra. Si era appena all’undicesimo minuto di gioco quando Curiale si è invece involato dal cerchio centrale ad offrire a Surraco la palla del gol del vantaggio: il Messina, sbilanciato in avanti, si è quindi trovato a fronteggiare tre giallorossi con un solo difensore. La partita si è chiusa virtualmente, qualche minuto più avanti, quando Baccolo, già ammonito, si è concesso una fanciullesca iniziativa andando a commettere un fallo tanto inutile, quanto ingenuo perchè commesso in zona ed in situazione di pericolosità pari a zero: secondo giallo virato subito in rosso! Il rosso diretto anche per De Feudis a 15′ dal termine ha ristabilito la parità numerica facendo lievitare l’ansia del risultato che restava ancora appeso al filo dell’1-0 firmato da quel Surraco che nel corso della ripresa è diventato metronomo, regista e suggeritore, il tutto assai bene. Sarà anche il caso di sottolineare la persistente effervescenza di Lepore, ottimo cecchino nell’occasione del gol del raddoppio e la sagacia inesauribile di Papini nel solcare il mare magnum del centrocampo con il cipiglio del capitano Akab a caccia di Moby Dick, la balena bianca: per la balena bianca non c’è stato così scampo! Ha vinto il Lecce con quel punteggio che un tempo si definiva classico, all’inglese; non si usa più, ma ieri è calzato a pennello!

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