LECCE – Nella suggestiva cornice dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, che sorge sulla Strada Provinciale Squinzano-Casalabate, sono stati presentati la prima fase dei lavori di restauro appena conclusi, i prossimi interventi in cantiere e il progetto di valorizzazione dell’antico complesso monumentale che la Provincia di Lecce ha concesso in affido al FAI – Fondo Ambiente Italiano. Dopo tre anni si è conclusa la prima fase dei lavori di restauro del complesso monumentale.
Nel 2012 la Provincia ha affidato la gestione trentennale di Cerrate al FAI, avviando così una collaborazione tra pubblico e privato allora inedita. Obiettivo della collaborazione: valorizzare l’Abbazia e il suo contesto partecipando al restauro, assicurando la manutenzione, migliorando i servizi, ampliando l’offerta culturale e in generale promuovendo la conoscenza a livello nazionale e internazionale di questo monumento, prezioso fulcro del territorio salentino nella provincia di Lecce.
La prima fase dei restauri, su progetto del FAI, è stata finanziata dalla Provincia di Lecce, grazie al contributo europeo di 2.500.000 euro sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013 – “Attrattori culturali, naturali e turismo”. Grazie al finanziamento si è proceduto al restauro e all’adeguamento impiantistico della Casa monastica, che ospiterà l’accoglienza ai visitatori, i servizi e alcuni spazi espositivi, e della Casa del massaro, che manterrà la destinazione didattico–espositiva al piano terra, nel cosiddetto stabilimento, mentre al primo piano ospiterà ambienti allestiti come l’ottocentesca casa del fattore e una foresteria in stile salentino.
Inoltre, grazie a donazioni private, il FAI ha finanziato direttamente la diagnostica e gli studi preliminari, il progetto di restauro – affidato al coordinamento scientifico di Daniela Esposito, Ordinario di Restauro e Direttore della Scuola di Specializzazione di Restauro dei Monumenti dell’Università La Sapienza di Roma -, la direzione lavori e la sorveglianza archeologica.
Tra gli interventi di restauro più rilevanti realizzati: la facciata d’ingresso del complesso abbaziale, che i precedenti lavori avevano dotato di un fronte vetrato e che l’analisi attenta delle tracce conservate ha permesso di restituire all’aspetto originario, come muratura chiusa con finestre, di cui si mantengono i davanzali; la loggia al primo piano della Casa monastica, ora aperta sulla splendida vista della chiesa grazie a un nuovo serramento vetrato di oltre dodici metri di lunghezza; la sopraelevazione della Casa del massaro, che era stata modificata e resa parzialmente inagibile dai restauri degli anni Settanta del secolo scorso. Inoltre, entrambi gli edifici sono stati consolidati e ora rispondono alle norme antisismiche.
Durante i lavori, in occasione di alcuni scavi, eseguiti sotto la sorveglianza di archeologi sono emerse importanti testimonianze della storia più antica dell’Abbazia: resti murari e reperti relativi al monastero del XIV-XV secolo e numerose sepolture nello spazio adiacente la chiesa. La più importante scoperta archeologica è avvenuta nei pressi della Casa del massaro: all’interno di una profonda fossa scavata nella roccia era deposto uno stampo eucaristico integro, con iscrizione graffita in greco, che era usato dai monaci basiliani per marchiare il pane dell’eucarestia.