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Mattia Negro, attaccante del Gallipoli

GALLIPOLI- Trascinatore della squadra della propria città a 20 anni dopo aver preso piano piano spazio fino a diventare indispensabile. La storia recente di Mattia Negro, perno offensivo del Gallipoli, va veloce, e l’obiettivo della salvezza può essere una doppia vittoria per l’ala jonica, capocannoniere di squadra e elemento di maggior pericolosità dell’undici diretto da mister Antonio Germano.

Il funambolico esterno gallipolino non può che essere raggiante per la vittoria contro il Picerno, propiziata proprio dalla sua magia da calcio piazzato: “Era una partita difficile, giocata contro una diretta concorrente, l’abbiamo affrontata come ci siamo opposti al Taranto all’inizio. Siamo stati bravi, lottando anche contro il vento. Quando non si riesce a fare gol, bisogna stare attenti anche a non prenderlo; questo non è successo e per fortuna abbiamo segnato nel secondo tempo. Il mio gol è dedicato al gruppo, siamo una compagine stupenda, ed in particolare al mio compagno Mirko Mauro, lui mi sopporta sempre”.

La punizione-gol di Negro è figlia dell’allenamento quotidiano: “La scorsa settimana ci siamo allenati intensamente sui calci piazzati. Io, Mangiarotti e Pirretti abbiamo affinato la nostra tecnica, realizzando buone percentuali. La palla entrava e non entrava. Per fortuna domenica è andata bene”.

I sei gol in questa prima parte di campionato sono solo una parte dell’ottimo rendimento del ragazzo, tra i migliori del Gallo: “Non mi aspettavo un avvio così. Sei gol in tredici giornate di campionato sono un gran bottino, ma il merito è del gruppo non del singolo. La mia crescita? In questi due anni di Serie D ho acquisito molta più stima di me stesso, ho cominciato con mister Volturo che avevo davanti elementi come Tedesco, Volpicelli, Giuseppe Negro. Adesso, con mister Germano, l’avere spazio ogni partita dà tanta sicurezza nelle mie capacità”.

L’allenatore calabrese è fonte di consigli per il miglioramento continuo di Negro, comunque sicuro nel non snaturare le sue caratteristiche: “Il mister mi dice di rientrare sempre, ma se arretro troppo poi non riesco ad attaccare bene. Mi piace giocare col pallone tra i piedi e, una volta conquistata la sfera, cerco la soluzione personale o l’aiuto del compagno. Obiettivi per quest’anno? Eh, sapessi (sorride, ndr)… Guardiamo partita dopo partita, cerchiamo di fare bene e quello che verrà sarà tutto positivo. Quota dieci gol? Avevo fatto una scommessa con il mio compagno Giacinto Gigante, è sicuro sul mio raggiungimento di almeno dieci reti. Per fortuna sono già a quota sei, vedremo come andrà a finire”.

Il tornante, gallipolino doc, si distanzia dalla candidatura a capitano dei giallorossi: “E’ una proposta esagerata, sono un classe 1995 e Raffaele (Rosato, ndr) sa fare bene il capitano. Non mi permetterei mai di prendere la fascia”.

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