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L’esultanza di Malcore dopo il gol del vantaggio

NARDÒ- Il derby non ha tradito le aspettative della vigilia, confermandosi ancora una volta una partita fuori dai numeri del campionato che fa storia a sé. La vittoria per 2-1 del Nardò sul Gallipoli conferma l’ottimo stato della squadra neretina, ancora capolista solitaria ad una lunghezza dal Taranto e, dall’altra parte, pone un altro mattoncino alla crescita del Gallo. Nonostante i zero punti portati a casa dal “Giovanni Paolo II”, i ragazzi allenati da Germano hanno venduto cara la pelle contro il più quotato avversario e, nonostante quattro assenze importanti (Frigerio in porta, Lorusso e Rosato in difesa e Franzese avanti), hanno mantenuto incerte le sorti del match fino allo scoccare della fine.

Compitino Nardò?- Il Toro ha conquistato il derby grazie ad una partita ampiamente dominata nel primo tempo. Prima di giudicare la performance dell’undici granata c’è da ripetere ancora una volta l’appunto relativo al terreno di gioco del “Giovanni Paolo II”, oggi ancor più secco, superficie che non permette le migliori giocate palla a terra. Ragno, costretto in tribuna dalla squalifica, ha assistito ad un inizio arrembante dei suoi, schierati con il 4-4-2 a chiara predisposizione offensiva. La zona calda della partita è stata la fascia destra. Alessio Palmisano ha confermato il rendimento ad alta intensità di queste prime partite e ha martellato l’out di competenza. Lo scetticismo sull’ala martinese che aleggiava prima dell’inizio del campionato sembra ormai passato remoto. Le prime due occasioni sprecate da Malcore non hanno permesso il vantaggio nel primo quarto d’ora, ed il gol realizzato al 17’, oltre ad aver suggellato la superiorità, ha schiuso il guscio di un Gallipoli tutto sommato ben disposto in campo negli assetti difensivi. L’espulsione di Mbida non ha sortito gli effetti che tutti gli spettatori s’immaginavano, di contro, i granata si sono un po’ affievoliti, quasi allentando la morsa sulla partita. Il Nardò ha sì cominciato a creare anche per vie centrali (fascia sinistra poco pervenuta) ma il tasso di pericolosità non ha registrato crescite e le idee sono state trovate solitarie dei giocatori neretini dotati di più tecnica, Presicce su tutti. Nella ripresa, il gol a freddo di Negro ha aperto la letterale doccia fredda ai ragazzi di Ragno, preoccupato in tribuna. L’aver trovato il vantaggio alla prima occasione dopo l’1-1 ha evitato tantissime complicazioni, ma l’incapacità di chiudere la partita nonostante la quota maggiore di possesso palla. La difesa, orfana di Lanzolla e Allegrini, è incappata poi in un altro errore grossolano. La marcatura poco stretta di Martinez sullo slalom gigante di Negro, in occasione del pari giallorosso, è stata decisamente rivedibile. Il costaricense è ancora in attesa della migliore forma.

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Mattia Negro festeggia dopo il temporaneo 1-1

Gallipoli stoico– L’altra faccia del derby è quella agrodolce del Gallipoli. Se la sconfitta è un nuovo passo indietro (Gallo ultimo a 4 punti insieme ad Aprilia e Serpentara) lo stesso non si può dire per la prestazione dei giallorossi jonici, oggi positivi dopo la vittoria nel recupero contro la Turris. Eccezion fatta per l’1-5 subito contro il Fondi, il Gallipoli sta provando a mostrare delle buone idee sebbene la squadra sia sempre un cantiere interessato da modifiche. La società ora presieduta da Tony Cardellini sta cercando di consegnare a mister Germano una punta e un centrocampista per completare il quadro tecnico. Quello della sterilità sottoporta è il primo nodo da sciogliere. L’assenza di Franzese ha privato il tecnico calabrese della sua punta di diamante. Cris, perno del reparto avanzato giallorosso, ha provato ad aprire qualche sponda interessante per Pirretti, autentico jolly offensivo, ma i principali pericoli per gli avversari sono partiti ancora una volta dall’eclettico Negro, schierato largo a destra in un centrocampo a quattro dalle ali dotate dai buoni piedi, infatti, dall’altra parte ha agito Mangiarotti, pericoloso con un calcio piazzato. Ogni programma progettato in settimana è però crollato come un castello di carte a seguito dell’espulsione di Mbida, uscito dal campo per doppio giallo già alla mezz’ora. L’espulsione del mediano camerunense ha tagliato le gambe alle ambizioni del Gallo, “tradito” dal suo uomo più rappresentativo in una partita messa un po’ troppo presto sui binari dell’alta tensione. La difesa, orfana di tre perni come Frigerio, Lorusso e Rosato, ha retto bene l’impatto con l’attacco neretino; sulle fasce Bianchi e Mauro hanno svolto bene le due fasi ed al centro Difino e Gigante hanno fatto buona guardia. I movimenti coordinati di certo non sono stati impeccabili nell’azione del vantaggio dei padroni di casa, ma il numero delle occasioni (bene anche il portiere classe 1997 Calderaro dopo qualche partita così così) è stato ridotto al minimo. Non era questa la partita dove cogliere i punti-salvezza, ma una volta risolti i soliti patemi questo Gallipoli ha tutte le carte per conservare una categoria importante per il patrimonio sportivo della città.

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