La gioia di Papini dopo il gol
La gioia di Papini dopo il gol

LECCE- Prova di carattere quella del Lecce di oggi contro l’Ischia, squadra dai due volti capace di uscire ampiamente a testa alta dal rettangolo verde del “Via del Mare”. Braglia ha confermato le indicazioni della vigilia affidandosi al 4-4-2 con i rientranti Moscardelli e Curiale in attacco. I due hanno provato a costruire interessanti trame offensive, ma la buona guardia della difesa ischitana ha negato il proliferare delle occasioni su azioni manovrate. Fiutata la situazione, il Lecce ha preferito attaccare l’avversario dai lati. Proprio sulle fasce, interessate dai continui cambi di ali tra Surraco e Doumbia e tra il franco-maliano e Carrozza, sono arrivate le palle più ghiotte del primo tempo. La scarsa vena realizzativa di Doumbia (palla buttata in aria dopo pochi minuti) e Moscardelli (colpo di testa da ottima posizione girato a lato) non hanno permesso il vantaggio forse meritato per mole di gioco e volontà espressa in campo. L’Ischia Isolaverde di Bitetto, ben disposta in campo, ha contenuto le folate di Surraco, poi infortunatosi al 30′, e Doumbia grazie alla densità di un centrocampo ben orchestrato dalla regia di Nicolas Izzillo. La superiorità è stata capitalizzata nel momento migliore della partita, al tramonto del primo tempo. Papini ha sfruttato una marcatura molle di un difensore ischitano e ha girato in rete l’angolo di Carrozza confermando ancora una volta la sua pericolosità dai calci piazzati. Gli isolani sono stati pazienti nel resistere ai sussulti del Lecce prima di provare il colpaccio al 44′, quando però al tiro di Orlando è seguita la paratissima di Perucchini. Quello tra il portiere lombardo e l’attaccante ex Messina è diventato il duello che ha caratterizzato la ripresa. La vittoria dell’estremo difensore nella sfida a due ha permesso il successo finale. La risposta al 3′, i pugni ben stretti sulla bordata diretta al primo palo al 25′, ma soprattutto il tuffo ad aggredire la sfera al 24′ hanno negato la gioia della rete all’Ischia, pericoloso sulla sinistra con Calamai in più occasioni. Braglia, sventato il rischio, ha registrato la propria retroguardia mostrando i primi segnali del tanto amato 3-4-3. Il 5-4-1 disegnato con l’ingresso di Lepore ha sì irrobustito la retroguardia ma ha anche dato maggiore libertà offensiva a Carrozza e Doumbia, potenziali spalle laterali di Moscardelli. Era importante portare a casa i tre punti, con le unghie e con i denti. Per migliorare gli aspetti ci sarà tempo. La difesa ha sofferto un po’ troppo, ma gli automatismi del rientrante Cosenza e del rilanciato Gigli saranno sicuramente il primo compito segnato sul taccuino dell’allenatore grossetano. Quando poi arriveranno anche le zampate di Curiale poi… 

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