opera Quintili peForme che compaiono e scompaiono, tinte che cambiano di significato. Chiarezza e credibilità delle immagini che affondano in un mare di colori, di tele, di stoffe. La pittura di Luigi Quintili conquista per la pluralità di linguaggi. L’artista esporrà le sue opere al castello Spinola-Caracciolo di Andrano. La mostra fa parte degli appuntamenti del Festival delle Culture Mediterranee, organizzato dall’Associazione Mediterranea – presidente Mimmo Balestra – , in collaborazione con l’Istituto Culture Mediterranee, in programma da venerdì 4 a domenica 6 settembre prossimi.

La ricerca artistica di Quintili, legata alla figurazione, lo portò a studiare e visitare le opere di grandi maestri in Italia ed all’estro. A Parigi frequenta l’Accademia libera di Beaux Arts. Rientrato in Italia dipinge e partecipa a vari films come scenografo. Nel 1970 lavora alla realizzazione della pellicola “Sacco e Vanzetti” e la vicenda di due anarchici lo spinge ad una serie di opere in cui la figura umana è al centro della sua espressione artistica. I suoi dipinti vengono subito apprezzati in diverse gallerie a Roma, a Napoli, da importanti critici. Luigi Quintili è anche il fondatore dell’Alzaia, l’Associazione di Artisti impegnati nel decentramento culturale. Dopo aver insegnato all’Istituto d’Arte per la decorazione e l’arredo della Chiesa come insegnate di arte applicata. Nel1973 partecipa al Festival di Spoleto, al Festival Mondiale di Berlino, espone alla Galleria Arte Risati ad Ascoli Piceno. Con il tempo le sue opere diventano sempre più intimistiche e si appassiona alla grafica. Nel 1976 alla galleria Sirio espone al Pacific Disign e nel corso dei suoi lavori la figura tende quasi a scomparire, la pittura si fa più materica. Quintili è un artista poliedrico, non solo per le tecniche usate, ma anche per le suggestioni espressive che riesce a creare che offrono molti spunti di ricerca.

Venerdì 4 settembre sarà Harun Or Rahid Pabel, un immigrato proveniente dal Banglades e ospite nell’Antica Masseria del Monte a Castiglione d’Otranto, frazione del comune di Andrano, ad aprire la II edizione del Festival delle Culture Mediterranee. La sua testimonianza come sopravvissuto “al viaggio della speranza” per trovare la via della rinascita, del rifugio, della conquista, è l’asse su cui poggia la vita dei migranti. Tutto, in fondo, parte da lì, da una traversata, per non naufragare nel rantolo della sconfitta. Chi ha letto la disperazione nei propri Paesi, chi ha lasciato la guerra, chi ha respirato odio, si mette in marcia nel flusso della salvezza. Ecco allora, il Mediterraneo che accoglie, abbraccia, riprende storie, svuota le anime, cessa il battito e allunga l’orizzonte. In migliaia partono per salire sulle onde del Mediterraneo. Navigano a vista con il sogno negli occhi. Molti arrivano, toccano terra. Altri, invece, sospesi sul filo del riscatto annegano per un’idea, un progetto di vita. La stessa che deve continuare a farsi suono, grido, per gli altri. Ed il Salento, come Andrano, sanno ascoltare, sanno soprattutto accogliere perché l’integrazione scorre nella storia di una terra che ha saputo guardarsi attorno, che non ha mai girato le spalle dall’altra parte. Pabel racconta: “Sulla barca c’erano neonati ed una donna incinta. Avevo conservato due bottiglie d’acqua per qualche emergenza, ma decisi di far bere la futura madre ed i bambini. Quel giorno capimmo tutti quanto forte colpisce il sole. Avevamo fame e sete, dopo dodici ore. Legammo i nostri vestiti in un contenitore che buttammo a mare. Quando si riempì lo tirammo sù e cominciammo a bere senza pensare. Bere acqua salata, acqua di mare, ti faceva sentire pazzo. Il comandate aveva perso la rotta. Stavamo tornando indietro, in Tunisia, e stavamo navigando a vuoto. Poi il mare si agitò. Onde altissime arrivarono sulla nostra barca come tigri feroci. Avevamo quasi perso i sensi. Il sussurro di una preghiera ci attaccava alla vita: la elaha illallahu, la elaha illallahu, la elaha illallahu …”.

A seguire il dibattito “Le conseguenze del Califfato: cosa cambia nello scacchiere mediorientale e nel Mediterraneo con Roberto Aliboni, esponente dell’Istituto affari Internazionali, Cinzia Nachira, ricercatrice dell’Università del Salento, Bruno Musarò, Nunzio Apostolico in Egitto. Modera l’incontro Tonio Tondo, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno.

Il Festival delle Culture Mediterranee, sotto la direzione artistica di Margerita Franja, vede sabato 5 settembre la presenza di un corpo di ballo proveniente direttamente dalla Grecia. Il Group Alkyon si esibirà in una Cultural Dancing. L’Associazione Mediterranea, www.mediterranea-andrano.it, attraverso la musica intende mescolare, tra le vie del paese, l’abbraccio di suoni e tradizioni che si congiungono in un unico percorso di condivisione.

Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente così come è giunto in Redazione. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione di “Leccezionale”.

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