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La locandina del Seminario

NOVOLI (di Massimiliano Cassone) – Ieri pomeriggio si è tenuto presso il Teatro Comunale di Novoli un Seminario importante. Si è parlato del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) fortemente voluto e “lavorato” da Angela Barbanente, Vicepresidente e assessore regionale alla Qualità del Territorio coadiuvata dal Consigliere Regionale e componente V Commissione Salvatore Negro, entrambi presenti sul palco della “bomboniera” novolese insieme all’assessore ai Lavori Pubblici di Novoli Antonio Roma, al Presidente del Consiglio novolese Giuseppe Mazzotta, al Presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Lecce Massimo Crusi e Daniele Lorenzo De Fabrizio Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Lecce.

Ad aprire i lavori è stato Giuseppe Mazzotta che ha portato il saluto del Sindaco, assente per motivi personali, e dopo aver salutato e ringraziato i colleghi architetti presenti ed i relatori illustri ha passato la parola a Massimo Crusi. Ringrazio l’amministrazione comunale di Novoli per aver organizzato questo incontro, e ringrazio fortemente Salvatore Negro, grazie al suo impegno stiamo portando questi eventi ovunque, e non mi riferisco soltanto al PPTR ma a tutti gli argomenti interessanti per la nostra professione.Ha esordito così il Presidente degli Architetti della provincia di Lecce che poi è entrato nel vivo dell’argomento Il piano paesaggistico è una creatura che riguarda tutti e dobbiamo accoglierlo con entusiasmo. Ora, bisogna metterlo in pratica e sarà importante il ruolo delle amministrazioni che dovranno adeguare il proprio strumento urbanistico con il PPTR; ci sarà la possibilità di sfruttare al meglio le caratteristiche del nostro territorio e se ben coniugato con le potenzialità che offre, questo strumento ci permetterà di avere la possibilità di dare una svolta importante. Vero è che bisognerà cercare di essere solerti nel realizzare i progetti, dobbiamo snellire l’iter burocratico. Poi, noi architetti, dobbiamo capire che abbiamo bisogno di fare formazione, al giorno d’oggi non basta essere laureati – Crusi termina così- Non ci può essere nulla senza la formazione adeguata e la collaborazione di tutti”.

A seguire c’è stato l’intervento dell’assessore novolese Antonio Roma, che da amministratore di un piccolo comune ha posto in evidenza quello che è il freno più forte nel suo lavoro: “Ringrazio Angela Barbanente per essere qui, per aver realizzato questo importante strumento ma anche per il lavoro svolto in questi anni. Come ha detto Crusi bisogna snellire l’iter burocratico e mettere in atto ciò che è stato da voi realizzato. Voglio però ricordare il grave handicap che abbiamo noi amministratori, parlo del patto di stabilità; ad esempio, Novoli ha dei fondi per sistemare le strade e non può farlo, e quindi rimaniamo con le buche, penso ne abbiate presa qualcuna venendo qua (sorride n.d.r). Ad esempio la Regione ci finanzia la Fòcara e la Cultura , quei soldi non rientrano nel patto di stabilità e quindi possiamo spenderli, quelli per i lavori pubblici invece sono bloccati. Non ho approfondito ancora la bontà del PPTR, lo farò presto ma da quello che ho letto posso dire che è un buon lavoro, un grande strumento che sarà utilissimo e potrà dettare una svolta”.

foto 1 pptrGiuseppe Mazzotta ha poi passato il microfono a Salvatore Negro: “Le prime parole che devo esprimere sono di ringraziamento ad Angela (Barbanente) per il lavoro che ha fatto. Ci tengo a dire con convinzione che è stato utile averla come assessore; su questo progetto abbiamo lavorato per due anni, dal 2 agosto 2013 fino a gennaio 2015 abbiamo avuto tantissimi incontri molto sentiti, delle volte abbiamo discusso anche animatamente ma alla fine abbiamo fatto la cosa migliore. Speriamo che Angela rimanga con noi anche nel prossimo governo regionale perché è una donna tosta, un’amministratrice valida e competente. – Poi Negro entra nello specifico Ora ci sarà una partita importante da giocare perché entrano in gioco le amministrazioni e sono loro che devono lavorare con questo strumento e su questo strumento qual è il PPTR che dovrà essere aggiornato secondo le indicazioni dei tecnici. Sono d’accordo col problema che poneva il collega Roma, noi ad esempio come Regione abbiamo un miliardo e ottantacinque milioni in cassa ma non possiamo pagare i contributi ai comuni, è una situazione paradossale. Per questo motivo Angela ed io abbiamo presentato una proposta per venire incontro alle esigenze dei comuni. Prima di chiudere questo intervento voglio dire soltanto una cosa: prima c’erano le commissioni edilizie da quando sono scomparse regna il caos. È normale oramai che nei nostri comuni quando va in pensione il dipendente dell’ufficio tecnico viene indetto un concorso ed arriva un architetto senza esperienza che non riconosce nemmeno una delibera da una determina, ma non è colpa sua se non ha esperienza. Bisognerebbe indire i concorsi due anni prima del pensionamento del tecnico in modo che il nuovo acquisisca le dovute conoscenze affiancato dal collega. Per questo affermo che sarebbe importante introdurre le Commissioni formate da gente competente con curriculum importanti. – conclude – Ringrazio i colleghi di Novoli per aver organizzato questo incontro e spero che questo nuovo strumento sia l’inizio di una nuova stagione per il nostro patrimonio paesaggistico ed anche culturale”.

foto 2 pptrSuccessivamente c’è stato l’intervento dell’ing. Daniele Lorenzo De Fabrizio Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Lecce: “Soffriamo da molti anni per normative obsolete, per quelli che sono i tempi, che ostacolano il nostro lavoro. Potrei essere d’accordo con Negro per le commissioni edilizie, senza però dimenticare quello che in passato erano diventate: piccoli centri di potere. Dovrebbero essere ripristinate con professionisti seri. In questo momento sono d’accordo con chi ha detto che bisogna snellire la macchina burocratica. Dobbiamo guardare avanti e inventarci un nuovo modo di fare urbanistica; sono finiti i tempi della speculazione edilizia. Ora ci vuole una edilizia diversa, essenziale, di contenuto e va rivisto l’approccio col territorio. Il PPTR va benissimo è uno strumento ottimo e deve diventare parte integrante del nostro bagaglio culturale. Ora la palla passa ai comuni che non possono più trovare scuse e devono adeguarsi allo strumento. – conclude con una speranza – Spero che i due colleghi (Barbanente e Negro) facciano parte del prossimo governo regionale perché hanno lavorato non bene ma benissimo”.

Infine è toccato alla Vicepresidente e assessore regionale alla Qualità del Territorio Angela Barbanente. Un intervento di spessore, il suo, che ha toccato le corde vibranti della questione: “Ho sentito troppi complimenti e questo non può che farmi piacere però ci tengo a sottolineare come questo non sia il progetto di Angela Barbanente ma della regione Puglia, questo è il PPTR e voglio che diventi lo strumento di tutti; non deve essere legato alla mia persona ma deve vivere oltre me. Con Negro in questi anni abbiamo un lavoro importante confrontandoci costantemente per il benessere del territorio. – Poi centra il cuore della sua idea – Cerchiamo di essere concreti, con questo piano abbiamo voluto riconsegnare l’urbanistica nelle mani di chi sa fare bene il suo lavoro, con passione, allontanandola dall’aridità in cui è vissuta fino ad ora, riducendosi il più delle volte in fredde carte in mano agli avvocati. Per poterlo usare bene però dobbiamo fare tanta formazione, dobbiamo conoscerlo e capirne l’attuazione in tutte le sue sfumature. Abbiamo organizzato già un corso e via streaming hanno partecipato mille colleghi. Dobbiamo imparare a usarlo non soltanto a leggerlo. Questo è un piano dinamico che può vivere attraverso la dinamicità delle persone e delle idee. La Regione Puglia aveva già un Piano per il paesaggio, il PUTT/P (Piano urbanistico territoriale tematico per il Paesaggio), entrato in vigore nel 2000 ma redatto ai sensi della L.431/85 e quindi toccava soltanto alcune aree del territorio regionale, c’erano dei limiti: la carente e non adeguata cartografia degli elementi oggetto di tutela che rendeva molto difficile il rilascio delle autorizzazioni; l’esclusione dal piano dei territori costruiti e di gran parte del territorio rurale ed infine il carattere vincolistico dell’impianto normativo che era complesso e difficilmente interpretabile. Con il nuovo strumento pensiamo di essere riusciti a superare questi problemi e oltre alla tutela scontata dei territori ci impegniamo a garantire la gestione attiva dei paesaggi, garantendo l’integrazione degli foto 3aspetti paesaggistici nelle diverse politiche territoriali e urbanistiche, ma anche in quelle settoriali. Il PPTR è uno strumento nuovo che dovremmo usare anche cercando la collaborazione di altre regioni, creando dei gemellaggi attivi che mirino alla crescita dei territori e delle conoscenze, ampliando così il nostro bagaglio culturale. Per fare tutto questo non si può prescindere dalla formazione – infine conclude scagliando una freccia nella direzione della deontologia professionale – Devo dire una cosa che mi sta molto a cuore, il nostro paese oscilla tra pletore di commissioni e uomini soli al comando. Bisogna lavorare sull’etica professionale. Voglio legarmi a qualcosa che è avvenuta oggi a Oria, dove è crollato il solaio di una scuola ferendo due bambini di sette anni, i lavori erano stati fatti a gennaio. Io chiedo a tutti di fermarci un attimo e di lavorare in modo più coerente, la deontologia ci impone una correttezza che dobbiamo avere sempre, deve essere il nostro valore, l’etica professionale e la coerenza devono sempre accompagnarci. Ognuno deve fare il proprio dovere fino in fondo in modo corretto”.

È stato un seminario interessante e aggregativo, in un pomeriggio che si è consumato intorno ad un argomento importante; la speranza è quella che tutti i nuovi strumenti, le nuove tecnologie e le nuove idee servano a salvaguardare ogni nostro patrimonio da quello culturale a quello paesaggistico. Si spera, alla fine del convegno, che il lavoro, la correttezza e l’ottimismo, possano incidere positivamente sul futuro della nostra terra molto spesso martoriata dal “mattone”.

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