Bollini Lecce a Melfi
I giallorossi invitati a non recarsi sotto il Settore Ospiti

LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Le pagelle di Melfi-Lecce rispecchiano l’andamento e l’esito finale della gara che i giallorossi hanno incredibilmente perso al 90′ pur in vantaggio di un uomo per oltre 40 minuti di gioco. La squadra di mister Alberto Bollini ammaina bandiera al cospetto di un Melfi coriaceo e per nulla intimorito dalle velleità degli ospiti giunti in Basilicata col dichiarato intento di portar via l’intera posta in palio. La scarsissima vena realizzativa dei giallorossi, unita a scelte tecniche non sempre condivisibili, han fatto sì che sia maturata l’ennesima sconfitta stagionale per Miccoli e compagni, davvero irriconoscibili lontano dal “Via del Mare“. Un fattore da non sottovalutare per la truppa salentina che ambisce ad agguantare i play-off ma che con un simile ruolino di marcia in trasferta vanifica quanto di buono fatto tra le mura amiche. La rabbia e la delusione dei tifosi leccesi arrivati numerosi a Melfi sono più che comprensibili, soprattutto alla luce dei risultati delle altre contendenti alla disputa degli spareggi promozione. A fine gara, le forze dell’ordine presenti nello stadio hanno invitato i calciatori del Lecce a non avvicinarsi al Settore Ospiti per motivi di sicurezza.

1. SCUFFIA: Prima di commettere una papera colossale in occasione del corner da cui è nato il gol del successo melfitano, era apparso sempre attento nelle (rare) occasioni in cui i padroni di casa lo avevano chiamato in causa. Sulle prese aeree fa sì valere la sua altezza ma, dopo aver sventato una prima palla-gol dei gialloverdi sempre da calcio d’angolo, si smarrisce sul più bello e regala ai lucani la gioia di battere il blasonato Lecce in 10 contro 11. VOTO: 5

2. DINIZ: Dà manforte a Lopez lungo la fascia sinistra aiutando il compagno nelle fasi difensive. Si sgancia in avanti sulle palle inattive alla ricerca dello spunto di testa che possa premiare la grande quanto inutile mole di cross messa al centro area dalla formazione giallorossa. VOTO: 5.5

3. LOPEZ: Pensa più a spingere (cosa che fa per tutta la gara) che a controllare le ripartenze avversarie. Il pallone tra i suoi piedi però pare sempre scottare e sbaglia una quantità industriale di appoggi e traversoni nella metà campo avversaria. VOTO: 5

4. VINETOT: Aveva dato vita ancora ad una prova da diga insuperabile al centro della retroguardia leccese, annullando le velleità dell’attacco melfitano. Il francese nel primo tempo aveva avuto sulla fronte anche la palla del possibile vantaggio ma la sua incornata non ha centrato lo specchio della porta lucana. Poi l’erroraccio in disimpegno che ha concesso il corner da cui è nato il gol del Melfi. VOTO: 5

5: ABRUZZESE: Segna in avvio di match un gol che, se fosse stato valido, sarebbe stato da cineteca. La sua mezza rovesciata è però viziata da un precedente fallo di fallo che giustamente l’arbitro vede e punisce. Peccato perché sarebbe stata forse tutta un’altra sfida, più gagliarda ed attenta. la gara che gioca, tra l’altro, è macchiata dal cartellino giallo rimediato per proteste. VOTO: 6

6. PAPINI: Bogliacino, nel finale di primo tempo, gli pennella sulla fronte un delizioso assist che però lui fallisce non ripetendo l’impresa della sfida col Benevento. Per il resto, la sua domenica fila via senza sussulti e si limita a tentare di controllare la rapidissima circolazione della sfera. VOTO: 5.5

7. BEDUSCHI: Altra gara di generosa applicazione dei dettami tattici impartitigli dal suo allenatore. Si cimenta ancora da esterno di destra nel centrocampo a 5 disegnato da Bollini e tenta di rendersi pericoloso in attacco scodellando palloni a centro area. All’occorrenza rincula in difesa a dar supporto al resto dei compagni. VOTO: 6 ——— (dal 61′) 18. MICCOLI: Ha sul destro la possibilità di portare in vantaggio il Lecce ma la sua botta è rimpallata da un avversario. Da lui ci si aspetta sempre che compia qualche “miracolo” ma la condizione fisica prima e mentale poi di certo non lo aiutano a vestire i panni del salvatore della patria. Forse andava inserito anche prima per tentare di sbloccare una partita incancrenita nell’ostinata ricerca dei cross per non si sa bene chi. VOTO: 6

8. SALVI: Tocca una marea di palloni e cerca di stroncare sul nascere le incursioni del Melfi in avanti. Il suo è un moto perpetuo che spazia dal centrocampo all’attacco, toccando anche le zone della difesa in fase di non possesso. Esce in avvio di ripresa non per scelta tecnica, ma per infortunio e il suo forfait si fa notare nell’economia generale della gara.  VOTO: 6 ———- (dal 46′) 14. SACILOTTO: Senza infamia e senza lode il suo impiego odierno. Non riesce però a dare maggiore insistenza e lucidità alla manovra giallorossa. VOTO: 5.5

9. DOUMBIA: Si deve misurare anche stavolta da prima punta, ruolo che digerisce con difficoltà. Tant’è che il franco-maliano spesso si defila sulle fasce alla ricerca di spazi più ampi su cui sfruttare la sua velocità ma nella ripresa si divora dapprima un gol di testa, poi cincischia tutto solo davanti al portiere lucano che gli sradica dai piedi una palla d’oro per portare in vantaggio la sua squadra. VOTO: 5

10. BOGLIACINO: Cerca di fungere da metronomo del centrocampo giallorosso e dai suoi piedi partono i palloni più invitanti nelle (scarse) occasioni da gol create dai salentini. Si dimostra prezioso per le doti tecniche di cui dispone, ma non può fare da solo la differenza. VOTO: 6

11. GUSTAVO: Il suo modo di giocare ormai è noto e noioso. Tanta corsa ma non sempre con la necessaria lucidità al momento di concludere in porta. Un limite che penalizza lui ed un Lecce orfano del bomber principe Moscardelli ed in crisi di astinenza da gol degli attaccanti. Resta in campo più di quanto fosse lecito aspettarsi ed esce senza aver lasciato traccia del suo passaggio. VOTO: 5 ——— (dal 71′) 16. MANCONI: Col suo ingresso in campo almeno si vede qualche verticalizzazione in più ed un paio di occasioni non sfruttate a dovere per via del difettoso controllo della sfera. VOTO: 6

All. BOLLINI: Se una squadra non tira in porta neppure sotto minaccia delle armi allora davvero è sintomo che più di qualcosa non va. Il Lecce si limita a gestire uno sterile quanto irritante possesso palla e, nelle rare occasioni in cui potrebbe andare al tiro o centrare lo specchio, ecco che le polveri improvvisamente si bagnano. Il tempo per recuperare è sempre di meno e le giornate alla fine della regular season ormai scarseggiano. Questo gruppo deve essere strigliato a dovere se si vuol evitare il rischio di fallire pure il risultato minimo stagionale dell’accesso ai play-off. VOTO: 5

Commenti

1 commento

  1. Chi dovrebbe strigliarlo? Colui che è colpevole del sali e scendi del Lecce? è possibile cambiare formazione e modulo ad ogni gara? spero solo che il campionato termini presto per non continuare a subire umiliazioni e mortificazioni. Siamo una squadra arrogante e presuntuosa,tutto ci è dovuto, abbiamo un allenatore che si lamenta che il Melfi si è difeso in dieci,purtroppo per loro, tanti giocatori, portiere compreso, erano rimasti in campo, anche se in dieci son stati capaci di segnare e vincere contro “l’armata Brancaleone”. Da una settimana le dichiarazioni spocchiose del “grande”, si fa per dire, Lopez. Ha ripetuto diverse volte al giorno, “ANDIAMO A MELFI PER VINCERE”. Forse voleva dire per vedere vincere.Se avete un briciolo di pudore, dopo il “meritato” riposo del lunedì insieme allo staff tecnico,preparate i vostri bagagli e perdetevi da Lecce, non meritate né il Lecce né l’affetto dei suoi tifosi, da voi ridotti al minimo storico.

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