IMG-20150126-WA0013_resizedLECCE – Alle Officine Cantelmo si è tenuto ieri pomeriggio un “Forum sull’acqua” relativo allo studio della Prof.ssa Albina Colella dell’Università della Basilicata promosso da IPG – Incubatore Politico Giovanile “De Gasperi” circa il possibile inquinamento da idrocarburi e metalli pesanti del bacino del Pertusillo. All’incontro hanno preso parte numerose associazioni del territorio come “Valori e Rinnovamento”, “Liberamente”, “Italia Nostra”, “Ente Nazionale Sordi”, “Comitato No Triv-Capo di Leuca”, “NO Triv MRS”, “Legambiente”, “Lilt” e numerosi cittadini i quali non hanno mancato di sollecitare le istituzioni a prendere provvedimenti, preoccupati per la salute delle nostre acque. Relatori dell’incontro, il Consigliere Regionale Luigi Mazzei e il Senatore Francesco Bruni, rispettivamente promotori di un ordine del giorno in Consiglio regionale Puglia e di un’interrogazione parlamentare, il Presidente di Regione Salento Paolo Pagliaro, il primo a lanciare l’allarme, il Professore Giuseppe Serravezza Presidente LILT e Professoressa Colella.

A margine dell’incontro Il Consigliere Mazzei ha affermato: “Siamo in possesso di uno studio scientifico condotto dal Dipartimento di Scienze dell’Università della Basilicata e dalla California State University che dimostra il possibile l’inquinamento del Pertusillo, il serbatoio lucano che rappresenta la principale fonte idrica della Puglia, in particolare dei territori del Salento e del Barese. Domani stesso chiederò in Commissione Ambiente un’audizione urgente alla presenza della Prof.ssa Colella, degli Assessori Nicastro e Giannini, dell’Arpa per affrontare il tema e verificare lo stato di attuazione dell’analisi di controllo decise dal Consiglio Regionale con l’approvazione del mio ordine del giorno. Auspico che la Regione si accorga finalmente del problema e si assuma le sue responsabilità per risolvere questa grave incombenza. Non c’è più tempo per aspettare, anche in virtù del fatto, inspiegabile, che le patologie tumorali si attestano maggiormente proprio nei territori del Salento e del Barese. I cittadini pugliesi hanno diritto di conoscere la qualità dell’acqua che bevono”.

 

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