ManniniSQUINZANO (di Carmen Tommasi) – Ormai Daniele Mannini è diventato uno dei leader del Lecce di Franco Lerda, un vero e proprio jolly per il tecnico piemontese, ma non diteglielo perché lui pensa solo a lavorare e a migliorarsi di partita in partita: “Io importante? Sono arrivato a Lecce in punta di piedi e continuo a fare quello che ho fatto dal primo giorno, mi metto a disposizione della squadra e del mister. La mia condizione fisica -spiega l’esterno di centrocampo di Pisa, classe ’83- è migliorata, ho lavorato tanto per arrivare a questo stato di forma e voglio continuare così, sempre in punta di piedi”.

Il corso da allenatore che ha fatto a Coverciano le è servito nell’applicare al meglio i vari ruoli che sta interpretando in campo?
“Quando uno diventa grande capisce sempre dopo le cose e il corso mi sarebbe tornato utile anche quando avevo 20 anni (sorride, ndr). Mi ci è voluto molto tempo per capire determinate cose, ma sono contento di averlo fatto in un periodo in cui ero senza squadra e ora capisco quanto è stato importante farlo. I miei periodi brutti da calciatore? Non ci voglio più pensare, è inutile rispondere a questa domanda, non ha senso parlare di questo. Ora, sto bene così, ed è quello che conta, ho ritrovato il sorriso “.

La pensa come Davide Moscardelli sul fatto che i più esperti della squadra possono essere da esempio per i giovani?
Sicuramente si, ma oltre al fatto di dover correre per dare il buon esempio è importante la mentalità con cui facciamo le cose. Dare il giusto equilibrio dopo le vittorie e le sconfitte. Spero di essere un punto di riferimento per i più piccoli anche in questo e per la voglia di lavorare durante la settimana. Come ha detto giustamente Davide, noi più esperti dobbiamo essere d’esempio per i più piccoli correndo fino alla fine”.

Nell’ultima gara casalinga si è proposto spesso in avanti ed al cross: è soddisfatto?
Si, è vero con il Cosenza spesso siamo arrivati sul fondo per il cross, in questo devo migliorare aumentando la pericolosità delle palle che metto dentro l’area. Dobbiamo sfruttare al meglio le caratteristiche dei nostri attaccanti e poi se tutti andiamo al tiro credo che sia cosa buona e giusta, è un bene farlo. Troppa sofferenza? Si, ma basta vincere e a me andrebbe bene vincerele tutte, da qui alla fine, anche solo 1-0 (sorride, ndr)”.

Sotto l’albero di Natale che classifica si aspetta per il Lecce?
“Non lo so e non faccio l’errore di pensare alla distanza, perché preferisco farlo gara dopo gara e lavorare per questo ogni settimana. Sappiamo di avere il peso di dover sempre vincere e questo va pensato di settimana in settimana”.

Sabato affronterete per la dodicesima giornata del girone B l’Aversa Normanna, ultima in classifica, che partita si aspetta?
“Per me tutte le gare sono uguali. Come dico sempre sono tutte brutte da affrontare. Ogni partita ha la sua propria storia e va affrontata nella maniera giusta, con la corretta mentalità e lo spirito giusto”.

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