Lerda e Miccoli
Mister Lerda con Miccoli

LECCE (di Massimiliano Cassone) – A dispetto dei numeri e degli scettici, il Lecce gioca bene e, seppur di misura, ha superato il Cosenza che arrivava al “Via del Mare” per dare una svolta grazie alle direttive del nuovo comandante, mister Giorgio Roselli. Ad ogni modo, la domenica non era cominciata nel migliore dei modi per mister Franco Lerda; qualche ora prima della partita, Alessandro Carrozza era stato costretto a dare forfait a causa di un’improvviso stato febbrile.

Contro il Cosenza, il tecnico di Fossano ha cambiato modulo, diverse volte nella stessa gara, il risultato è stato sempre uno: il Lecce ha giocato un buon calcio. E non l’ha fatto per gli schemi (che seppur importanti possono essere sempre cambiati a gara in corso), ma l’ha fatto perché la squadra ha preso coscienza della propria forza, ha vinto perché ha “gettato” il cuore oltre l’ostacolo poiché il tanto sospirato gol tardava ad arrivare. Vero è comunque che nel momento topico dell’incontro, l’allenatore giallorosso ha indovinato tutto: ha inserito Miccoli, è passato a tre elementi in avanti, chiedendo a Della Rocca di fare il centrale ed ha spostato l’immenso Moscardelli a destra. Pochi giri di lancette ed il “Romario del Salento” ha disegnato un’opera d’arte calcistica mettendo Sacilotto nella condizione di bucare il portiere avversario ed incamerare i fondamentali tre punti. Pochi minuti dopo, sempre lui, indicato da tanti detrattori come “giocatore finito”, ha messo Lepore nella condizione di raddoppiare; purtroppo il ragazzo di “San Pio” ha calciato addosso all’estremo baluardo cosentino.

Mannini
Daniele Mannini

Il Lecce è una squadra solida, granitica in difesa con Abruzzese che rimane una sicurezza, così come Martinez, con Lopez e Mannini sulle corsie laterali che non hanno bisogno di presentazioni, mentre lì davanti sanno sempre quel che devono fare. E non dimentichiamo che mancavano in mezzo al campo incontristi del calibro di Papini e Salvi. Se proprio vogliamo poi fare un appunto sulla gara col Cosenza, possiamo dire che è mancato un “cagnaccio” a centrocampo che mordesse le caviglie degli avversari specialmente sulle loro ripartenze per vie centrali… ma è andata bene così alla fine perché Sacilotto (alla sua seconda rete consecutiva) sta stupendo tutti.

Era importante vincere, in qualsiasi modo. Era importante prendere il bottino pieno per due motivi: per non perdere il treno delle prime posizioni, sia per conservare il trend positivo al Via del Mare per la serie: “Da qui non si passa”.

Nel dopo-Messina avevamo rimproverato alla squadra di avere poco coraggio in determinate situazioni; ora siamo felici di poter dire che l’undici giallorosso ha ritrovato coraggio e consapevolezza nei propri mezzi e che macina gioco nonostante le assenze di Papini, Salvi e Carrozza, senza parlare dei lungodegenti che, quando torneranno a disposizione, saranno più che utili alla causa.

Moscardelli
La grinta di Moscardelli

A chi diceva, ed era convinto d’avere ragione, che l’età avanzata della squadra fosse una zavorra, poniamo una domanda semplice: ci sono squadre, in Lega Pro, che non vorrebbero avere Della Rocca, Miccoli, Moscardelli, Carrozza, Abruzzese, Martinez e Mannini solo perché la loro carta d’identità segnala un’età che passa i trent’anni? Aspettando sicuramente invano una risposta, preferiamo rivivere nella mente gli interventi di Martinez ed Abruzzese, le sgroppate di Mannini e Carrozza sulle fasce, le giocate ed i gol di Moscardelli, gli stop di Della Rocca e le delizie di Miccoli.

Il Lecce deve soltanto imparare a fare più gol; se si riuscisse a metter dentro il 50% delle occasioni create, le gare finirebbero minimo con tre gol di scarto. E ciò non accade non perché manchi un attaccante di “peso” ma sol perché manca un po’ di fortuna, che prima o poi arriverà; è come il vento e nel capoluogo salentino, versante calcistico, è attesa da qualche anno. Chissà che non sia l’anno giusto.

Ora però bisogna dimenticare, come se non fossero mai arrivate le vittorie contro Salernitana e Cosenza e ripartire ancor più affamati di punti.

E sull’onda del motto giallorosso “pensiamo una gara alla volta”, nessuno guardi la cima, nessuno si giri indietro, ma si guardi soltanto avanti: il prossimo ostacolo si chiama Aversa Normanna, il resto si vedrà strada facendo, e come scrisse Nietzsche: “Quanto manca alla vetta? Sali e non pensarci”.

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