10682070_10203993526065741_1026136141_nLECCE (di Carmen Tommasi e Gabriele De Pandis) – Franco Lerda torna all’antico e con il Matera potrebbe far scendere in campo il suo Lecce con il 3-5-2. Modulo che il tecnico di Fossano sta facendo provare dalla giornata di lunedì alla comitiva giallorossa per far familiarizzare Miccoli e soci al “nuovo” schieramento tattico con il brasiliano Filipe Gomes nel ruolo di play davanti alla difesa, in mezzo al collaudato duo romano Salvi-Papini e con Doumbia e Lopez sulle corsie esterne (alternati con Mannini e il giovane Rosafio). Sembra essere questa l’idea tattica pensata ad hoc per il regista ex Perugia, ultimo arrivato in casa giallorossa con il calciomercato estivo, e anche per sopperire all’assenza in difesa di un terzino destro di ruolo (D’Ambrosio e Diniz sono infortunati e Donida è squalificato). Nella nostra ormai abituale rubrica settimanale del “perché sì” e “perchè no”, cerchiamo di capire se far scendere il Lecce in campo con il 3-5-2 sia la scelta più giusta e affidabile in vista della gara di sabato, in programma alle ore 15:00, allo Stadio “XXI Settembre-Franco Salerno” di Matera.

Perché sì Filipe Gomes è un centrocampista capace di dettare i tempi della manovra in modo egregio, dosando per bene i ritmi di gioco. Il suo apporto aiuterebbe la squadra a distendersi meglio in fase di costruzione e, con la palla pronta a passare sempre tra i piedi dell’ex Perugia, la manovra del Lecce avrebbe tantissimi sbocchi utili per far male. In più, specialmente nelle partite in cui i giallorossi si troveranno ad affrontare squadre con la difesa schierata, la figura di un direttore d’orchestra a metà campo aiuta ancor di più: Papini e Salvi possono fiondarsi in area con inserimenti centrali e Della Rocca può attaccare meglio lo spazio in caso di lanci calibrati del regista scuola Roma. Sabato, poi, in quel di Matera saranno indisponibili Diniz, D’Ambrosio e Donida e la carta 3-5-2 permetterebbe una corsia destra con un solo elemento laterale chiamato alla doppia fase: Mannini ha svolto questo ruolo nelle sue esperienze più importanti della carriera (Sampdoria e Napoli) e Doumbia, calciatore un po’ più offensivo del pisano, è comunque sempre pronto a ripiegare in fase difensiva. Nella partita di sabato gli esterni dovranno essere attenti, in primis, alle versatili punte del 3-4-3 con il quale Gaetano Auteri disegna il suo Matera. Gli ultimi giorni, con le sedute a porte chiuse, serviranno a sciogliere ogni dubbio.

Perché no Dal suo arrivo nel Salento il tecnico piemontese, pur essendo un allenatore non “rigido” nella scelta dei moduli, ha sempre insistito con il 4-2-3-1 e con l’ormai affidabile blocco 4-2, schieramento che poi si è spesso evoluto in un 4-4-2 che in fase offensiva si trasforma in uno più spregiudicato 4-2-4; come successo dall’inizio del nuovo campionato in Lega Unica, ma la stessa cosa è valsa nella passata stagione dal ritorno dell’ex Toro in giallorosso (con la relativa incredibile rimonta in classifica). Col 3-5-2 si è giocato nella gara persa col Viareggio di Lucarelli e nell’esordio col Barletta, quando Lerda subentrò all’esonerato Francesco Moriero. Il Lecce con la difesa a tre, non ancora del tutto “digerita”, imporrebbe agli esterni un doppio lavoro nella fase di non possesso e, inoltre, la squadra dovrebbe riadattarsi a delle nuove dinamiche in campo: ripartendo, invece, dal collaudato 4-2-3-1 il gruppo di giocatori della passata stagione ha già ben automatizzati i movimenti e le alchimie. Giocando con la difesa a quattro, nonostante l’assenza di un terzino destro di ruolo, in quella posizione potrebbe essere schierato l’esperto Mannini, ma anche il centrale difensivo costaricano “El Tuma” Gilberto Martinez, impiegato a destra anche nella finalissima play-off di Frosinone.

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