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Il gruppo del Lecce

LECCE (di Massimiliano Cassone) – Dopo ore dal nefasto epilogo di Frosinone-Lecce, ti ritrovi con la penna in mano e il quaderno di sempre. Ti ritrovi seduto sul letto, col silenzio intorno e, come compagna, l’insonnia mentre tutto il resto del tuo mondo dorme.

È allora che, come in un film, nella mente girano alla velocità della luce le immagini di una stagione intera, di un anno di lavoro, di emozioni, di nevrosi, di riti scaramantici come quello dei gradoni della Tribuna Stampa del “Via del Mare” da salire ogni volta nello stesso modo, e poi di sorrisi, esultanze, speranze addirittura lacrime che, come un vecchio romantico incapace di gestire le emozioni, lasci scivolare via… e ti gusti la tua malinconia.

Poi il pensiero si blocca ed annega al ricordo delle incivili scene viste sullo schermo del televisore arrivare dal “Matusa” e, dopo aver sportivamente battuto le mani all’avversario, mi incazzo pensando che i “canarini” (intendendo squadra e tifoseria) non hanno saputo vincere ed hanno dato il peggio di se stessi nel terzo tempo, quello che dovrebbe esser riservato, sempre e comunque, agli applausi ed ai complimenti. E poi ripenso a quando qualcuno chiamò gli ultrà leccesi “bestie”, quei tifosi che sbagliarono ad entrare in campo l’anno scorso nella finale play-off, ma seppero applaudire il Carpi.

Il settore Ospiti del "Matusa"
Il settore Ospiti del “Matusa”

Ieri i leccesi sono stati maltrattati ed aggrediti in quello stadio inadeguato, quasi fatiscente, che non merita di certo la serie B, in quell’impianto in cui i giornalisti vengono accreditati senza tener conto degli effettivi posti in Tribuna Stampa (!?!), poi vengono fatti “accomodare” sui gradoni, com’è successo ai nostri inviati Carmen Tommasi e Gabriele De Pandis, con quest’ultimo addirittura strattonato sol perché riconosciuto quale leccese da qualche “civilissimo” cittadino della Ciociaria a fine gara.

Immagini assurde, da dimenticare, più brutte della sconfitta in sé. I tifosi del Lecce, dall’anno scorso, sono ancora oggi vessati dal sistema giustizialista italiano. Staremo alla finestra per capire se e quali saranno le decisioni adottate in merito ai comportamenti violenti ed anti-sportivi dei frusinati registrati prima, durante e dopo la partita di ieri.

A ciò, è terminato nel peggiore dei modi un campionato iniziato malissimo e ripreso per i “capelli” quando si era sull’orlo del baratro. È stato il torneo delle polemiche ed è stata promossa la squadra più discussa che è ancora al centro di indagini con nuovi fascicoli aperti sulla scrivania dell’Ufficio Indagini proprio in questi giorni. Un campionato condizionato da gravi errori arbitrali, non assolutamente bilanciati; alla fine della stagione, il Lecce si ritrova con parecchi punti in meno e tanti interrogativi in più a cui diventa difficile dare una risposta esaustiva o consolatoria.

10449733_10202762974487984_2136888243_nIeri la squadra di Franco Lerda ha giocato meglio per 105 minuti (compresi gli 8 di recupero dei due tempi regolamentari), fino all’espulsione di Beretta, poi si è slegata. Era stanca, sfinita e vinta dal caldo e dall’avversario che ha saputo pigiare sull’acceleratore; nel momento nevralgico, mister Stellone ha sfruttato l’uomo in più mandando in campo un attaccante, Viola, al posto di Bertoncini (un difensore), ed è stato proprio il neo-entrato con la sua freschezza e voglia di conquistare il mondo a fare la differenza. Il Lecce è crollato e, dopo aver subito il secondo gol, è rimasto a terra; ha pure tentato di rialzare la testa ma era impossibile giocare con un’invasione di campo anticipata e gestita come peggio non si poteva. Dopo il triplice fischio finale di Ros, si è assistito ad una vera e propria caccia all’uomo contro i giallorossi: a farne le spese è stato addirittura il fotografo ufficiale dell’U.S. Lecce, Marco Lezzi, che dopo aver subito una forte botta alla nuca (sembra da parte di un calciatore ciociaro) è dovuto ricorrere alle cure mediche ed agli accertamenti in ospedale. È finita con tanto amaro in bocca per chi ama lo sport e vive di calcio.

Cosa si vuol rimproverare ai calciatori del Lecce? O alla società che è stata sempre presente, nel bene e nel male, che ha investito soldi in una terra in cui gli imprenditori locali latitano e si nascondono dietro ad una crisi reale che a loro però non appartiene. Se riusciamo a guardare oltre al risultato, ci accorgiamo che nulla o poco si può “rinfacciare”. È vero che ci sono state gare in cui i giallorossi sono stati quasi assenti, vedi Viareggio, come è pur vero che la squadra salentina è quella che ha collezionato più vittorie nel campionato appena terminato.

Fabrizio Miccoli esce in barella
Fabrizio Miccoli esce in barella

L’unico rimpianto è quello di aver cominciato col piede sbagliato la stagione regalando agli avversari ben otto gare prima della meravigliosa rincorsa. Ed è proprio da lì che deve partire un’analisi obiettiva e certosina su quello che non dovrà ripetersi: nessun reset ora. Bisogna mantenere l’ossatura della squadra e cercare di trattenere Romeo Papini in primis; bisognerebbe ricominciare proprio da lui, magari affidandogli la fascia di capitano. E già, perché Miccoli è arrivato al capolinea e dopo aver dato tanto, sceglierà se appendere le scarpe al chiodo, oppure rispondere alle sirene incantatrici della Terra dei canguri.

Sarà possibile ricominciare in questo modo, se la famiglia Tesoro deciderà di investire ancora in un territorio che ormai è il loro ed in cui sono ancora oggetto di critiche immeritate ed esagerate. A quel punto, il diesse Antonio Tesoro (che non ha bisogno di nessun supporto, perché ha dimostrato di avere gli attributi) dovrà in modo chirurgico fare cinque o sei innesti (guardando anche tra i “Berretti” dove ci sono gioielli da valorizzare) prima o durante il ritiro estivo. Bisognerà formare la squadra massimo ad agosto, per essere pronti a combattere sin dalla prima giornata del prossimo campionato di Lega Pro che sarà durissimo.

Ci saranno 3 gironi, il Lecce dovrebbe essere inserito in quello del Sud, cioè il “C” che proviamo ad ipotizzare: BARLETTA, BENEVENTO, CATANZARO, CASERTANA, COSENZA, FOGGIA, ISCHIA, JUVE STABIA, LAMEZIA, L’AQUILA, LUPA ROMA, MATERA, MELFI, MESSINA, PAGANESE, REGGINA, SALERNITANA, SAVOIA e TERAMO.

tifosi leccesi a Frosinone
I tifosi leccesi a Frosinone

Una menzione a parte meritano i tifosi, quelli che hanno vinto sempre, ad iniziare da chi ha seguito la squadra sempre e comunque, per finire ai 2.169 di ieri che hanno dato una lezione di stile ad un avversario cafone e maleducato.

Su RaiSport e sulla gestione della messa in onda delle due finali in concomitanza bisogna veramente stendere un velo pietoso. Si è persa una ghiotta occasione per rendere un servizio (pubblico) degno di tal nome.

Infine, vorrei semplicemente sorridere in faccia a quanti (e sono tanti…) criticano questa gestione societaria. Purtroppo, ahinoi, esistono i social dove tutti si arrogano il diritto di “sparlare”, tanto a proteggerli e renderli dei Superman c’è un freddo schermo. A chi, invece, continua a rimpiangere la vecchia gestione del club vorrei ricordare il motivo per cui il Lecce è stato sbattuto senza alcun riguardo in Lega Pro…

Il calcio, nel capoluogo salentino, piaccia o no, è cambiato: per il terzo anno consecutivo la squadra giocherà in Lega Pro; basta parlare di “piazza da serie A“. Non esiste più, non ce ne sono né i numeri, né i presupposti, se non per quello zoccolo duro che ama incondizionatamente la propria squadra del cuore, soprattutto dopo una batosta tremenda come quella incassata ieri. Ecco che allora sarebbe più utile dire e capire che bisogna ricostruirla quella piazza, non sull’agorà virtuale, davanti ad un computer, ma andando allo stadio e magari abbonandosi ma comunque senza sputare sentenze figlie di livori personali e frustrazioni difficili da superare.

Il calcio è la sintesi perfetta della vita; il tempo corre veloce e non lascia mai spazio ai rimpianti. Bisogna ripartire, è doveroso asciugarsi le lacrime ed incominciare a pensare al futuro. Il passato è fatto di ricordi, mentre di fronte c’è un futuro da scrivere, colorare e vivere. La tristezza è tanta, i dubbi anche, ma si deve pur guardare avanti.

Noi de Leccezionale ci saremo e non abbandoneremo mai il Lecce, saremo in prima fila per raccontarvi, a modo nostro, che l’amore si manifesta indipendentemente dalla categoria e che la professionalità è una merce sempre più rara.

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