Mondiale storyLECCE (di Italo Aromolo) – Prosegue il viaggio di Leccezionale Mondiale attraverso la storia della coppa del Mondo. Dopo avervi raccontato la preistoria dei campionati mondiali fino all’edizione messicana del 1986, oggi ci occuperemo di una storia ben più recente, probabilmente impressa nella memoria di molti lettori che hanno avuto la fortuna di viverla direttamente: a partire dal mondiale casalingo del 1990, viaggeremo attraverso le ultime sei edizioni dei mondiali di calcio fino al recente Mondiale in Sud Africa del 2010.

zengaGli anni ‘90: tripla beffa ai rigori per l’Italia, vincono Germania, Brasile e Francia . Nel corso degli anni ’90, il destino beffardo di un’eliminazione ai calci di rigore ha fatto piangere per ben tre volte di fila il popolo del Bel paese: l’avventura azzurra al mondiale casalingo degli anni ’90 si è stampata sui guantoni del portiere argentino Goycochea, capace di parare due dei calci di rigori finali con cui Italia e Argentina si giocarono allo stadio San Paolo di Napoli l’accesso alla finalissima. Nel tempo regolamentare, tra i fischi al nemico-amico Diego Armando Maradona (che in quegli anni militava in Italia tra le fila dello stesso Napoli) le due squadre si neutralizzarono con un 1-1 che sancì dopo 518 minuti il termine dell’imbattibilità del portiere azzurro Walter Zenga. L’Italia si accontentò del terzo posto finale (vittoria nella finalina con l’Inghilterra), mentre l’Argentina approdata in finale dovette soccombere alla Germania (1-0) in una gara caratterizzata dalle veementi proteste albicelesti per la mancata assegnazione di un evidente calcio di rigore.

roby baggioStesso epilogo per la nazionale azzurra nella successiva edizione statunitense: nel mondiale dell’esclusione di Maradona (positivo al doping), dell’assassinio del difensore colombiano Escobar (reo di un autogol causa dell’eliminazione della sua squadra) e della gomitata del difensore azzurro Mauro Tassotti all’ex tecnico della Roma Luis Enrique, l’Italia guidata dal rivoluzionario condottiero Arrigo Sacchi arrivò brillantemente in fondo alla competizione dopo aver superato Nigeria (ottavi), Spagna (quarti) e Bulgaria (semifinale) grazie alle giocate risolutive di un irrefrenabile Roberto Baggio. La riproposizione del grande classico finale Brasile-Italia sorrise nuovamente ai verdeoro: dopo 120 minuti terminati sul punteggio di 0-0, i carioca dell’eroico portiere Taffarel ebbero la meglio dai tiri dal dischetto, con la complicità degli errori azzurri in sequenza di Franco Baresi, Daniele Massaro e Roberto Baggio.

ronaldoLa maledizione italiana dei rigori prosegue nell’edizione francese del 1998, che segna il primo trionfo mondiale per i padroni di casa: dopo un soporifero 0-0 nei tempi regolamentari, la traversa impattata nell’ultimo penalty da Luigi Di Biagio condannò una non entusiasmante Italia all’eliminazione ai quarti di finale proprio contro la Francia. Mentre l’esordiente Croazia si classificò sorprendentemente al terzo posto, i transalpini trascinati da Laurent Blanc e Zinedine Zidane trionfarono in finale per 3-0 nel tripudio dello Stade de France: vittima illustre un Brasile fortemente turbato dal caso Ronaldo, sceso in campo nonostante poche ore prima avesse accusato un malore.

La storia recente: il Brasile pentacampeon, l’Italia di Materazzi e la Spagna delle meraviglie. Non è un calciatore ma un arbitro, Byron Moreno, il protagonista (in)discusso del Mondiale di Corea del Sud-Giappone del 2002, prima edizione della storia organizzata sia in Asia che da due paesi ospitanti: nei quarti di finale, l’Italia del cittì Giovanni Trapattoni capitolò per 2-1 contro la Corea del Sud padrone di casa anche e soprattutto a causa della scriteriata direzione del fischietto ecuadoriano, che negò agli azzurri un rigore solare (ammonendo per la seconda volta Francesco Totti per simulazione) e successivamente invalidò un gol regolare firmato da Damiano Tommasi. Sebbene un indagine ufficiale della FIFA ebbe esito negativo, nei suoi confronti aleggiano ancora oggi le accuse di corruzione. Nel mondiale delle outsider (terzo e quarto posto per Turchia e Corea) il campo premiò per la quinta volta (record assoluto) il Brasile del Fenomeno Ronaldo, match winner con una doppietta della finalissima contro la Germania (Brasile-Germania 2-0).

lippiDopo lo scandalo coreano, l’Italia si riscatta ampiamente con la vittoriosa spedizione in Germania (2006): tra la delusione per i flop delle favorite Brasile e Inghilterra e la sorpresa per una matricola impazzita come Trinidad e Tobago, la solidissima creatura di Marcello Lippi (appena 2 gol subiti in tutta la competizione) eliminò in sequenza l’Australia dell’allora tecnico coreano Guus Hiddink (1-0), l’Ucraina dell’ex Milan Andriy Shevchenko (3-0) e la Germania ospitante (2-0 allo scadere dei supplementari). In finale contro la Francia, la roulette dei rigori è scritta nella storia dei due calciatori-simbolo del successo italiano, Marco Materazzi e Fabio Grosso: Materazzi, divenuto famigerato per la testata ricevuta da Zidane nei tempi supplementari, segnò il gol del pari nel regular-time ed il secondo della sequenza dei cinque rigori risolutivi. Grosso, già decisivo contro Australia e Germania, regalò la gioia più bella infilando all’incrocio dei pali il rigore della vittoria.

Stemma Italia stoffaL’ultimo Mondiale in Sud Africa ha emesso la sentenza del declino di una generazione di campioni (per l’Italia) e dell’ascesa di un nuovo modo di intendere il calcio (per la Spagna): dopo aver perso la gara d’esordio con la Svizzera, la Roja dei “marziani” del Barcellona Hernandez, Xavi e Andres Iniesta sprigionò il potere del suo tiqui-taka, imbrogliando con un esasperato possesso palla e una regnatela di passaggi non-stop avversari come Portogallo, Paraguay , Germania e vincendo poi il suo primo iride nella finale contro l’Olanda (1-0). La comparsata italiana della seconda era-Lippi rappresenta il peggior rendimento mai ottenuto dagli azzurri nella fase finale di un Mondiale: due pareggi, una sconfitta e nessuna vittoria decretarono un eliminazione da horror in un girone non certo proibitivo in cui figuravano il Paraguay, la Slovacchia e la Nuova Zelanda. Le successive dimissioni di Marcello Lippi scrissero i titoli di coda di un Italia al capolinea, la cui resurrezione venne immediatamente affidata al nuovo cittì Cesare Prandelli. Ma questa è un’altra storia.

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