Franco Lerda in piedi davanti alla panchinaLECCE (di Italo Aromolo) – Nel corso di questa lunga e difficile stagione, il Lecce di mister Franco Lerda si è ritrovato ad affrontare numerose situazioni di difficoltà: dalla ricerca dei complicati equilibri tecnico-tattici che hanno caratterizzato i primi mesi dell’era del tecnico di Fossano, ai pochi ma pesantissimi risultati negativi che hanno momentaneamente “scatenato” le polemiche di certa parte dell’ambiente del tifo leccese, passando per le continue emergenze-infortuni, per le assenze per squalifica e per tutti quei calciatori che, arrivati in giugno o in gennaio, hanno avuto bisogno di un più o meno periodo di rodaggio prima di essere stati effettivamente arruolabili.

E’ proprio in questi momenti di difficoltà che è emersa una delle principali virtù della squadra giallorossa, forse la più importante ai fini dell’ottimo rendimento registrato nell’ultimo periodo: parliamo della camaleontica capacità che gli uomini di mister Lerda hanno dimostrato nel sapersi adattare alle differenti situazioni che si presentano di partita in partita: anche in gare dai contorni sportivamente drammatici, come quelle casalinghe contro Paganese – espulsione contro dopo pochi minuti – o Pontedera – con 6 infortunati più 2 squalificati -, il “generale di ferro” piemontese è sempre riuscito a trovare le migliori alchimie tattiche e ad adottare la giusta strategia di gioco, facendo di necessità virtù: secondo la più esatta delle leggi matematiche, cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. E c’è solo da rallegrarsi per il Lecce se il più delle volte il risultato si chiama bel gioco e tre punti in classifica.

I sistemi di gioco: quando la metamorfosi a gara in corso è una costante. Da quando è tornato nel Salento, mister Lerda ha optato fondamentalmente per tre sistemi di gioco: l’ormai ben rodato 4-2-3-1 e gli alternativi 4-4-2 e 3-5-2. Senza ombra di dubbio, è risultato il 4-2-3-1 il modulo più congeniale alle caratteristiche della rosa giallorossa, che sotto siffatte vesti tattiche ha dato prova di prestazioni sontuose, conquistando la bellezza di 41 punti in 17 partite (media di 2,5 punti a partita). Meno fluidi e più macchinosi sono apparsi i meccanismi degli altri due scacchieri, implicati invece in sconfitte imbarazzanti come a Perugia o a Viareggio (in entrambi i casi 2-0 con il 3-5-2) o in vittorie per il rotto della cuffia contro le cenerentole Barletta e Paganese (entrambe di misura, con il 4-4-2 tanto auspicato per permettere maggiore libertà d’azione a Fabrizio Miccoli, ma evidentemente poco adatto al resto della squadra). L’aspetto più sorprendente delle disposizioni tattiche in casa Lecce, ad ogni modo, è la frequenza con cui il tecnico di Fossano cambia schieramento a partita in corso: è accaduto ben 14 volte in 24 partite; in alcuni casi poi, la metamorfosi tattica si è rivelata fondamentale per cambiare l’inerzia della gara, fruttando le entusiasmanti rimonte contro Salernitana (2-1), Barletta (2-1) o il miracolo sfiorato contro il Perugia (3-4).

Lecce BarlettaLa duttilità tattica del Lecce viene alla luce non solo dall’analisi dei numeri dei sistemi di gioco, che nella realtà fattuale di una partita di calcio lasciano il tempo che trovano, ma anche e soprattutto dalle effettive posizioni occupate in campo dagli undici giallorossi: accade così, nel corso della stessa partita, che “Jack” Beretta rivesta inizialmente il ruolo di esterno per poi spostarsi al centro dell’attacco dopo pochi minuti, che Mariano Bogliacino oscilli tra la posizione di trequartista e quella di mediano, che Dario Barraco riesca ad agire con la stessa efficacia nel ruolo di esterno di destra, di trequartista o di seconda punta (emblematica la sua prestazione nell’ultima gara di Prato) oppure che Marcus Diniz affianchi Gilberto Martinez da centrale di difesa dopo essersi sovrapposto alle folate di Adriano Ferreira Pinto da esterno destro.

Gli interpreti: mai due volte la stessa formazione. Sulla falsa riga di un Lecce mai uguale a se stesso e mutevole di gara in gara, illustriamo un altro piccolo record giallorosso cui contribuiscono una serie interminabile di infortunati e una buona dose domenicale di cartellini: nelle 24 gare del Lerda-bis, infatti, la compagine salentina non è mai scesa in campo per due volte con la stessa formazione, e non intendiamo con ciò gli stessi undici per due volte di fila, ma parliamo di un intero campionato in cui l’ex tecnico del Toro non ha potuto schierare più di una volta la stessa formazione, anche a distanza di mesi.

Zigoni gol 3-4Nonostante questo, l’allenatore salentino, che molti identificano come il vero valore aggiunto di questo Lecce, ha saputo orchestrare abilmente le scelte relative agli uomini da mandare in campo, dimostrando la sua bravura soprattutto nella gestione dei cambi: dei 45 gol messi a segno infatti, 6 sono nati dai piedi dei subentrati (record nel girone) e 3 sono quelli in cui chi è entrato ha partecipato con un assist all’azione da rete. Il miglior realizzatore tra questi è Gianmarco Zigoni, capace di segnare due gol partendo dalla panchina (tra le mura amiche, contro Prato e Perugia); all’ex Milan spetta anche il titolo di calciatore subentrato un maggior numero di volte, ben 9, lo stesso numero di volte che Ferreira Pinto, primatista anche lui, è stato sostituito.

Indipendentemente dai protagonisti in campo, dalla loro posizione, dal loro minutaggio e dal modulo in cui vengono schierati, il Lecce continua a vincere ed a convincere tra le mille avversità: alla base di un impalcatura così solida, non può esserci semplice improvvisazione, come pure insinuavano i detrattori della squadra in tempi di magra, ma un organico molto ben allestito, completo in ogni reparto e in grado di sopperire “camaleonticamente” alle defezioni di turno; una rosa così valida dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo, a maggior ragione se plasmata in campo da un tecnico preparato e meticoloso come Franco Lerda, costituisce un tesoretto di sicuro affidamento che potrà rivelarsi di importanza vitale nella corsa alla Serie B di un finale di campionato infuocato.

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