Lecce, leccezionale.it(di Carmen Tommasi) –  Mai in partita. Impreciso sotto porta. In evidente difficoltà in fase di impostazione. Il Lecce sceso in campo a Viareggio, passato con poca fortuna al modulo tattico del 3-5-2, è sembrato solo una brutta copia di quello che è riuscito a scalare clamorosamente la classifica dopo il ritorno di Franco Lerda nel Salento. Sconfitta meritata dei giallorossi allo “Stadio dei Pini” contro un Viareggio che, seppur non è apparso irresistibile, è stato bravo, dopo cinque sconfitte di fila, a rialzare la testa, a difendersi con ordine ed a sfruttare al meglio le potenzialità del “vecchietto” di lusso, Ighli Vannucchi, riuscendo a portare a casa tre punti preziosi, più per l’umore che per la classifica.

DIFESA – Due tiri in porta e due gol subiti su cui Nicholas Caglioni poteva fare decisamente qualcosina in più in entrambi i casi e, soprattutto, sulla rete del 2-0 non sembra indenne da colpe, seppur si sia trattato di due invenzioni e prodezze di un super Vannucchi. Dopo due prestazioni importanti che sono bastate all’estremo difensore bergamasco a soffiare il posto a Filippo Perucchini, che pur tanto bene aveva fatto nelle ultime uscite, questa volta si macchia di una prova non all’altezza e in cui non sembra deciso nemmeno negli interventi di ordinaria amministrazione. Non è il solo, ma il gigante giallorosso ci ha messo sicuramente del suo. Arruffone. Chi, invece, si impegna e cerca di dare ordine al reparto arretrato giallorosso, partito con la linea difensiva a tre e passato a quattro dopo il brutto infortunio alla caviglia di Dario D’Ambrosio, è Giuseppe Abruzzese. L’ex capitano del Crotone, seppure in una gara non idilliaca dal punto di vista personale, sfiora anche il gol di testa nella ripresa e si dispera per l’occasione persa. Non primeggia, ma l’esperienza è dalla sua parte. LA DIFESA BALLA DA SOLA E “ABRU” PROVA A FARE IL CENTRAVANTI.

CENTROCAMPO – Spento, prevedibile, sottotono e, quasi sempre, in ritardo sugli avversari: il Mariano Bogliacino visto nell’ultimo periodo in giallorosso sembra solo un nostalgico e lontano ricordo di quello in doppia cifra ammirato nella passata stagione. L’ex Napoli, classe ’81, nella lotta sulla trequarti con il peperino Ighli Vannucchi, non ha quasi mai la meglio. Irriconoscibile. Francesco De Rose, invece, è il più combattivo e propositivo della mediana giallorossa: di certo non riesce a costruire azioni degne di nota, ma questo non spettava sicuramente a lui. L’ex Reggina esce dal campo stremato, va a muso duro sugli avversari e prova a dire la sua fino al fischio finale cercando di creare varchi per gli spenti compagni di squadra. Combattivo. IL BUON CICCIO RINGHIA PER DUE E “BOGLIA” APPARE SEMPRE PIÙ STANCO.

ATTACCO – Non brilla Giacomo Beretta: l’ex Pavia appare svogliato e mai lucido sotto porta. Corre a vuoto per tutto il corso del match non riuscendo ad avere quasi mai la meglio sui “pressanti” portatori di palla avversari. Nelle due occasioni avute nel primo tempo per sbloccare il risultato fa tutto come peggio può. Così non va: pasticcione e da uno del suo talento, ci si aspetta molto di più. Capitan Fabrizio Miccoli, in una delle giornate più storte del suo Lecce da quando è ritornato il tecnico Franco Lerda nel Salento, cerca, e lo fa come meglio può, di rimettere il match apposto. Si “traveste”, a tratti, da assist-man, ma i compagni non colgono a dovere e poi anche il palo al 17’ della ripresa gli nega la gioia dell’undicesimo gol stagionale. Un po’ nervoso, ma come sempre ci mette tanto cuore, ma oggi non è bastato. A fine match, da salentino doc, ci mette  la faccia e va a colloquio con i tifosi delusi. IL CAPITANO E IL MALEDETTO PALO, MA BERETTA VA IN VACANZA.

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