Lucarelli con magliaLECCE (di Gabriele De Pandis) – Ci sono calciatori che restano nel cuore dei tifosi a prescindere da quali e quante maglia abbiano indossato. Calciatori che scrivono pagine di sport indelebili e si legano indissolubilmente alla storia di un club. Calciatori non più “bandiera” come accadeva nel calcio dei tempi romantici, ma eroi romantici di quel “calcio moderno” che, tra tante storture, riesce ancora ad emozionare ed a raccontare storie uniche. Di questo tipo di calciatori fa certamente parte Cristiano Lucarelli che vede Lecce rappresentare una tappa irripetibile nella sua vita: una storia d’amore temporalmente lontana, ma emotivamente sempre forte e presente nella carriera dell’ex bomber toscano, passato dalle reti segnate a grappoli in ogni dove, alle roventi panchine del campionato di Prima Divisione.

L’ex “99 amaranto” rimane una voce fuori dal coro in questo calcio sempre più caratterizzato da frasi di circostanza, banalità e dalla perdita di ogni sentimento non artato. Lucarelli, carattere sanguigno tipico di chi si è fatto da sé partendo dai bassifondi e dalle ore di lavoro affiancate al calcio, non le ha mai mandate (e non le manda oggi) a dire a nessuno. Dal suo racconto, in esclusiva per i lettori de leccezionale.it, traspare quella voglia di emergere, quel carattere, quella passione che lo hanno sempre contraddistinto dentro e fuori dal rettangolo verde, tanto da guadagnarsi il soprannome di “calciatore guerrigliero”. Dopotutto, dall’uomo del “Tenetevi il Miliardo” e delle tante ripartenze non ci sarebbe da aspettarsi diversamente… Come la “pretesa” di darsi del tu nel realizzare questa intervista…

Cristiano, il tuo Viareggio non ha più molto da chiedere al campionato. Quali sono le ambizioni che avrete fino alla fine della stagione?

Ovviamente ai miei ragazzi chiedo il massimo impegno; tutti devono metterci la massima serietà. In questo finale di campionato ognuno di noi si gioca una buona parte del proprio futuro. I migliori frutti si possono cogliere solamente esprimendosi con la massima motivazione, necessaria per affrontare partite impegnative come quelle che abbiamo da qui fino alla fine del campionato”.

Lucarelli con i TesoroCosa pensi del cammino del Lecce? Ti aspettavi la rimonta fino ai quartieri alti della classifica?

Era prevedibile la ripresa del Lecce dopo lo stop iniziale. A livello di organico, forse, i giallorossi sono la squadra più forte del campionato di Prima Divisione; probabilmente Lerda è stato bravo a toccare i tasti giusti per far esprimere al massimo questo gruppo”.

Quindi il Lecce, a tuo parere, può puntare ancora al primo posto?

È chiaro che il Lecce per mirare al primo posto non può fare i conti solo col proprio cammino. Questo può essere uno svantaggio ma, ripeto, secondo me il Lecce ha tutte le carte in regola per arrivare primo. È difficile, ma ce la può fare”.

Al di là della potenziale rimonta del Lecce, come giudichi la corsa al vertice tra Perugia e Frosinone, con le due squadre contraddistinte da diversi stati di forma?

Vedo meglio il Frosinone. Il Perugia, per vincere le partite, ha bisogno di giocare bene e di sfoderare sempre la grande prestazione. Il Frosinone invece, spesso e volentieri, bada al sodo e riesce a vincere le partite anche giocando peggio degli avversari. La partita dei ciociari con noi è un esempio che racconta in pieno questa situazione: abbiamo dominato per 90 minuti (Frosinone in vantaggio, pari viareggino di Piana e beffa ciociara firmata da Carlini dopo un palo delle Zebrette, ndr), ma poi il Frosinone ha vinto. La squadra di Stellone vince con cinismo e compattezza, senza pensare al bel gioco; compito che invece il Perugia, ad oggi, deve obbligatoriamente assolvere per arrivare ai 3 punti”.

Lucarelli incitaIl campionato del tuo Viareggio, infatti, si può descrivere così: tanti punti sfuggiti dopo partite giocate benissimo da parte dei suoi ragazzi. Hai qualche rimpianto? Si poteva puntare ai play-off?

Quando sono arrivato io (al posto del salentino Miggiano, ndr) la squadra era penultima. È stato fatto un bel recupero fino alla sentenza relativa all’esclusione della Nocerina, che ci ha portato lontani dal nono posto. Da lì qualcosa è poi successo nella testa dei giocatori ed abbiamo avuto un calo di concentrazione, forse causato dallo spegnimento di un sogno che stavamo costruendo pian piano, condito da partite ben giocate contro squadre di caratura superiore; il fatto che ci siamo risvegliati bruscamente da questa situazione è un rammarico. L’altro dispiacere è causato dalla crisi economica della nostra società, in un momento tremendamente difficile. Il dissesto ci ha costretto a vendere i nostri migliori giocatori (Pizza, De Vena, Peverelli, ndr) nel mercato di gennaio per fare cassa”.

Il campionato di quest’anno vede l’atipicità delle zero retrocessioni. La corsa al vertice è poi infiammata dalle polemiche che vedono protagoniste le squadre al vertice. Questi battibecchi rischiano di infiammare un campionato già rovente?

Da quanto da piccolo ho trovato la ragione ho notato che in tutte le categorie ed in tutti i campionati ci sono le polemiche, specialmente nelle gare che contano. Di conseguenza, questa situazione non la vedo diversa da tutte le altre”.

Lucarelli in panchinaIn carriera hai giocato ed è stato decisivo in tutti i campi della Serie A, hai detto la tua in Champions League (con lo Shakhtar Donetsk) ed hai portato in Europa la squadra della tua città, il Livorno. Provi comunque emozione nella tua prima stagione su una panchina a certi livelli?

Sicuramente diventare allenatore era un desiderio che sentivo dentro di me già negli ultimi anni da calciatore, perché ho sempre fatto il capitano e sono stato sempre un carismatico, un leader, quindi molte cose sono venute naturali. Il lavoro con Walter Mazzarri poi mi ha fatto appassionare ancora di più a questo mestiere. Ritengo Mazzarri l’allenatore italiano più bravo in circolazione”.

Il tuo debutto sulla panchina del Viareggio fu proprio al “Via del Mare”. Provi qualcosa ogniqualvolta il tuo destino incrocia quello della compagine giallorossa?

Voglio evitare di essere ripetitivo e non desidero dire tante belle parole vuote, prive di emozioni e di significato. Senza troppe banalità, mi sento di ribadire che sono molto affezionato alla vostra piazza ed il mio legame viene dal profondo. Lecce la sento nel cuore”.

Lucarelli applausoCosa speri per il futuro dopo questo campionato?

Mi aspetto intanto di finire bene la stagione e di bissare il sorriso dell’anno scorso, raggiunto con la vittoria di scudetto e Supercoppa con gli Allievi del Parma. Finire bene sarebbe tanto importante per me. A bocce ferme vorrò capire se ci sarà la possibilità di proseguire: mi è stato offerto un contratto dal Viareggio, ma voglio capire quali saranno gli obiettivi per l’anno prossimo; ci sono da valutare tante questioni. Devo far bene perché, magari, si potrebbe aprire qualche possibilità di crescita personale. Si vedrà”.

Lecce è stata teatro della tua amicizia con Mimmo Di Carlo, altro ex giallorosso ed ora allenatore del “tuo” Livorno. Ti senti di dare un “in bocca al lupo” al popolo amaranto?

Per il Livorno spero sempre il massimo. L’amicizia con Mimmo è bellissima; tra l’altro, lui è stato il testimone alle mie nozze. Auguro la salvezza alla squadra amaranto, anche all’ultima giornata, com’è stata sempre la storia di tutte le provinciali di Serie A”.

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