LECCE (di Massimiliano Cassone) – Sembrerebbe inverosimile parlando di libertà ed invece la notizia è vera, quindi bisogna accettarla e rispettare la legge. Stare in silenzio, però, no… Erano 25 o 30 (le fonti ancora non ufficiali non concordano sul numero esatto) gli ultrà del Lecce che oggi si sono visti notificare, previa chiamata in Questura, una diffida per un anno senza obbligo di firma. E sapete perché? Si erano recati a Pagani senza la tessera del tifoso.

Ma veniamo ai fatti. I tifosi giallorossi arrivati in Campania per assistere alla sfida della loro squadra si trovavano fuori dallo stadio senza biglietto, quando gli si è avvicinato un responsabile della Questura chiedendo quanti fossero; subito dopo, ha dato l’assenso a farli entrare nel settore ospiti procurando i tagliandi (come succede spesso in tutti gli stadi). Una volta entrati nell’impianto, nessun accenno di scontro o sfottò verso i padroni di casa anche perché tra le due tifoserie i rapporti sono sufficientemente tranquilli. Al termine della gara poi tutti a casa in modo sereno.

Questa mattina la sorpresa: convocati in Questura, i supporters leccesi hanno scoperto di aver “peccato di libertà”; quindi possiamo ben dire che per un tifoso girare intorno agli stadi d’Italia è reato se sprovvisto della tessera del tifoso.

Quello che lascia perplessi è che questi tifosi dovranno lasciar stare e sicuramente non presenteranno ricorso perché l’esito comunque arriverebbe dopo un anno. Tutti a casa dunque e attenti, se non avete la tessera del tifoso non andate in giro per l’Italia.

L’esagerazione di questo provvedimento infonde tristezza e quello che ancor di più rende amaro tutto ciò sono i tempi di discussione di un probabile ricorso. Per ora non potranno seguire la propria squadra del cuore (questa è una libertà privata) ed anche se dovessero vincere il ricorso, a quel punto, l’annata calcistica sarebbe già terminata.

Questo tipo di “castigo” sta prendendo piede negli ultimi tempi, in cui basta essere presenti nella città in cui si svolge un incontro di calcio e non avere con sé il biglietto per “beccarsi” la diffida. È già accaduto ad 80 sampdoriani che si erano presentati a Livorno ed anche qui nessun incidente o disordine, ma anche a 36 bresciani fermati addirittura in Autogrill, ancora lontani da La Spezia dove giocava il Brescia, ed anche lì hanno “vinto” un Daspo.

In un Paese in cui i problemi superano l’immensità dei mari dai quali è bagnato, l’attenzione da ciò che succede realmente (crisi, suicidi, situazione politica al collasso, ecc.) è spesso distolta dal nulla che diventa notizia.

Il calcio, così, non è bello.

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