LECCE – (di Massimiliano Cassone) – Le jeux sont faits, rien ne va plus. Ciò va detto come se fossimo tanti croupier e lo facciamo contenti che nulla accada più, che nessun altra pedina possa aggiungersi a quelle che scenderanno sul manto verde del campo da gioco (tranne gli svincolati).

Un mercato strano, a singhiozzo e fatto in maniera furba da tutti i club, non ha concesso tranquillità agli allenatori che si sono visti scippare i calciatori con cui hanno iniziato a lavorare in ritiro ed altri, invece, che hanno potuto dire di aver avuto ciò che volevano in extremis.

Nessun botto in particolare, nemmeno la ciliegina sulla torta per il Lecce. I tifosi aspettavano l’attaccante di razza ma non è arrivato.

Un lavoro duro quello svolto da Antonio Tesoro. Dopo gli accadimenti di quel pomeriggio infausto di giugno, lui e il padre, perché sono loro la società, decisero di fare piazza pulita. Non era semplice ottenere le rescissioni dei contratti milionari, non era semplice fare cassa con pezzi di mercato svalutati da una stagione terminata nel fango.

Via tutti, tranne Bogliacino, Diniz, “El Tuma” Martinez che ha deciso di continuare l’avventura giallorossa e Petrachi.

Poi è arrivato un pullman pieno zeppo di calciatori: Perucchini, Bencivenga, Nunzella (fine prestito), Ferrero, Vinetot, Rullo, Amodio, Bellazzini, Salvi, Casiraghi (però già dato in prestito), Melara, Papini, Beretta, Bozzi, Doumbia, Zigoni e, dulcis in fundo, a guidare questo pullman, il cuore di Lecce: Fabrizio Miccoli.

Sales, Parfait e Ferreira Pinto
Sales, Parfait e Ferreira Pinto

Poi, nella giornata finale, sul filo di lana ecco gli ultimi arrivati:

Acquisti: Ferreira Pinto centrocampista dal Varese a titolo definitivo, Louis Essengue Parfait centrocampista dal Cesena in prestito, Simone Sales difensore dalla Cremonese, in prestito.

Cessioni: Falcone al Varese in prestito con diritto di riscatto, Sedrick Kalombo alla Nocerina in prestito, Edoardo Tundo al Matera in prestito, Filippo Falco alla Reggina in prestito con diritto di riscatto della metà, Carmine Palumbo alla Cremonese in prestito.

Un esercito di calciatori nuovi nelle mani del generale Moriero e del suo colonnello Morello, amico di sempre, fratello d’una vita spesa a tirar calci ad un pallone, questo è il Lecce 2013-’14.

L’anno scorso di questi tempi l’operato della società veniva osannato per aver trattenuto i top player da serie A, speranzosi di stravincere la Lega Pro. Com’è andata poi a finire lo ricordiamo tutti. Quest’anno termina nei mugugni per un colpo finale di mercato rimasto in canna.

E chissà cosa accadrà in futuro: sia questo di buon auspicio per la società giallorossa di Piazza Mazzini.

Avrei preferito una politica incentrata sui giovani nostrani, ma questo non è potuto accadere per due motivi. Primo: parecchi di loro per paura di perdere il treno dell’Under 21, hanno chiesto di essere ceduti (vedi Falco e Falcone). Il secondo: poiché il Lecce non giocherà il campionato Primavera, i vari Kalombo, Tundo e compagnia bella, restando avrebbero rischiato la panchina, così è stato deciso di darli in prestito, per farli maturare giocando. Può dispiacere al cuore, ma ragionando a bocce ferme è giusto così.

Voglio dare il voto di 7- alla società. Avrei dato 8 se allo scadere fosse arrivata la notizia dell’acquisizione di un centrale di difesa e di una buona punta d’esperienza. Lì davanti Miccoli avrebbe avuto bisogno di un tipo massiccio con cui spartirsi le botte da orbi a cui assisteremo in questo film già visto, ossia un campionato in cui si respira polvere. Attendiamo fiduciosi che Beretta e Zigoni, in preda ad una sana rivalità, diano il meglio e se questo dovesse accadere, la società avrà avuto ragione altrimenti, mano al portafogli e nel mercato di riparazione si faccia arrivare una punta che sappia pungere.

Avrei dato 9 se questa squadra (più un attaccante di peso), così com’è oggi, fosse stata consegnata “chiavi in mano”a Moriero prima della partenza per Montecopiolo (o anche subito dopo). Questo, a mio parere, è l’unico vero errore della campagna acquisti/cessioni 2013-’14.

Ora la parola passa al campo, ai fiori e ai frutti che tutti insieme speriamo vengano raccolti. Bisognerà innaffiarli col sudore della fronte per poterli cogliere e magari alla fine gioire per essere riusciti a farlo.

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